Manager Asl, la melina dei leader politici ed il silenzio dei sindaci

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

La vicenda della nomina del nuovo direttore generale della Asl asso- miglia sempre più a quella commedia teatrale nella quale i figuranti, al grido di “partiam partiam”, battono freneticamente i piedi. Restando però drammaticamente inchiodati sul posto. Insomma, un grande rumore, ma nessun passo avanti.

Così come non si capisce perché, dall’annuncio del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti (datato 29 luglio scorso), siano passati più di due mesi senza che la professoressa Isabella Mastrobuono abbia preso servizio come direttore dello Spallanzani a Roma.

Più che un tiro alla fune in realtà è in corso una lunga partita a scacchi giocata sull’orlo di una crisi di nervi. Nel vortice delle indiscrezioni e perfino del “gossip” tutti hanno paura di sbagliare la mossa decisiva. Fra le altre cose il momento più forte dello scontro si registrò nel marzo scorso, quando venne approvato l’Atto aziendale. Che però, come stabilisce la norma transitoria finale, non può essere modificato né nell’anno dell’approvazione né negli ultimi sei mesi di mandato del manager. Questo per dire che cambiare l’Atto sostanzialmente è poco più di una “pia intenzione”. Però l’assemblea dei sindaci diede il via libera (comunque consultivo) confidando nel fatto che si sarebbero gettate le basi per prevedere il Dea di secondo livello all’ospedale di Frosinone. Il che si traduce in reparti specializzati e fatti concreti. In realtà anche in questo caso nessun passo avanti vero. E neppure un sus- sulto da uno solo dei sindaci, magari per dire che questo territorio meriterebbe ben più che impegni a futura memoria. Silenzio assordante