Il liceo di Ceccano rompe gli schemi. E chiede ai suoi allievi di portare lo smartphone o il tablet o il netbook: si insegna come usarlo in maniera costruttiva. Il metodo Byod fa scuola e Ceccano viene presa come esempio.
«Scusate l’intrusione: ma voi siete quelli del BYOD?» Bruno è di Schio, in provincia di Vicenza: aveva letto il mio nome sul cartellino della Fiera Didacta, terminata ieri alla Fortezza da Basso a Firenze dove ero con la preside Senese a presentare l’esperienza del Liceo di Ceccano. E quel nome aveva significato BYOD, la modalità per cui a scuola ogni allievo porta l’apparato che ritiene più consono a sé per lo studio e l’apprendimento.
Confesso di essere stato sorpreso ma anche orgoglioso per quanto siamo riusciti a costruire al Liceo di Ceccano, nell’uso delle tecnologie e degli apparati per la didattica.
Insegno in una scuola, il Liceo Scientifico e Linguistico di Ceccano, che da anni ha aperto le sue aule all’utilizzo di tutti i dispositivi per il collegamento ad internet, compresi i telefonini. E’ una modalità che viene chiamata BYOD, un acronimo americano, Bring Your Own Device, porta il tuo dispositivo. Per i nostri ragazzi, l’apparato personale (sia esso un computer, un tablet, un telefonino) è strumento di studio quotidiano, è avere la possibilità di poter accedere al più grande contenitore di sapere e di informazioni mai esistito fino ad oggi, internet.
Perché invece di telefonino sì, telefonino no, la sfida è invece internet sì, internet no!
Moltissime delle nostre scuole hanno connessioni ad internet inesistenti, spesso incapaci di sostenere anche il solo traffico del registro elettronico e con le quali portare il telefonino a scuola come strumento di studio è un sogno irrealizzabile, soprattutto a causa dei contratti dei gestori telefonici che prevedono un alto costo per le connessioni ad internet. Per questo la scelta del Liceo di Ceccano 4 anni fa fu quella di non investire più in apparati destinati ad una rapida obsolescenza ma di fornire invece un collegamento ad internet efficiente e sicuro, con una banda di almeno 100 Mbps simmetrici, sia in download che in upload. Oggi, quotidianamente, al Liceo di Ceccano si collegano e navigano contemporaneamente più di 1000 apparati, fra computer, portatili, tablet e telefonini, ognuno identificato singolarmente per le responsabilità personali, con la disponibilità di applicazioni di condivisione e di collaborazione fornite gratuitamente a tutti gli allievi.
Il segnale internet è offerto da un consorzio formato dalle università italiane, il GARR, tramite il centro Edunet dell’Università di Cassino. Ed un segnale di qualità, insieme ad una efficiente rete wireless dedicata, Eduroam, comune a tutte le università e i maggiori centri di ricerca del mondo, rendono possibile in qualunque momento accedere alla rete internet, senza attendere che il filmato si carichi, che la posta arrivi, che…
Certo, il telefonino, con tutte le sue notifiche, può distrarre, può diminuire la concentrazione, ma questo è proprio il compito della scuola: insegnare ai propri allievi l’uso corretto di uno strumento così potente che ciascun allievo ha in tasca e che gli mette a disposizione enciclopedie, atlanti, dizionari, traduttori, in misura inimmaginabile per chi è andato a scuola prima di internet. Alla scuola spetta far percepire agli allievi il pericolo che può esserci dietro l’assillo della notifica.
D’altronde coloro che paventano il crollo della scuola a causa dei telefonini, utilizzano questi attrezzi per il loro lavoro, per le loro amicizie, per leggere i giornali, per avere notizie immediate, per verificare la veridicità di un fatto, per confrontarsi con gli altri…
Si tratta di non esagerare, è ovvio. E questo è proprio il compito della scuola che invece di infilare la testa sottottoterra deve guidare i propri allievi all’uso consapevole e corretto di tali strumenti, a difendersi dalle fake news, a formarsi nella cittadinanza digitale, a sfruttare al massimo le opportunità offerte dalla rete…