David che non vuole farsi uccidere da Golia: e crea altri David

Il convegno che si terrà domani alle 17 al Circolo Cittadino. Posizionato su una parte precisa. Ma senza dimenticare le infinite contraddizioni di una guerra che è come tutte le guerre: ingiusta

In Israele, per poter essere un realista devi credere nei miracoli. 

David Ben-Gurion

La vicenda del Medioriente è intricata, difficile. Tanto difficile: nel Santo Sepolcro a Gerusalemme ci sono solo cristiani, ma ciascuno di loro si pensa più cristiano degli altri. Per questo ci sono risse terribili tra uomini pii timorati non solo dello stesso Dio ma anche dello stesso Figlio e del medesimo Spirito Santo. Poi fuori ci sono musulmani, ebrei, laici e gente che passa di lì. Tutti invocano la pace, ma ciascuno la invoca a modo suo. Ed a danno degli altri. In nome di quella pace arrivano nuovi torti e nuove guerre.

La guerra non è bella. Mai. La guerra è dolore. Sempre. Ma l’uomo non è angelo, l’uomo è anche demone. L’uomo non è agnello ma lupo: e il lupo si ferma davanti al gregge se c’è il cane che di lui ha lo stesso coraggio.

Il convegno su Davide

Sono cristiano, per educazione. E sono senza dio, per ragione. Ma sono dubbioso per i dubbi di chi ha il vizio di pensare.

Domani al Circolo Cittadino di Latina discuteremo di Israele. Lo faremo dalla parte di Israele. Il tema del convegno è “Davide doveva farsi uccidere da Golia”

Parleranno: Sandro Bartolomeo, già sindaco di Formia; Erminio David Petronio, associazione Atydia; Alessandro Paletta, commissario provinciale Udc; Stefano Cardilllo, coordinatore comunale di Forza Italia; Giusi Pesce, Liberisti italiani; Tony Ortoleva, direttore di Latina Oggi e di Ciociaria Oggi; Daniel Sermoneta, medico chirurgo; Maurizio Guercio, di Anima Latina; e Lidano Grassucci, firma di questo giornale, direttore di Fatto a Latina e responsabile relazioni esterne dell’Università Guglielmo Marconi.

Si parla di un mondo che chiede a Davide ragione della sua azione contro Golia. Parleremo di come il mondo chiede a Davide di pentirsi della sua “legittima difesatrasformata in crudele omicidio e di accettare il martirio di sei milioni di Davide in nome della pace degli orchi. 

Non è facile

Foto: Ricki Rosen

Non è facile perché nel nome della propria difesa si stanno martirizzando altri discendenti di Abramo. Inermi, indifesi, senza avere mai impugnato né un mitra e nemmeno una mazzafionda: colpevoli solo di trovarsi nella parte di Palestina dove hanno preso casa i terroristi. È difficile da accettare perché noi siamo i discendenti di Abramo che credono in un Signore che mentre stava per essere arrestato e crocefisso da innocente rimproverò Pietro per avere impugnato la spada e mozzato un orecchio agli aggressori. “Noi non siamo come loro” disse.

C’è un limite alla reazione? Può crederci solo chi non ha mai visto la guerra e chi pensa sia quella cosa pulita che sta nei film. Qui invece non puoi mettere in pausa, non puoi cambiare canale: soprattutto non ci sono bombe intelligenti, nella realtà. Tutte le bombe sono stupide e quando le lanci non fanno differenza tra i terroristi e gli inquilini innocenti più puri di un giglio.

Ogni cartuccia esplosa ha il potere di uccidere e di seminare odio. Che si tramanda di generazione in generazione fino a quando tutto non sarà passato. La cosa più folle di tutte è che sparano mentre il mondo si sta surriscaldando e tra poco, se non ci si aiuterà, l’unica corsa sarà a chi finirà lessato una settimana dopo o una settimana prima.

Non c’è alternativa alla guerra, non c’è alternativa alla pace. Pesa dannatamente il monito di una donna che lo Stato di Israele lo ha allattato, Golda Meir: “O arabi, noi vi potremmo un giorno perdonare per aver ucciso i nostri figli, ma non vi perdoneremo mai per averci costretto ad uccidere i vostri”.

La realtà è che ci si ammazza perché il più delle volte fa comodo ad altri. Che se ne stanno al sicuro.