De Angelis: “A Cassino si riparte da Petrarcone e nel Pd da Costanzo”

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

«La contrapposizione tra il sottoscritto e Francesco Scalia a volte assume i connotati di una caricatura, che forse serve perfino a nascondere problemi più seri che ci sono nel partito».
Francesco De Angelis, presidente del Consorzio Asi e uno dei leader più autorevoli del Pd, non si nasconde. Spiega: «Ormai nel partito non ci siamo più soltanto io e Scalia. Ci sono tante personalità di spicco, espressione di culture differenti e perfino di sensibilità politiche diverse. Non siamo e non saremo un partito monolitico, ma le divisioni non sono il frutto di personalismi”. Non c’è mai nulla di peronale: solo idee, progetti e visioni diverse. È successo alla Provincia, alla Saf, all’Asi, al Cosilam: ma non drammatizzerei».

All’orizzonte politico provinciale si profilano le elezioni comunali in venticinque Comuni, tra i quali Cassino, Sora e Alatri. Il fatto vero è che dobbiamo ancora cominciare a discutere, ma il punto di partenza è che si riparte dai sindaci uscenti e dal buon governo dei territori. Ad Alatri c’è Giuseppe Morini, che abbiamo sempre appoggiato. A Sora c’è Ernesto Tersigni, esponente del Nuovo Centrodestra, partito con il quale c’è un’alleanza sul piano nazionale. Alla Provincia è andato in modo diverso? Certamente, ma è passato un anno e le dinamiche po-litiche sono mutate. Per quanto riguarda Cassino, beh si riparte da Giuseppe Golini Petrarcone».

Sarà pure una caricatura, ma il messaggio politico che De Angelis lancia, in primis al senatore Scalia, è molto chiaro: il candidato dei Democrat è Petrarcone, non il consigliere regionale Marino Fardelli, che però non effettuerà passi indietro.

Ma alle politiche è possibile una sfida a colpi di preferenze tra Scalia e De Angelis? Il presidente dell’Asi rileva: «Le premesse sono due. La prima è che non vedo un partito frantumato. La seconda è che mancano tre anni alle elezioni politiche e regionali: trovo la discussione sicuramente prematura e forse perfino singolare. Voglio essere molto chiaro: i capilista sono un tema sul quale i livelli locali non hanno alcuna voce in capitolo. Decideranno i vertici nazionali, forse Matteo Renzi in persona. Poi sì, potrebbero essere schierati tutti quelli che hanno dimostrato di avere più voti. Il problema dove sta? Più la lista è forte, più voti arriveranno al Pd. Quindi, l’obiettivo primario è che vinca il partito e poi che ci sia almeno un eletto del territorio. Pure in tal caso non drammatizzerei. Schieriamo i migliori».

Pure in tal caso la novità non è di poco conto, dal momento che De Angelis non esclude una sua candidatura alle politiche. Unitamente quindi ai senatori uscenti Francesco Scalia e Maria Spilabotte. Senza considerare che a questo punto, se la logica è pure quella di ripartire dagli uscenti, anche il deputato Nazzareno Pilozzi potrebbe puntare i piedi.

Ultimo capitolo, il congresso provinciale. Francesco De Angelis non lascia dubbi e dice: «Si riparte da Simone Costanzo, su questo non c’è dubbio». Poi afferma: «Il congresso va celebrato in tempi brevi. Dopo il vertice tra Simone Costanzo e il segretario regionale Fabio Melilli si capiranno meglio i tempi. Sarà fondamentale stabilire le regole. Pure in questo caso, se dovesse esserci una competizione, dove sta il problema? Ci si confronta sui programmi, si discute e poi si vota. Però è evidente che il sottoscritto riparte dall’attuale segretario Simone Costanzo. Insieme abbiamo fatto un cammino importante, che ho intenzione di continuare. Il congresso serve proprio per stabilire progetto e linea, per poi avviare un confronto. Mi sembra di poter dire che l’unità è un valore verso il quale tendere, ma la discussione interna non mi pare un dramma». De Angelis dunque fa il pompiere. Ma le sfide le lancia tutte.