Oggi è il giorno in cui smettiamo di lavorare per pagare le tasse: secondo un calcolo di Cna in provincia di Frosinone si lavora 231 giorni per fare fronte alle richieste del Fisco. A Latina 240 giorni. I dati, le analisi e le considerazioni sul territorio
Il giorno della Liberazione: 25 aprile? Macché. 18 agosto, almeno per gli imprenditori della provincia di Frosinone.
Con tutto il doveroso rispetto per una festa fondamentale nella storia del nostro Paese, anche la giornata di metà agosto è stata definita come “la Liberazione”. Da chi? O meglio, da cosa? Dal peso delle tasse.
È quella la data che coincide, in Ciociaria, con il tax free day, quello che tutti i titolari di imprese aspettano. Va peggio ai colleghi pontini, che dovranno attendere ancora qualche giorno prima di poter “festeggiare” la ricorrenza, fissata per loro al 27 agosto.
Il Tax Free Day
Ma che cos’è il tax free day? È il giorno che segna il punto di svolta, il momento del giro di boa per le aziende, che finalmente smettono di lavorare solo per pagare le tasse ed assolvere ai propri oneri fiscali e contributivi. Dopo quel giorno si può iniziare a pensare a se stessi, alla propria famiglia e alla propria azienda.
Il rapporto che mette in luce questi aspetti è elaborato dalla CNA e si concentra sulla tassazione complessiva che grava su artigiani e piccole imprese italiane: rivela che l’ossatura produttiva nazionale continua a essere soggetta a una pressione fiscale molto elevata.
Il rapporto 2018
Il Rapporto 2018 analizza l’andamento della tassazione in 137 Comuni italiani, dal 2011 al 2017, con una proiezione per l’anno 2018.
L’analisi si riferisce a tutti i capoluoghi di provincia e ad altri 23 Comuni che presentano un’alta densità di popolazione e di piccole imprese.
«La complessa ricerca realizzata dalla nostra Associazione – ha sottolineato il presidente della Cna di Frosinone, Davide Rossi – mette a confronto, comune per comune, il peso globale della tassazione applicata a una piccola impresa dai parametri standard, con un laboratorio ed un impiegato, 4 operai come addetti e 50.000 euro di reddito d’impresa. E’ stata quindi stilata una speciale classifica che fissa per tutti e 137 i comuni censiti la data fatidica di “liberazione” dal fisco: il tax free day appunto, che quest’anno, il 14 luglio ha incoronato Gorizia come la città più amica delle imprese e noi al 102° posto».
La liberazione nelle varie città
A livello nazionale, la giornata di liberazione dalle tasse è fissata (mediamente) all’11 agosto: un imprenditore quindi, in media, deve lavorare 224 giorni per pagare tasse e contributi, ed i restanti 141 per produrre reddito per se stesso e per la propria famiglia.
Va leggermente peggio a Frosinone: 231 giorni per il fisco, 134 per se stessi. A Latina dati ancora meno confortanti: 240 giorni di lavoro servono per assolvere a tutti gli obblighi, ne restano 125 per il proprio fabbisogno (121° posto in classifica).
Per elaborare la graduatoria si tiene conto del complesso carrello della spesa che il Fisco sguinzaglia attraverso i suoi principali strumenti fiscali, locali e non: IMU, TASI, IRAP, Contributo IVS, IRPEF, IRI, addizionali regionali e comunali.
Un paniere di tasse, tributi e balzelli che finisce per decretare in modo oggettivo il peso del Fisco nei comuni censiti.
Lo Stato, il socio occulto
Il fisco viene definito da Rossi il “socio occulto” degli imprenditori. “Questo regime fiscale – aggiunge – non è più tollerabile per tutto il sistema produttivo. Soltanto attraverso una seria politica di riduzione della pressione fiscale potremmo finalmente cominciare a parlare di ripresa economica, di investimenti, di capitalizzazione delle imprese. E di ripresa dell’occupazione“.
Intanto, anche quest’anno, almeno in Ciociaria, è andata: buona festa della Liberazione!
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