Mostarda vicino alla direzione generale ma sarà un signor no?

di STEFANO DI SCANNO direttore de L’INCHIESTA QUOTIDIANO

All’Asl di Frosinone, nonostante la sua indiscussa “ciociarità”, non è che facciano i salti di gioia. Il candidato in pole position non sembra riscuotere entusiasmi eccessivi tra i corridoi della cittadella della salute.

Di sicuro più passa il tempo e più il nome del dottor Narciso Mostarda, neuropsichiatra attualmente direttore sanitario dell’Asl Roma H – una cosetta da 700mila abitanti/utenti – si fa strada fra i papabili alla conduzione dell’Azienda Sanitaria Locale di Via Fabi ed alla successione diretta (senza alcun interregno di facenti funzioni) con la dg Isabella Mastrobuono, promossa alla conduzione dello “Spallanzani”.

Il decreto di nomina da parte del presidente della Regione Zingaretti ed il passaggio del testimone sono questione di giorni: entro ottobre dovrebbe accadere il tutto.

Nessuno, beninteso, mette in dubbio le qualità professionali di Mostarda. Ma se si parla di direzione generale dell’Asl di Frosinone, è ben chiaro, che si parla di politica a tutto tondo. Si chiede la designazione di un dg ciociaro proprio perché si pensa che le origini possano contribuire a rafforzare lo spirito di difesa per un sistema sanitario pubblico ridotto ai minimi termini dalle ultime gestioni Polverini-Zingaretti.

La domanda delle cento pistole è se Mostarda, nell’eventualità, saprà opporsi e puntare i piedi. Perché è chiaro ed evidente che Zingaretti va avanti per la sua strada, che è marcatamente romanocentrica. E che dopo l’impeccabile esecutore della sua linea trovato nella professoressa Mastrobuono, difficilmente piazzerebbe in via Fabi un uomo meno fedele. Per non parlare di un dg capace anche di dirgli “no”.

L’idea è, invece, che Mostarda sia politicamente duttile, flessibile. Un po’ come la sua carriera partitica. Eletto in Consiglio comunale a Frosinone nei Ds con Marzi, non disdegnò il sostegno di Anna Teresa Formisano nella stagione storaciana per raggiungere la dirigenza all’Asl.

Torna nella massima assise del capoluogo come assessore con Marini per poi rompere con quella giunta fra polemiche a non finire. Di sicuro Mostarda non appare un “signor no”. Ed è una parvenza sa molto di sostanza.