Io dico no al gruppo unico Pd in Provincia, e vi spiego perchè

di GRAZIANO CERASI (già membro della Commissione di Garanzia Pd)

La costituzione di un gruppo unico del PD a piazza Gramsci era atto opportuno ed auspicabile forse fin da un minuto dopo quelle sciagurate elezioni dell’ottobre scorso. Sciagurate per come la legge Del Rio (non) riformava le province – in verità da sopprimere in toto – e per come il Partito Democratico, peraltro in buona compagnia nel resto d’Italia, male interpretava quel vento di novità, facendosi mettere sotto scacco da forze numericamente ed inevitabilmente destinate alla sconfitta e che oggi invece possono fare la voce grossa: in una terra politicamente flagellata come la nostra, poi, una specie di ordigno innescato e dalla forza potenzialmente distruttiva (anzi senza il “potenzialmente”!).
Era auspicabile un gruppo unitario, forse addirittura necessario in una sorta di efficacia clinica: una specie di terapia di coppia (perché in fondo è di questo che parliamo come sempre quando si affrontano le vicende del PD locale…) in cui le due parti potessero sfogarsi e vomitarsi finalmente in faccia quanto pensavano l’uno dell’altro, troppe volte malcelato dietro veti incrociati e colpi più o meno bassi, ma con l’intento una volta tanto di riuscire a tenere la barra dritta e a non cedere delle sirene dell’alleato affatto naturale.

 

Ma forse non erano maturi i tempi, o non c’è stata un’integra volontà di tentare fino in fondo un passo che troppa lucidità richiedeva in un momento in cui la luce della ragionevolezza era ridotta a tremante fiammella e l’urna del maggio precedente grondava ancora sangue in un’emorragia ad oggi ancora (e quasi giustamente) affatto rimarginata.

 

Riparlarne oggi, dopo che in mezzo si sono succedute le vicende Saf, Asi e – da ultimo, ma non certo per ultimo – Cosilam, sa tanto del tentativo di mettere una toppa dov’è una voragine e preparare magari solo il prossimo colpo gobbo. Cosa lo fa pensare? Ebbene, se non suona quantomeno sospetto il fare e reiterare le pulci alla gestione Cosilam e, soprattutto, Saf del nuovo corso, pulci verso questi Enti troppo a lungo invece riposte nel soffice cassetto delle pratiche “comode”, cos’altro potrebbe significare se non la voglia di ridare lo schiaffo dopo essersi visti costretti a porgere l’altra guancia … e anche qualcos’ altro?!

 

Per questo non appare affatto meritevole di biasimo oggi, anzi, il gelo con cui il Consigliere Cinelli ha sbattuto la porta in faccia a quanto, a caldo, sarebbe apparso opportuno, se non addirittura necessario.

 

Al di là, infatti, dei veti più o meno incrociati ed alle strategie che sopra vi si giocano per il futuro, vi è un dato politicamente significativo ad oggi, al netto di tutte le valutazioni collaterali possibili, ovvero che al momento nel PD provinciale vi possa essere addirittura una parte che finisce con l’apparire inaffidabile sia con l’alleato formale ed ufficiale (che in realtà sarebbe, o dovrebbe essere, l’avversario naturale), sia, e specialmente, con l’avversario formale ed ufficiale (che invece sarebbe, o dovrebbe essere, l’alleato naturale, per davvero però). Francamente una situazione troppo platealmente consacrata e palesata dalle mosse trasversali che hanno determinato, assieme ad una potenza di fuoco e ad un radicamento obbiettivamente maggiori dell’altra parte, clamorose inversioni di volontà e conseguenti atti (e voti) nelle note vicende di quegli Enti appena sopra ricordati.

 

Queste considerazioni non vogliono essere affatto un atto di partigianeria – tutti sanno quanto poco conti la mia opinione ed il mio apporto alla causa e da che parte io sia comunque sempre coerentemente stato … malgrado tutto; e la cosa almeno un piccolo privilegio me lo riserva, cioè aver potuto e poter sempre parlare in libertà e con estrema franchezza sia con il marito fedifrago che con l’amante tradita (a voi la scelta di attribuire i ruoli …) – e quando c’è stato da prendere delle decisioni l’ho fatto assumendomene la responsabilità, come in occasione delle mie dimissioni da membro sella commissione provinciale di garanzia del PD in aperto contrasto col Segretario circa la volontà di sanzionare proprio quella parte del partito in questione ed i suoi esponenti, proprio all’esito delle elezioni provinciali del 2014, passaggio che mi vedeva, e mi vede tuttora, nettamente contrario. Tuttavia, come non negare quell’evidenza che, secondo me, va a suffragare le considerazioni che precedono? Il che non è certo il massimo della vita (politica, s’intende!) per chi, manifestando disponibilità a sacrificare molto di sé sull’altare dei santi numi protettori evocati a Roma per un sicuro futuro posto al sole nell’agone politico addirittura nazionale, non disdegna affatto la stigmate della presunta inaffidabilità … ed ora speriamo solo di non dover fornire spiegazioni a qualche ex assessore sul nome dei miei mandanti…..