Il progetto con cui Banca Popolare del Cassinate intende festeggiare i suoi 68 anni di attività. Il polo nazionale sul fintech. Rivolto ai giovani ed alle imprese. Oggi nel 1955 i 43 soci costituivano la Bpc
Un polo del fintech di dimensione nazionale. Nel quale formare e specializzare i giovani nei nuovi modelli di business, di processi, di prodotti nati dall’innovazione finanziaria. È il progetto in fase di studio molto avanzata, che Banca Popolare del Cassinate sta sviluppando per celebrare i suoi 68 anni di attività.
È il futuro prossimo del sistema bancario. In alcuni casi è già il presente. La tecnofinanza è il risultato del cambiamento che poco alla volta sta rivoluzionando attraverso la tecnologia il mondo dei servizi bancari, finanziari e assicurativi.
Tanto per fare un esempio: fino a qualche anno fa, per pagare l’assicurazione si andava in agenzia, si sceglievano i servizi da aggiungere o togliere e si pagava, la copertura partiva dopo uno o due giorni per dare il tempo di registrare il tutto. Oggi basta un clic dallo smartphone. Ed è sufficiente lo stesso tempo per trasferire i soldi con un bonifico, scegliere un prodotto e pagarlo su Amazon. Tutto questo è un primissimo livello di fintech.
Il futuro del fintech che parte da lontano
I nuovi prodotti e servizi finanziari si svilupperanno sempre di più attraverso le tecnologie dell’informatica e della comunicazione. Baseranno la filosofia dei loro affari sull’Information and Communication Technologies, affiancheranno il modello attuale. In alcuni casi lo sostituiranno. Prendete ad esempio l’home banking la serie di servizi che già oggi si possono ottenere da casa o dal telefonino.
Anche su questo, Banca Popolare del Cassinate intende anticipare i tempi. Ha già da tempo un piede nel fintech, grazie alle tecnologie ha potuto ideare il nuovo modello di banca sempre aperta.
Il progetto punta alla creazione di un polo nazionale, basato sul fintech e sulla formazione; sulla crescita delle startup che nasceranno e si svilupperanno in questo settore.
Sarà l’elemento con cui festeggiare i 68 anni di storia dell’istituto, che cadono proprio oggi.
Una storia lunga 68 anni
L’atto costitutivo della Banca Popolare del Cassinate è stato sottoscritto iì 5 febbraio 1955 presso lo studio del Notaio Violo a Cassino. Tutto cominciò con un capitale sociale di 11mila e 500 lire. La guerra era finita da pochi anni, Cassino ed il suo territorio uscivano faticosamente da quella tragedia trasformando le macerie in nuovi edifici.
Fu l’intuizione del senatore Pier Carlo Restagno a capire che il territorio sarebbe stato forte e solido se avesse avuto una sua banca anziché farsi finanziare la ricostruzione da un istituto venuto dalla Capitale o dal Nord che avrebbero guadagnato su quelle operazioni. Invece, con una banca di territorio, tutti i frutti degli interessi restavano sul territorio.
È così che quel 5 febbraio di 68 anni fa si ritrovano nello studio del notaio Violo in 43 per diventare soci e fondare la banca. Come ebbe a ricordare quello che all’epoca era un liceale e si ritrovò da subito a ricoprire un incarico in quella banca che non lascerà per tutto il resto della vita, il presidente Donato Formisano. (Leggi qui Donato Formisano, il parcheggiatore che diventò banchiere dell’anno).
Utili record
L’intuizione del senatore Restagno fu indovinata. Veniva da colui che aveva scalato tutta la gerarchia dell’Istituto San Paolo di Torino fino a diventarne Direttore Generale. Cassino ebbe una rinascita dalle macerie più rapida e strutturata che in qualunque altra area della provincia. Amministrata e diretta da persone del posto, Bpc faceva gli interessi del posto, sostenendo la ripresa delle prime iniziative artigianali, commerciali ed imprenditoriali.
Restagno ed i suoi successori, l’ingegner Roberto Tamburrini, il geometra Raffaele Varlese, il professor Pietro Malatesta ed il presidente storico Donato Formisano, hanno fatto proprio il principio coniato dal padre delle banche Popolari Luigi Luzzatti. Secondo il quale bisognava dare «poco a molti e non molto a pochi».
Il che ha garantito un percorso grazie al quale oggi Bpc è in Bankitalia: è suo “socio qualificato”. Le indiscrezioni in attesa di annunciare bilancio e dividendi, parlano di un’altra annata record grazie alle iniziative a sostegno delle imprese e delle famiglie per il post covid. Hanno generato nuova economia anziché bruciarla.
Orgoglio e commozione
“Dalla sua di mio papà il presidente Donato Formisano ho potuto ascoltare, sin da bambino, il racconto di quegli anni” racconta oggi l’attuale presidente Vincenzo Formisano. “Poi da giovanissimo ho iniziato a condividere con lui la vita della banca, cresciuta nel tempo grazie alla fiducia dei risparmiatori. Oggi abbiamo 25 filiali, più di 130 dipendenti, 1903 soci e continuiamo a sostenere il territorio, valorizzando e supportando la creatività e il lavoro, erogando credito, sostenendo l’arte, la cultura, la solidarietà, lo sport, offrendo occupazione ai giovani”.
“Legata alla tradizione, ma costantemente aperta al futuro, la banca rappresenta per tanti un punto di riferimento. E oggi, dopo un anno record, nel quale si è consolidata la leadership della banca, ricordare quell’anniversario non è un semplice far memoria di cose del passato, ma è un modo per dire grazie a tutti coloro che l’hanno resa possibile: amministratori, direttori, dipendenti, soci, clienti”
“Il mondo è cambiato, sono cambiate le tecnologie, sono cambiate tantissime cose. A rimanere costanti sono i valori che ispirano l’azione della banca e che sono quelli dei fondatori: le relazioni personali e umane, la vicinanza al territorio, la voglia di guardare al futuro con senso di responsabilità, rispetto, entusiasmo, l’attenzione alle nuove generazioni”.
La rilevanza nel sistema verso il fintech
Le banche stanno cambiando. In maniera sempre più veloce. Negli ultimi vent’anni sono spariti gli uffici nei centri più piccoli, gli istituti si sono accorpati. Ci sono stati sempre meno istituti di territorio e sempre più grandi banche. In molte occasioni, negli ultimi anni, Banca Popolare del Cassinate ha detto no a proposte di fusione anche interessanti.
“Cambiano le sfide del mercato” mette in guardia il Direttore generale Roberto Caramanica. ”In buona parte questo è dovuto al progredire incessante della tecnologia. Ma è anche vero che il presidio fisico del territorio e la profonda conoscenza del sistema economico restano le chiavi che continuano a giustificare la presenza e il successo delle banche locali”.
Il prossimo passo è il polo nazionale del fintech. Per non essere trasformati dall’innovazione imposta dalla tecnologia. Ma per cavalcarla direttamente da Cassino.