Il Frosinone è diverso. Ha smesso di giustificarsi per la sua presenza in Serie A. E lotta su ogni pallone. Perché non sempre vince il migliore: ma quello che ci crede di più
Ferazzoli
Due riflessioni a mente fredda su Frosinone-Lazio. Ci sono due elementi che – a parti invertite – non avrebbero prodotto lo stesso risultato. Il Var. Ed i tifosi della Lazio: spostati per ragioni di sicurezza hanno trascorso il tempo ad istigare il tifo di casa
Chiude il calciomercato. Il Frosinone non è uno show business, è l’imprevedibile bellezza del calcio. Mai scontato. Vero. È Un calcio che contraddice le regole del denaro, delle grandi realtà. Che fa emergere il meglio da ogni calciatore. Che abbia voglia di essere un uomo.
Il filo spinato che recintava Auschwitz ha solo cambiato posizione. Sono passati 74 anni dall’apertura di quei cancelli eppure l’Europa che oggi ricorda, dimostra di non aver imparato nessuna lezione.
Domenica i tifosi del Frosinone hanno distribuito fischi e applausi con cognizione di causa. Per dire basta a chi non onora la maglia. Ed elogiare un ragazzo che ci ha messo l’anima
Occorreva un po’ di cuore in più. Non solo sul campo. Anche sugli spalti, lì dove si incita. E allora il Frosinone cerca di facilitare l’ingresso di più cuore allo stadio. Con una nuova politica dei prezzi per i baby
Tutto dipende da dove ci si vuole mettere a guardare. La prima parte della stagione del Frosinone può essere vista come un disastro. Oppure come un incredibile risultato nel quale siamo ancora in corsa per la salvezza. Dipende da noi.
Il calcio è amore folle. Come quello mostrato dal tifo giallozzurro l’altro giorno. Come quello mostrato dai milanisti allo Stirpe. Nulla a che vedere con San Siro. Come…
Il clima della piazza era diventato ormai insostenibile. Ed aveva iniziato a condizionare il clima interno. Ecco perché l’esonero di Longo era diventato non più rinviabile. Cosa dice la partita di Udine.
Troppo marketing e poco cuore: il Frosinone ha iniziato qui a perdere. Scelte azzeccatissime e moderne: ma il cuore è altro. Ed il calcio è prima di tutto cuore.
Così Frosinone ricostruisce gli uomini. Ma Salvini (e Alfano) non lo sanno. Storie di integrazione che funziona. Di progetti applicati ai migranti. Che così diventano uomini liberi. La diffidenza degli operatori. La rabbia scambiata per ingratitudine
Non è tanto il risultato a deludere. Ma l’arrendevolezza della squadra scesa in campo. Negarlo è nascondere l’evidenza. Perché questi tifosi applaudono anche il Frosinone che retrocede: ma solo se ha la maglietta zuppa di sudore e fango
Il Frosinone contro il Cagliari ha giocato un’ottima gara. Forse la migliore del campionato. Ma come in un videogioco in cui salendo di livello aumenta anche la difficoltà, oggi il Frosinone di Longo è obbligato ad un ulteriore salto di qualità. Con il coraggio di osare.
Non è dai punti persi a San Siro che passa il discorso salvezza. Perché nonostante i limiti del caso, non si è trattato né di una gara scontata né della “classica goleada” che ti fa guardare il cronometro supplicandolo di accelerare. Il Frosinone aveva già vinto prima di scendere in campo. Perché…
Il Frosinone è tra le poche squadre di Serie A e Serie B impegnate attivamente per coinvolgere i giovani, andando a scuola per spiegargli la lealtà e la correttezza. Con tante iniziative. Il prossimo passo? Una corsia privilegiata per portarli allo stadio. Ma è possibile farlo?
Un goal stratosferico. Una maturità ed una sicurezza che non ti aspetteresti. Pinamonti è l’impressione di assistere alla nascita di una nuova stella nel firmamento del calcio
Il pareggio del Frosinone a Parma è stato l’occasione per altre critiche. Sbagliate. Perché quel punto difeso al Tardini con le unghie e con i denti vale tantissimo in termini di serenità, consapevolezza e coraggio. E se qualcosa fosse andato storto, quelle stesse scelte sarebbero apparse avventate.
C’è un nuovo Frosinone sui campi di calcio di Serie A. È il Frosinone visto a Ferrara. E non è diverso dal precedente per possesso palla o tecnica. È un Frosinone che ora, finalmente, ha un’anima.
L’ultima partita disputata dal Frosinone ha mostrato fin dove può arrivare questa squadra. Mettendo a nudo il motivo che ha spinto a decidere per il ritiro: la necessità di amalgamare. Perché è l’animo, non il cielo, a dover cambiare. Anche se restano le irragionevoli costanti
Il momento difficile. E le sue origini. Come se le distanze avessero iniziato ad aumentare dall’inizio. Ma nonostante ci siano decine di ragioni contrarie, ne resta comunque una per non arrendersi. E continuare a credere nel Frosinone. Si chiama orgoglio personale