Sora, il “pasticciaccio” dei compensi

CIRO ALTOBELLI per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Soldi che vanno, soldi che vengono. Anzi soldi che sono andati nelle tasche dei dipendenti e che ora debbono essere restituiti. A stabilirlo, il Ministero delle Finanze che, a seguito di una ispezione del 2012 e riferita al periodo 2007/2011, ha dettato al comune di Sora una serie di prescrizioni per chiudere una procedura abbastanza complicata. Prescrizioni che il Comune ha recepito con una apposita delibera di giunta di pochi giorni fa con la quale si dà mandato ai dirigenti di recuperare al più presto le somme.

Ma per avere un quadro completo non si può che partire dai punti di criticità emersi nella verifica contabile di tre anni e mezzo fa e durata un mese. Erano ben 19 e riguardavano appunto la gestione giuridica ed economica del personale. Per ribattere ai rilievi del ministero, nel 2013 il Comune aveva presentato le controdeduzioni indicando i correttivi applicati nel frattempo. A questa nota, il mese scorso, la Ragioneria Generale dello Stato ha replicato indicando non solo le questioni risolte ma soprattutto dando indicazione sia per il recupero delle somme ritenute indebitamente corrisposte, sia per la definizione da parte della magistratura contabile delle questioni ancora aperte. In particolare, il Comune è stato sollecitato a recuperare le somme che i dipendenti, negli anni in questione, hanno percepito in qualità di componenti delle commissioni dei concorsi e dell’edilizia residenziale pubblica.

Non sono certo bruscolini visto che si tratta di oltre 88.000 euro complessivi. Altre migliaia di euro da recuperare per il nucleo di valutazione al Segretario Generale dell’ente. Passaggio importante anche quello riguardante le “illegittimità varie in sede di costituzione dei fondi per lo sviluppo delle risorse umane e della produttività per il personale del comparto”per le quali la Ragioneria dello Stato chiede al Comune di “recepire con apposita delibera” la ricostruzione dei fondi che prevede, in pratica, il recupero di oltre 245 mila euro, con rate di poco più di 27.000 euro per nove anni.

Vengono rimandati invece alla valutazione della magistratura contabile altri punti di criticità dell’ispezione come la mancata costituzione con atto formale dei fondi per lo sviluppo delle risorse umane e per la produttività e l’omessa sottoscrizione di accordi annuali aventi ad oggetto la ripartizione delle risorse decentrate. Stesso discorso per la “illegittima erogazione dei benefici retributivi connessi alle progressioni economiche orizzontali” e per quelle che vengono definite “gravi anomalie nell’espletamento di alcune procedure di progressione verticale”.

Infine confermati gli esiti, negativi, dell’ispezione ministeriale per quel che concerne “l’illegittimo incremento del fondo per la Dirigenza” e l’ “indebito utilizzo per il finanziamento del trattamento accessorio della dirigenza, di risorse eccedenti la disponibilità dei fondi correttamente costituiti”. I dipendenti interessati non saranno certo contenti.