Oggi il Pd al banco di prova: confronto per scegliere i nuovi dirigenti

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Il vertice è previsto per oggi. Da una parte, quella che ha eletto Simone Costanzo alla segreteria, ci saranno Francesco De Angelis, Mauro Buschini, Sara Battisti e Aldo Antonetti. Dall’altra, quella che ha sostenuto Domenico Alfieri, ci saranno Francesco Scalia, Nazzareno Pilozzi e Antonio Pompeo. Tra una settimana è in programma l’assemblea del congresso provinciale del Pd. In quell’occasione bisognerà indicare il presidente, il vicepresidente e il responsabile della commissione di garanzia.

Trattative serrate
La casella più delicata è quella della presidenza, attualmente appannaggio di Sara Battisti. Potrebbe essere attribuita a Domenico Alfieri o ad un esponente della sua area. Il segnale della pacificazione sarebbe chiarissimo. Ma la trattativa politica non è semplice e neppure scontata. A dimostrazione che non è facile superare due anni di contrapposizione frontale. Per quanto riguarda la vicesegreteria, invece, in pole position c’è la componente (maggioritaria) del presidente del Consorzio Asi Francesco De Angelis. Tra i nomi che circolano c’è quello di Giampiero Di Cosimo.

L’intervento di Pilozzi
Il deputato Nazzareno Pilozzi è stato tra i principali sostenitori della candidatura alla segreteria di Domenico Alfieri. Dice: «Dopo tanti anni si è celebrato un congresso quantomeno normale. Con un confronto vero e alla luce del sole. Credo che questo patrimonio di idee, di progetti e di rapporti non deve andare disperso. Sarebbe un peccato dopo tutto il percorso fatto per arrivare fino a questo punto». Argomenta Nazzareno Pilozzi: «Ha vinto Simone Costanzo, che adesso è pienamente legittimato nel ruolo di segretario. Ma ritengo che altrettanto importante è il dato relativo al fatto che è emersa una figura politica autorevole, quella del consigliere provinciale e sindaco di Paliano Domenico Alfieri. Ha ottenuto un risultato reale, il 45,6%. Impensabile per molti alla vigilia, considerando che si parlava di 70% e 30%. Fra le altre cose dobbiamo tener presente che la base congressuale è stata presa in considerazione sul tesseramento del 2014. La mappa del voto è chiara. Simone Costanzo ha vinto soprattutto nei circoli dei Comuni più piccoli. Alfieri, invece, si è imposto nei paesi più grandi, dove in questi anni si è affermata ed è cresciuta una nuova classe dirigente, fatta di sindaci, di assessori, di consiglieri e di militanti. Un’analisi del voto in questo senso va fatta».

Le strategie
A sostegno di Alfieri ci sono il senatore Francesco Scalia, il deputato Nazzareno Pilozzi e il presidente della Provincia Antonio Pompeo. Chiediamo a Pilozzi: quanto sarà complicata la convivenza politica fra tre esponenti di questo calibro? Risponde il parlamentare: «Guardi, da sempre sono un cultore de La Ginestra di Giacomo Leopardi. Mi riferisco al concetto di guardare l’avversario fuori da noi. Ecco, già faccio fatica a ragionare nell’ottica di diverse componenti interne, figuriamoci nell’ambito della stessa area. Siamo tutti parte della comunità politica dei Democratici, questa è la realtà. Inoltre penso che Domenico Alfieri rappresenti per intero il 45,6% dei voti ottenuti al congresso. Detto questo, i nostri avversari politici sono il Movimento Cinque Stelle e Forza Italia». Aggiunge Pilozzi: «Condivido l’analisi fatta da Luciano Gatti. Fra le altre cose ho sostenuto che dobbiamo superare la logica del partito della… fazione. Con il loro voto gli iscritti hanno aperto una nuova fase del Pd anche in provincia di Frosinone. Adesso la classe dirigente del partito deve dimostrare di essere all’altezza».

I delegati
Dovevano essere 180, ma il numero è destinato a salire per gli equilibri di genere e i cosiddetti “resti”. Ma in ogni caso la ripartizione al momento è la seguente: 96 per Pensare Democratico (la lista di De Angelis, Buschini e Battisti), 33 per Partecipazione Democratico (Costanzo). Mentre sono 69 i delegati di Democratici Si Cambia (Scalia) e 39 quelli di Con Alfieri Segretario (Alfieri e Pilozzi). L’incontro di oggi servirà anche a definire questo aspetto, anche se in ogni caso l’attribuzione dei delegati è parametrata sulle percentuali ottenute dalle singole liste. La cifra finale dovrebbe oscillare tra i 240 e i 270.

Il rischio vero è quello della solita ‘Tana libera tutti’
Cor.Tre. per Ciociaria Editoriale Oggi

Chi pensava ad un accordo immediato ha sbagliato pronostico. Anche se il Partito Democratico non ha alternative ad un’intesa, dopo mesi di confronti e di toni bassi. Nonostante la doppia candidatura alla segreteria. Tornare alla fase di contrapposizione frontale degli ultimi due anni sarebbe inspiegabile, ma c’è anche da dire che le posizioni in campo sono molteplici e non tutte concordanti. Alla convention dell’assessore regionale Mauro Buschini, il fitto confronto tra Francesco De Angelis e Francesco Scalia non è passato inosservato. I due sarebbero stati propensi anche ad un accordo prima del congresso, ma è andata in modo diverso.

Simone Costanzo non ha mai preso in considerazione l’idea di un passo indietro, come del resto al confronto congressuale volevano arrivare Domenico Alfieri, Nazzareno Pilozzi e Antonio Pompeo. Il quale, da presidente della Provincia, nei mesi scorsi è stato decisivo per la ricomposizione del gruppo unitario dei Democrat.

In gioco ci sono parecchi equilibri, anche all’interno dei diversi schieramenti. Sara Battisti, leader dell’area che fa riferimento al presidente nazionale del partito Matteo Orfini, ha la necessità di capire quanto “pesa” nella lista che fa riferimento a Francesco De Angelis, confermato nel ruolo di “azionista di maggioranza” del Pd provinciale con il 40,5%. Dall’altra parte, quella di Francesco Scalia, è indubbio che le figure politiche di Nazzareno Pilozzi, Antonio Pompeo e Domenico Alfieri siano emergenti. Ma resta il fatto che non trovare la “quadra” adesso avrebbe il sapore della beffa.

La prima prova del nove per la classe dirigente del Pd è questa. Tanto più che all’orizzonte ci sono le elezioni in venticinque Comuni. A Cassino e a Sora il Partito Democratico deve sciogliere molti nodi. E nelle linee programmatiche del segretario Simone Costanzo è sì sottolineata l’autonomia dei circoli sul territorio, ma allo stesso tempo viene posto l’accento sul fatto che la federazione provinciale deve indicare una rotta precisa. Il rischio è quello del “tana libera tutti”. Se chi si trova in minoranza non riconosce le decisioni della maggioranza, la frattura è costantemente dietro l’angolo. Come già successo in questi anni.