L'assemblea dei sindaci approva il bilancio Saf. È il documento strategico con cui proiettare nel futuro il ciclo dei rifiuti in provincia di Frosinone. Scontro degli estranei che volevano partecipare. Poi il dibattito. E...
Favorevoli: 58. Contrari: 5 (uno dei quali solo per una ragione tecnica). Astenuti: 3. I sindaci della provincia di Frosinone si assumono le loro responsabilità e decidono di traghettare il territorio nella Green Economy e nella Circular Economy. In pratica: l’economia basata sul recupero dei rifiuti e la creazione di nuove materie prime partendo dagli scarti. Lo hanno fatto approvando il bilancio della Saf, la Società divisa in parti uguali tra i Comuni della provincia di Frosinone per occuparsi del trattamento delle immondizie.
Extra Omnes
È una società di diritto privato, anche se i capitali sono pubblici. Per questo, da sempre, possono assistere ai lavori soltanto i soci. Come se fosse l’assemblea dei soci Fiat o di qualsiasi altra azienda privata.
Non a tutti è chiaro. L’onorevole Francesca Gerardi (Lega) pretende di assistere ai lavori, sostenendo che è una parlamentare e quindi ha diritto di ascoltare. Stessa pretesa dal presidente del Consiglio Provinciale Daniele Maura (Fratelli d’Italia).
Con fermezza, il presidente Lucio Migliorelli invita gli estranei a lasciare il salone di rappresentanza della Provincia di Frosinone perché deve riunirsi l’Assemblea dei Soci. Di fronte alle proteste non si scompone: anche perché i carabinieri e la digos sono pronti a far rispettare il Codice Civile.
L’onorevole Francesca Gerardi si altera in maniera vistosa. Il notaio che svolge le funzioni da segretario prova a spiegare: “Onorevole un’assemblea di soci…” “Io sono una Parlamentare“. “Per me lei può essere anche il Papa: il Diritto Societario parla chiaro“. “Sono anche un consigliere comunale di Pontecorvo!” “Il suo Comune ha già inviato un delegato“.
Funziona come nel Conclave; fuori gli estranei, extra omnes.
I rifiuti da Roma? Un’altra storia
Il Bilancio è stato messo a punto dal presidente Lucio Migliorelli sulla base del Piano Industriale approvato dai soci nelle scorse settimane. Un piano che individua un percorso per arrivare allo stop dell’attuale impianto Tmb di Colfelice. Lungo quel percorso c’è la sua sostituzione graduale con un impianto di concezione del tutto diversa: non più macchinari che vagliano e tritano, trasformano il rifiuto in combustibile per termovalorizzatori. Al loro posto, una vera e propria Fabbrica dei Materiali con cui ricavare nuove materie prime da ciò che per altri è uno scarto. (leggi qui Inizia la chiusura di Saf, via ai lavori per la Fabbrica dei Materiali).
Un progetto che i sindaci avevano chiesto di iniziare a disegnare già un anno fa: cioè quando avevano approvato lo scorso Bilancio. (leggi qui Saf, il Bilancio è passato ma il futuro dei rifiuti cambia). Hanno detto si, coerenti quanto avevano chiesto un anno fa: ora che il progetto c’è, ora che il piano industriale è stato messo a punto ed approvato, ora che ci sono anche i soldi per farlo.
I rifiuti da Roma? Fanno parte del piano. Il bilancio lo dice in maniera chiara: i soldi che Roma capitale paga per farsi lavorare a Colfelice una parte delle sue immondizie sono fondamentali per tenere bassa la tariffa pagata dai cittadini ciociari.
Senza i rifiuti romani, senza i soldi di Roma capitale, la tariffa per i cittadini schizzerebbe alle stelle; Saf non sarebbe più in grado di reggersi; diventerebbe necessario venderla ad un privato. E a quel punto addio tariffa calmierata per i cittadini. Un esempio lo abbiamo avuto lo scorso inverno: Lucio Migliorelli ordinò la fine della lavorazione dei rifiuti che puzzano, cioè gli scarti delle nostre cucine. Che fermentano e generano cattivo odore. Ora a Colfelice la puzza non c’è più. Gli ‘organici’ vanno fuori provincia: ma mentre prima pagavamo 60 euro a tonnellata siamo arrivati a pagare 180 euro a tonnellata ai privati che sono lontani e non ci fanno sentire l’odore.
Il nuovo impianto non produrrà cattivi odori.
Volete cambiare il Bilancio?
Nei giorni scorsi ci sono state polemiche accese. Alimentate dal Comune di Frosinone: Nicola Ottaviani ha detto no in maniera netta ai rifiuti da Roma. In parte alimentate anche da Roccasecca: che per voce del sindaco Giuseppe Sacco ha chiesto chiarezza agli altri sindaci “Due anni fa abbiamo detto no ai rifiuti da Roma” ed il presidente Mauro Vicano se n’è andato; “ora diciamo si: decidiamo una volta per tutte cosa si vuole fare. Ma sia chiaro che il mio territorio non vuole più sentir parlare di altre discariche“.
No anche da Arpino. Il sindaco Renato Rea ha un problema tecnico: il suo è uno dei Comuni che ha spalmato in 30 anni la massa di vecchi debiti e li sta pagando poco alla volta. Ora però lo stato vuole i soldi in 10 anni anziché in 30. Il sindaco Rea ha riconosciuto il debito Saf e lo sta pagando, non riconosce il calcolo degli interessi. Ecco perché ha detto no: se avesse approvato il bilancio avrebbe riconosciuto in automatico quegli interessi.
Contrari anche Pontecorvo, Ceccano, Castro dei Volsci e Pastena.
Il presidente Lucio Migliorelli ha preso la parola e spiegato che è legittimo cambiare idea e dire no, dopo avere invece fornito la volta scorsa un indirizzo diverso. “Ma dovete sapere quali sono le conseguenze: per la tariffa, per la sostenibilità dei conti, per il futuro dell’impianto e di chi ci lavora, per il futuro del ciclo dei rifiuti in provincia di Frosinone“.
L’appello di Pittiglio
Il sindaco di San Donato Valcomino Enrico Pittiglio ha cercato di cucire una linea di sintesi. Che non passasse attraverso il filo dei partiti politici. Ma con il buon senso.
I rifiuti da Roma? «Noi siamo qui per esaminare il Bilancio di una società della quale siamo soci. Il resto è estraneo a questa discussione. Atteniamoci alle questioni tecniche: la governance della Saf ci porta oggi in votazione dei conti sani, in attivo e con una concreta solidità finanziaria. Un Bilancio che tutela l’azienda ed i cittadini. Che prevede l’ammodernamento che avevamo chiesto e contribuisce al finanziamento della fabbrica dei Materiali. Votiamo su questo».
Così è andata. Presenti e votanti 71 su 9 aventi diritto. A favore hanno votato in 58. Frosinone e Roccasecca hanno abbandonato la seduta poiché non si poteva discutere dei rifiuti di Roma. Ceccano, Castro dei Volsci, Arpino, Pontecorvo e Pastena hanno votato no. Si sono astenuti Sant’Elia Fiumerapido, Fiuggi e Alatri.
La rotta di Migliorelli
Soddisfatto Lucio Migliorelli che incassa un altro bilancio approvato. Con una maggioranza solida e compatta. Senza polemiche ne scontri. «Ringrazio il presidente della Provincia ed i sindaci che, nel rispetto dell’ordine del giorno, hanno votato e approvato i punti sottoposti al vaglio dell’assemblea. Punti di natura squisitamente tecnica, visto che il consuntivo – chiuso peraltro in attivo – cristallizza la situazione economico-finanziaria del 2018 e che l’aumento di capitale sociale è stato proposto per puntellare la solidità della Saf in vista delle prossime sfide imposte dall’economia circolare del rifiuto».
«Il loro voto favorevole è stata la logica conseguenza di un atteggiamento di responsabilità nei confronti di una società che ha il merito indiscusso di assicurare, da decenni, alla provincia di Frosinone un servizio strategico di pubblica utilità puntuale, efficiente e così ben organizzato da aver consentito alla nostra terra di allontanare qualunque situazione di crisi o emergenza legate al ciclo di raccolta e smaltimento dei rifiuti».
«Ma non solo. Il voto favorevole consentirà a Saf di proseguire nel già programmato percorso di evoluzione e innovazione dei processi di lavorazione. Lo stabilimento di Colfelice, come non mi stancherò mai di ripetere, sarà sottoposto ad un processo di profonda trasformazione che rivoluzionerà l’impianto, destinato a chiudere il suo ciclo di vita come Tmb per diventare Fabbrica delle Materie».
Il rischio di ricorsi
Agita lo spettro del ricorso il presidente del Consiglio Comunale di Frosinone Adriano Piacentini. Al termine dei lavori ha sostenuto che era del tutto legittima la richiesta di discutere la mozione proposta dal sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco.
Non è stata messa in discussione perché il presidente Lucio Migliorelli ed alcuni sindaci del cassinate sostenevano non fosse possibile integrare l’ordine del giorno.
«Non è affatto vero che fosse impossibile fare l’integrazione. Il Codice Civile, in occasione dell’approvazione della bozza di Bilancio presentata dal CdA all’Assemblea prevede che se dopo la chiusura dell’Esercizio ed approvazione della bozza di bilancio intervengono fatti di gestione, di rilievo, il CdA ha l’obbligo di informare l’assemblea».
E così è stato. Alla bozza di Bilancio è stata allegata la copia dell’ordinanza firmata il 5 luglio da Nicola Zingaretti per liberare Roma dai rifiuti.
«Trattandosi di un documento afferente un fatto di rilievo verificatosi dopo l’approvazione della bozza di Bilancio, andava discusso per legge. Ora ci sono tutte le condizioni per muovere contestazioni formali e sostanziali alla delibera di approvazione del bilancio».