Schiacciati dall’inerzia

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Sfogliando La Provincia scopriamo che siamo tutti indebitati. Circa 313 euro a testa, ma è la storia del pollo di Trilussa: chi si accontenta solo di una coscia e chi invece ne mangia 10. D’altronde le statistiche sono così. Contemporaneamente, leggendo Ciociaria Editoriale Oggi scopriamo che l’Istat certifica che il reddito è precipitato per le famiglie ciociare: 19.000 euro (sui quali poi applicare le tasse) a Frosinone, 8.000 a San Biagio Saracinisco. Non c’era bisogno degli istituti nazionali, ce ne accorgiamo da soli. La vita quotidiana è diventata una corsa ad ostacoli.

I disoccupati della Vertenza Frusinate si ostinano ad incontrare tutti, perfino il ministro Maria Elena Boschi, che si occupa di riforme e che comunque non può andare oltre delle rassicurazioni sul piano della solidarietà. D’altronde Gino Rossi e compagni quante volte hanno incontrato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti? Cosa hanno ottenuto?

Ma soprattutto: cosa potevano ottenere? Mancano risorse e capacità politica di risolvere la situazione. Oggi paghiamo le scelte non fatte dieci e venti anni fa, scontiamo il prezzo delle decisioni sbagliate in quegli anni.

E non impariamo la lezione. Imperterriti continuiamo a sbagliare. Come nel caso della perimetrazione del Sito di interesse nazionale della Valle del Sacco: ha scontentato tutti (io Stato traccio una linea e dico che sei da bonificare ma se non è così dimostramelo; se per dimostrarlo devi pagare un pozzo di soldi in analisi e certificazioni sono fatti tuoi, l’importante è che i soldi non li debba cacciare io). E così le aziende, non soltanto non avranno la forza finanziaria per poter bonificare le aree, ma dovranno fare i salti mortali per non chiudere i battenti.

Sull’acqua, per le responsabilità politiche della conferenza dei sindaci, i cittadino non faranno in tempo a finire di pagare il conguaglio di 75 milioni di euro, che ne dovranno corrispondere uno che in realtà ne contiene 4. Per una cifra stimata di 150 milioni di euro. Il doppio di quello di 75 milioni. In più le tariffe aumenteranno del 34% al termine dei prossimi 4 anni. Non bisogna dimenticare che è stata un’assemblea dei sindaci a decidere di metterci con mani e piedi legati, tra le braccia di un colosso multinazionale privato; è stata un’assemblea dei sindaci a stabilire il passaggio ad un sistema tariffario che prevede i continui conguagli; è stato nel silenzio assoluto della politica che il referendum sull’acqua è stato trasformato in una trappola per gli utenti.

Amazon ha investito a Passo Corese, portando lì 1200 posti di lavoro. Nessuno in provincia di Frosinone ha ancora chiesto scusa per l’ennesima occasione buttata al vento. Anche questa sconfitta è orfana.

Nel frattempo stanno arrivando i profughi: povera gente, bambini, donne incinte. Scappano dalla guerra e dallo sterminio. Non hanno niente. Arrivano in Ciociaria, dove vengono accolti da dubbi, diffidenze, malumori, critiche, a volte insulti. Spesso c’è il dubbio che li abbracciamo solo per i soldi che vengono garantiti in cambio dell’assistenza. Ma che razza di territorio siamo diventati? Abbiamo paura di noi stessi e ce la prendiamo con gli altri.

In tutto questo il convegno del Pd sul referendum vede la partecipazione del ministro Maria Elena Boschi, che per la verità ha toccato temi politici precisi. Illustrandoli e approfondendoli. Ma tutti si sono concentrati sul colore della gonna e sul colore degli occhi, in tanti si sono dilettati nei selfie.

Povera Ciociaria, schiacciata dall’inerzia.