Ore decisive per la crisi al Comune di Anagni: Fausto Bassetta adesso deve decidere se accettare le promesse della Regione, fidandosi o meno, ancora una volta.
A grandi passi verso il ritiro delle dimissioni. Forse già tra oggi e domani. Al più tardi, entro l’inizio della prossima settimana. In ogni caso, prima di giovedì. Anche se si fa fatica, al momento, a capire la strategia del sindaco. E forse non la capiscono nemmeno i suoi consiglieri. Questa la situazione attuale nella complicata vicenda della crisi di maggioranza ad Anagni.
Nella riunione di coalizione, terminata nella tarda serata di giovedì, il sindaco Fausto Bassetta ha illustrato ai suoi l’esito dei colloqui con Alessio D’Amato, il responsabile della cabina di regia per la sanità della Regione Lazio. Quei colloqui che il sindaco, tornato a casa, aveva definito senza mezzi termini “una vera schifezza”. Un giudizio confermato davanti ai suoi uomini riuniti. Ai quali, dopo questa premessa, ha detto: “se però volete che io rimanga, potrei ancora decidere di ritornare sulle mie decisioni. A condizione che ci sia un accordo forte, stipulato tra tutti noi, che consenta di andare avanti senza altri traumi fino alla fine della consiliatura”. Questo il senso delle parole che sarebbero state pronunciate dal sindaco.
Insomma; portare alla fine la stagione di governo comunque, nel nome della governabilità. Una mossa che potrebbe funzionare solo a condizione di magnificare quanto ottenuto. Ed infatti, ieri la Regione Lazio ha spianato la strada: rivelando i dettagli dell’incontro (leggi qui ‘E la Regione toglie gli alibi a Bassetta: «Ecco i nostri impegni»’ ) . In sintesi: l’apertura del reparto di medicina, con 20 posti di lungodegenza, l’inaugurazione della Tac a breve e, sempre a breve, la partenza dell’attività per le sale operatorie presenti nell’ex nosocomio.
Come dire; la mossa del sindaco ha prodotto risultati concreti. Quindi gli ha dato un valido motivo per giustificare il ritiro delle dimissioni. E allo stesso tempo però ha tolto ogni possibile alibi amministrativo se dovesse decidere di non ritirarle e restare dell’idea che si sia trattato di “una schifezza“.
Progetto Anagni, da parte sua, ha insistito per tutta la giornata sul tasto dell’accordo oramai ad un passo.
Tutto studiato per arrivare al finale stabilito; il ritiro delle dimissioni.
Tutto bene? Insomma. Perché, a ben guardare, si tratta delle stesse cose che si stanno promettendo da almeno 3 anni. E che fino ad ora non sono ancora arrivate. Anche se la Regione, ancora ieri pomeriggio insisteva sulla bontà del pacchetto proposto al sindaco. Dovrebbero arrivare ora?
Il che porta ad una considerazione semplice; se Bassetta ritira le proprie dimissioni ora, e queste cose arrivano in tempi rapidi, bene. Altrimenti il bluff si scopre.
Ed il ritiro delle dimissioni da parte del colonnello a quel punto avrebbe effetti deflagranti sulle prossime elezioni: chiunque potrebbe contestargli: perché hai ritirato le dimissioni in cambio di nulla? Cosa hai portato sul territorio, di ciò che avevi promesso? Perché hai accettato la presa in giro della politica? Un rischio che solo Fausto Bassetta a questo punto può ponderare, sapendo quanto e fino a che punto può fidarsi dei suoi interlocutori in Regione.
Perché se nei prossimi mesi, prima delle Regionali, ad Anagni nulla sarà arrivato di quanto scritto in quel documento, tutta la maggioranza scoprirà di essere finita in una lenta ma inesorabile agonia.