CESIDIO VANO per LA PROVINCIA QUOTIDIANO
Calma e gesso. L’arrivo della diffida da parte dell’Autorità di vigilanza sul settore idrico (l’Aeegsi), che chiede ai sindaci di deliberare la proposta tariffaria per l’acqua da applicare nel quadriennio 2016-2019, è una buona notizia.
L’assemblea dei sindaci avrebbe dovuto provvedere già ad aprile. Non lo ha fatto. Ad inizio settembre – su proposta del sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani e con il voto del centrodestra -, ha deliberato di chiedere all’Aeegsi di rinviare al prossimo anno la questione relativa alle tariffe e, in subordine qualora questo non fosse stato possibile, ha chiesto di applicare anche per il futuro le tariffe del 2015.
Un deliberato che non aveva né capo né coda. E’ come se un Comune avesse detto al Ministero dell’Interno: quest’anno il bilancio non lo faccio! E se proprio ne serve uno, c’è quello dell’anno scorso.
L’Autorità, a cui spetta approvare le tariffe sulla scorta di quanto predisposto da sindaci e gestore, avrebbe potuto fare due cose. La prima: approvare direttamente le tariffe sulla scorta degli unici dati di cui era in possesso: quelli di Acea e della delibera comunque assunta dai sindaci. La seconda: diffidare i primi cittadini a fare quello che la normativa richiede con l’avvertimento che, perdurando nell’inadempienza, le tariffe saranno deliberate comunque dall’Autorità medesima.
Avendo scelto questa seconda via, ai sindaci viene data una nuova possibilità di predisporre una tariffazione che contrasti quella pianificata da Acea. In ballo, come già detto più volte su queste colonne, non ci sono tanto gli aumenti che, applicando il metodo tariffario, necessariamente saranno dell’8% annuo per i quattro anni, ma il conguaglio che verrà a generarsi: per Acea circa 80 milioni di euro a fine quadriennio, per la struttura tecnica dell’Ato5 (la Sto) 34 milioni di euro.
Secondo i conteggi di Acea, per far arrivare l’acqua nei rubinetti dei ciociari servono ogni anno circa 83 milioni di euro, tra costi e investimenti programmati. Per coprire tale spesa con le bollette l’attuale tariffa dovrebbe essere aumentata di oltre il 50% ogni anno.
Il metodo tariffario, però, fissa l’aumento massimo all’8%, quindi tutta la spesa non coperta diventerà, a termine del periodo regolatorio, conguaglio da applicarsi sugli anni a venire, quando vi sarà capienza in tariffa.
La proposta della Sto, con cui ora si dovrà tornare a fare i conti e che a settembre i sindaci non hanno però voluto approvare, provava a limitare i danni: applicava sanzioni ad Acea per violazioni alla convenzione e non ammetteva, da subito, alcuni costi previsti dal gestore rinviandoli a successivi confronti, riuscendo così, nell’immediato, a limare l’importo dei conguagli futuri.
Molto probabilmente i sindaci dovranno ripartire da qui. C’è tempo fino al 17 settembre. Ma sul tavolo dell’assemblea c’è anche la proposta di risoluzione contrattuale per inadempienza di Acea che alcuni sindaci, soprattutto di area del centrodestra, hanno depositato mercoledì mattina.
Anche questo argomento dovrà giungere a breve all’esame della Conferenza e bisognerà vedere se prima, contestualmente o dopo la questione tariffaria.
.