Spilabotte: «Sono della stessa taglia da 10 anni e la politica non mi va stretta»

da L’INCHIESTA QUOTIDIANO

Senatrice Spilabotte, si dice che lei debba trovare una collocazione in altro collegio per far spazio all’ex eurodeputato Francesco De Angelis alla prossima tornata politica o si deve impegnare quale candidata a sindaco di Frosinone. Cosa risponde ai retroscenisti?

«Veramente si tratta di retroscenisti ma diffondono indiscrezioni senza riscontri perché chi fa politica non è che mette la bandierina sulla poltrona e vi rimane abbarbicato. I ricambi sono normali. Le voci che candidano De Angelis alle politiche sono infondate perché ha fatto campagna a sostengo mio e di Buschini all’insegna del rinnovamento. E’un politico coerente e non ha sete di potere, né bisogno di ricollocazione, considerata la carriera brillante al suo attivo, incluso l’essere il primo dei non eletti alle ultime europee. Così come è priva di fondamento l’idea che io possa aspirare alla candidatura di sindaco di Frosinone. Non se ne è discusso mai, non certo in tavoli ufficiali, mai nessuno del partito me l’ha chiesto, per cui non credo che sia nelle cose possibili. Dico che bisogna lavorare ad un ricambio generazionale per poter riportare il comune di Frosinone sotto la gestione del centrosinistra puntando su una nuova candidatura.Tra gli aspiranti non possono esserci né Marini, né Marzi né Schietroma, sempre schierati in opposte fazioni e che hanno portato alla sconfitta. Serve una candidatura nuova che unisca il centrosinistra. Se si ritiene che io possa avere i requisiti giusti mi metterò a disposizione. Altrimenti non è una mia aspirazione diventare sindaco di Frosinone. La politica è servizio e quello che può essere utile ai cittadini lo faccio».

In Provincia la sanità resta l’argomento di attualità. Lei in passato è stata l’unica esponente di spicco del Pd ad esprimere riserve sulle scelte adottate da Regione e direzione Asl. Qual è il suo giudizio oggi, anche alla luce della promozione del dg Mastrobuono alla direzione dello Spallanzani?

«Non sono stata mai scettica sulla scelta della direttrice Mastrobuono, visto che parliamo di una professionista che è stata selezionata tra il fior fiore dei manager da una commissione di esperti che ha stilato una classifica. Ecco perché non sono mai entrata nel merito della preparazione della direttrice che non discuto. Ho solo e sempre sostenuto che, visto che non è di Frosinone, la direttrice – non conoscendo il territorio – ha lavorato senza fare gli interessi della nostra provincia. Mi lascia perplessa la promozione a metà mandato perché non so se vuol dire che ha fatto tanto bene a Frosinone o se è stata tolta di mezzo perché ha assunto decisioni inadeguate. E’chiaro che avrei voluto una direzione che fosse durata più tempo per consentirci di conseguire i risultati che questo territorio attende in campo sanitario. Sono fiduciosa comunque, spero in un nuovo direttore generale Asl che ascolti il territorio, i rappresentanti istituzionali e che ascolti le esigenze di quelli che vivono in trincea. Perché fino ad oggi, a volte, le decisioni sono state calate dall’alto senza ascoltare i problemi del territorio».

Al di là della battaglia per la legalizzazione dei lavoratori del sesso, quali sono le altre posizioni convinte che ha assunto in Parlamento? Cosa le è piaciuto di meno e come si è comportata, ad esempio,sul caso Azzolini? «Non avrei votato per l’abolizione delle province come previsto dalla legge Delrio: ho sempre temuto che si facesse confusione e che i costi non fossero tali da giustificare l’abolizione di questi enti. Sono stata abbastanza profetica visto che a livello provinciale si vive in una fase di incertezza, senza trasferimenti di deleghe e danaro, con la collocazione del personale ancora in alto mare. Per il resto ritengo che il premier Renzi stia portando avanti una grande opera riformatrice: da due giorni, ad esempio, abbiamo concluso il lavoro sul Jobs Act. Da sola la nuova normativa sul lavoro, certo, non basta a far ripartire il Paese. Ma va vista insieme alla lotta alla corruzione, alla riforma della giustizia e alle scelte di politica industriale: solo con una serie di interventi come quelli in cantiere possiamo dare una speranza in più. Penso, ad esempio, ai 12 miliardi annunciati ieri per la banda larga che sono la prova tangibile del “governo del fare”. Un paese per 20 anni paralizzato adesso sta cambiando volto ed è chiaro che si incontrino delle resistenze da parte dei poteri consolidati. Per quanto riguarda Azzolini, il voto è segreto; però non ho problemi a dire che ho votato contro l’arresto perché imiei colleghi che lavorano in giunta mi hanno confermato, come ho potuto anche leggere dagli atti consegnatici dal presidente Zanda, che non c’erano le condizioni affinché potessimo disporre il benestare agli arresti. Fermo restando che il processo va avanti e se il presidente Azzolini è colpevole sarà arrestato al momento della condanna definitiva. Nessuno ha fermato il processo. Abbiamo solo esercitato una prerogativa che ci è data dalla Costituzione».

Il suo look è cambiato in maniera evidente da quando è parlamentare e sul web c’è chi pubblicizza la sua partecipazione alle feste romane: a Frosinone c’è chi teme che la vita della capitale possa guastare la sua genuinità ciociara. Cosa replica?

«Non credo che il mio look sia cambiato di molto tant’è vero che sono della stessa taglia da 10 anni a questa parte. Sul web appare quello che la gente vuol fare apparire perché partecipare a tre feste di compleanno non vuol dire partecipare alla vita mondana della capitale. Nessuno spiega che Spilabotte esce poco, la sera studia gli atti parlamentari e non si scrive che la senatrice Spilabotte concorrerà a risolvere i problemi dei lavoratori stagionali o che è stata relatrice di uno dei più importanti decreti attuativi del Jobs Act. Ma essendo un personaggio pubblico capisco il tipo di attenzione che mi rivolgono anche se credo che parliamo deirumors messi in circolazione dai soliti quattro personaggi che stanno fissisul web».