Uso privato del suv 118, De Santis accusato di peculato

GIULIO DE SANTIS per IL CORRIERE DELLA SERA

Un Suv medio-grande, con un abitacolo ampio, dotato di bagagliaio adatto a viaggi con tutta la famiglia. È il «Nissan X Trail» comprato dall’Ares (Azienda regionale emergenza sanitaria) per interventi d’urgenza di cui si appropriò nel 2013 l’ex direttore generale Antonio De Santis con l’intento di andarci in giro soprattutto fuori dagli orari di lavoro. Ed è stato proprio l’uso dell’auto come se fosse un mezzo privato il motivo per cui adesso il dirigente siede sul banco degli imputati con l’accusa di peculato.

Indagati anche il responsabile del parco auto e dell’ufficio tecnico
A rendere il fuoristrada ancora più prezioso fu anche un altro «optional», escluso dalla lista degli accessori messi a disposizione dalla casa automobilistica giapponese: l’autista. De Santis, infatti, mise alla guida della «sua» macchina Mauro Mazza, dipendente della stessa Ares, anche lui sotto processo per le stesse accuse contestate al superiore. In ogni modo, l’utilizzo improprio dell’auto – secondo la Procura- non sarebbe mai potuto avvenire se De Santis non avesse avuto due funzionari compiacenti: il responsabile del parco macchine, Lauro Sciannamea, e il responsabile tecnico delle vetture dell’Agenzia che gestisce il soccorso d’emergenza, Roberto Frigeri, anche loro sotto processo con l’accusa di peculato. A questa imputazione va aggiunta la contestazione di falso perché, secondo l’accusa, gli imputati redassero un verbale attestando che il Suv era stato dotato della strumentazione necessaria alle emergenze mentre in realtà fu lasciato nello stesso stato in cui era, quando, ad aprile del 2013, fu ritirato dal concessionario Nissan.

La Regione aveva stanziato 605 mila euro per le auto mediche
L’acquisto del fuoristrada si collocò all’interno di un’iniziativa della Regione: tre anni fa stanziò 605 mila euro per rinnovare i mezzi di trasporto. In particolare, il piano prevedeva 12 auto mediche nuove da mettere a disposizione del 118 insieme a 8 Suv, indispensabili per raggiungere zone colpite da alluvioni, nevicate e terremoti. L’impegno economico fu preceduto da accese polemiche sulle spese ritenute eccessive. La replica di De Santis arrivò immediata, oltre che piccata: «È stato fatto tutto con trasparenza ed è stato tutto autorizzato dalla Regione», disse il dirigente. Che riguardo alle macchine specificò: «Abbiamo previsto non solo la fornitura del mezzo e dell’attrezzatura medica, ma anche 5 anni di manutenzione».

Uno dei suv lasciato come riserva, l’altro a De Santis senza autorizzazione
Sei Suv vennero assegnati alle centrali operative di Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo, Roma e provincia di quest’ultima. Uno, fu destinato a rimanere parcheggiato nell’autoparco come riserva. L’ottavo invece andò a De Santis, senza però nessuna autorizzazione preventiva. Tutte le auto inoltre furono dotate di attrezzature specifiche a renderle adatte alle emergenze del 118. Una soltanto fu esclusa dagli «adattamenti»: il Suv del direttore generale.

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Corriere della Sera