Il contropiede di Ottaviani: vuole le primarie

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CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI
Nel caso decidesse di ricandidarsi a sindaco (l’ipotesi non è scontata), lo farà soltanto attraverso le primarie. Da primo cittadino uscente.

Il contropiede di Nicola Ottaviani arriva con un anno di anticipo, ma è destinato a lasciare il segno. Dice Ottaviani: «Le spaccature che stanno emergendo nel centrosinistra? Quello che succede in casa d’altri mi interessa davvero poco, anche perché il dibattito è sempre utile e sintomo di democrazia».

Ottaviani pesa le parole e spiega: «Per quanto mi riguarda, l’unica certezza che posso assicurare per il prossimo anno, nel caso in cui decidessi di proseguire con il secondo mandato, è che pretenderò di portare avanti ancora una volta le primarie libere. Aperte cioè a tutte le forze civiche e politiche che ritengono di dover concorrere a consolidare lo sviluppo della città, ormai avviato». Aggiunge: «Senza dover contrattare i soliti schemi e quei rituali di partito che oggi hanno sempre meno significato».

Poi Ottaviani rileva: «Dopo aver conseguito risultati amministrativi importanti, come il nuovo stadio, il Parco urbano sul Matusa, l’acquisto del teatro Nestor, le nuove stagioni culturali di interesse nazionale, la riqualificazione del quartiere Scalo, l’efficientamento energetico e la pubblica illuminazione, lo sblocco di cantieri importanti come la Monti Lepini, le manutenzioni stradali in periodo non elettorale e la sede stabile dell’Accademia delle Belle Arti dipo 40 anni, è necessario consolidare l’attività amministrativa senza compromessi di basso profilo».

La ricandidatura a sindaco dunque non è scontata, anche se resta molto probabile. Ma la volontà politica di Nicola Ottavianiè chiarissima: meno partiti e più liste civiche, poca politica e molta partecipazione. Attraverso le primarie appunto. Una prassi inusuale per chi è uscente.

Ma Ottaviani argomenta: «Se qualcuno dovesse sostenere che un sindaco uscente non ha bisogno delle primarie, dimostrerebbe di non comprendere la domanda di partecipazione che oggi non è forte come in passato, ma chiede esclusivamente serie forme di coniugazione e di effettivo respiro democratico. La celebrazione delle primarie è una “conditio sine qua non” per una mia eventuale ricandidatura a sindaco».

Ma il ragionamento di Nicola Ottaviani prende le mosse anche da quanto successo in questa consiliatura, con un processo forte di scomposizione e ricomposizione dei gruppi consiliari.

Il sindsco ha dovuto mettere in campo la rotazione degli assessori per tenere un quadro politico che per lunghi tratti è stato “ballerino”. Alla fine Ottaviani ha raggiunto l’obiettivo e il fatto che, nonostante le richieste, non assegni la delega di vicesindaco è significativo. Concorrere per il secondo mandato, però, è diverso, soprattutto perché non c’è la necessità di mediare ad ogni costo.

Poi è evidente la presa di distanza dai partiti: il sindaco ha in mente una coalizione di liste civiche ed è su questo schema che vuolepromuovere le primarie. Giocando d’anticipo perfino nei confronti del centrosinistra, che non riesce a trovare una “quadra” sul metodo per scegliere il candidato sindaco. Infine, proprio attraverso le primarie, Ottaviani si pone l’obiettivo di prevenire malumori e dubbi.

Nella sostanza chiede carta bianca, sia sul programma che sulla composizione della giunta. È una condizione politica non trattabile.
 

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