Il problema è il metodo ma la strada è tracciata: gli iscritti al Circolo del partito Democratico di Cassino verranno convocati sabato prossimo per decidere ci vogliono come candidato sindaco tra l’uscente Giuseppe Golini Petrarcone, il consigliere regionale che vota con la maggioranza di governo Marino Fardelli, il vice presidente del Cosilam Francesco Mosillo che è l’unico ad avere in tasca la tessera del Pd.
Se questa è la strada resta però da capire come percorrerla: la Direzione Provinciale del Pd ieri sera a Frosinone non ha trovato l’accordo su come contare quei voti. Una parte propone di fissare un orario e cominciare a chiamare per appello nominale, chi c’è vota e chi non c’è non può né farlo per posta elettronica né delegando altri; un’altra parte dice che è meglio dividere le votazioni in due pomeriggi così c’è una maggiore possibilità di partecipazione degli iscritti.
E’ su questo punto che si è accesa la discussione. Francesco De Angelis è intervenuto più volte per tentare di convincere la Direzione, Francesco Scalia è arrivato a lavori già iniziati ma ha tenuto un intervento che ha spalancato la porta verso la soluzione unitaria, Simone Costanzo non ha perso l’occasione ma l’ha agguantata al balzo ed ha tracciato la proposta di sintesi: il Partito si riconosce in tutti e tre i candidati, lo Statuto prevede che in questi casi vengano convocati gli iscritti e lasciata a loro la decisone; il tetto da superare è il 60% come chiarito nei giorni scorsi dal Nazionale (leggi qui il precedente).
E se nessuno lo supera? Il simbolo non viene assegnato. L’ipotesi di ricorrere alle primarie non è praticabile. L’aveva reclamata il gruppo che fa riferimento a Stefano Mosillo, segretario dimissionario del Circolo di Cassino e padre del candidato Francesco Mosillo; su quella posizione si era attestato anche Francesco De Angelis, legato da vecchi rapporti di amicizia con i Mosillo. A spegnere il fuoco che poteva innescare le polveri delle Primarie però hanno provveduto sia Giuseppe Golini Petrarcone e sia Marino Fardelli: non si sono dichiarati disponibili a partecipare, lasciando Mosillo con il cerino spento in mano. Petrarcone ha spiegato che non intende «dividere il Pd con una conta fratricida dell’ultimo momento, meglio la libertà di voto se si deve arrivare alla lacerazione del Partito». Fardelli ha commentato con gli alleati: «Non vado a togliere le castagne dal fuoco a nessuno, gliele avevo proposte due mesi fa le primarie».
Resta ora il problema di come contare i voti: se per appello nominale o in due pomeriggi. Simone Costanzo ha proposto di avanzare il quesito al nazionale e nel frattempo procedere con l’organizzazione della conta. La proposta è passata all’unanimità. La mail è già stata inviata e la risposta è attesa da Roma per lunedì.
Nel corso della direzione del Circolo di Cassino che si è riunita la settimana scorsa è stato presentato un documento firmato dal 57,7% degli iscritti: chiedono di appoggiare Petrarcone: manca il 2,3% cioè 7 voti. E Fardelli diventa sempre più l’ago della bilancia. Nelle ultime ore gli è stato recapitato un segnale: se appoggia Petrarcone, in cambio potrebbe ricevere il suo sostegno alle prossime elezioni regionali.