Il nome segreto che gli industriali intendono calare sul tavolo delle trattative per la presidenza del Cosilam è quello di Pietro Zola, fondatore del gruppo industriale Marmi Zola.
Sconosciuto negli ambienti politici (e questo è un pregio), Pietro Zola è la carta con la quale il sistema delle imprese punta a sparigliare il fronte avversario nel delicato Risiko politico per il controllo del Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Lazio Meridionale. Conosciutissimo tra gli imprenditori, Zola è un nome ‘trasversale’ che può vantare relazioni ed apprezzamenti in Camera di Commercio, Unindustria, Federlazio, Confimprese. Al punto che pare ci sia stata una sorta di consultazione tra i massimi vertici del sistema delle imprese: e tutti si sarebbero trovati d’accordo con il nome proposto loro da Davide Papa.
CHI E’ PIETRO ZOLA Pietro Zola è un ‘self made man’ nel senso che si è creato da solo. Inizia a lavorare come dipendente nel settore dell’estrazione dei marmi nel 1972. Dieci anni dopo si mette in proprio e fonda la sua prima impresa, una piccola segheria di marmi che però caratterizza subito per il piglio professionale e l’organizzazione. Dopo altri otto anni, nel 1989, fonda la Central Graniti con la quale perde in modo definitivo la connotazione di impresa esclusivamente locale per esibirsi in modo stabile su scenari ben più vasti di quelli del solo centro Italia. Nel 2001 crea la Marmi Zola, attiva nell’import export delle pietre, puntando sui materiali di qualità sulle pietre estere, sui materiali compositi: sviluppa un laboratorio di portata mondiale, attraverso il quale garantisce la fornitura non solo a ville di pregio ma anche ad importanti opere come hotel, aeroporti, grattacieli. E’ tra i fornitori di fiducia di architetti quali Paolo Portoghesi, Cesar Pelli, Norman Foster. da alcuni anni fa parte della Margraf, ex Industrie Mrmi Vicentini, un colosso di portata mondiale nato ad inizio Novecento.
LO SCENARIO POLITICO La politica vuole esercitare il proprio ruolo nell’elezione del nuovo management del Cosilam. Estromessa la volta scorsa, quando gli industriali e l’università di Cassino hanno approfittato di una delle solita lacerazioni nel Pd, ora la politica vuole un ‘suo’ nome per la guida del consorzio industriale nel quale sta prendendo corpo il più importante stabilimento europeo del gruppo Fiat Chrysler. O quantomeno vuole essere parte attiva nella scelta. Gli scenari si intrecciano con le prossime elezioni comunali di Cassino: piazzare il nome giusto alla presidenza può significare accendere una importante cambiale politica per il sindaco Giuseppe Golini Petrarcone (il Comune di Cassino ha un pacchetto di azioni strategico), che così si coprirebbe un fianco, piazzando al Cosilam uno dei possibili pretendenti alla fascia tricolore e di fatto facendoselo alleato. La componente ‘Scalia’ del Pd non vuole che si tocchi l’attuale direttore generale Nino Gargano, fedelissimo del senatore di Ferentino. La componente De Angelis vuole un nome che sia ‘collaborativo’ con l’ex deputato europeo ed ora presidente dell’Asi, minacciando in caso contrario di accelerare l’iter della norma che punta alla fusione di tutti i consorzi industriali in un’unica realtà per ogni provincia del Lazio.
PERCHE’ ZOLA Lanciando il nome di Pietro Zola, gli industriali centrano una serie di bersagli con un tiro solo: 1) Zola non è né dell’area Scalia né dell’area De Angelis, non ha mai fatto politica ed in questo senso è equidistante 2) E’ di Cassino e risponderebbe per questo alla pregiudiziale avanzata da Petrarcone, secondo il quale il prossimo presidente ‘Deve essere uno che rappresenti adeguatamente la città’. 3) E’ il padre di Danilo Zola, consigliere d’amministrazione uscente, responsabile di Unindustria per l’area Cassinate, rispondendo così alle aspirazioni degli imprenditori che vogliono un nome capace di rappresentarli. 4) Vanta un’amicizia antica con Simone Costanzo, che risale agli anni in cui era solo una giovane promessa della politica democristiana, mentre oggi è segretario provinciale Pd. 5) E’ molto apprezzato da Francesco De Angelis, al quale fece fare un figurone ngli anni dell’assessorato regionale alle Attività produttive, realizzando ad Ausonia un progetto che ancora oggi viene considerata una ‘best pratics’. 6) E’ molto stimato tra gli imprenditori ed il suo nome sarebbe in grado di aggregare le varie associazioni. Se Petrarcone appoggiasse Zola, chiuderebbe il cerchio con gli industriali e potrebbe reclamare il loro impegno (con il loro capitale di credibilità) nella prossima campagna elettorale; De Angelis avrebbe a Cassino un nome che non gli farebbe ombra ma comunque molto competente. Ed il centrodestra? Avrebbe un posto nel Consiglio d’Amministrazione, riservato ad un rappresentante dei suoi sindaci. E Scalia? Resterebbe a piedi, per la soddisfazione di Marcello Pigliacelli. Ma questo non si può dire.