Furbastri di tutto il mondo, si torna in ufficio

Senza Ricevuta di Ritorno. La ‘Raccomandata’ del direttore su un fatto del giorno. Sindrome della Capanna, la paura di tornare in ufficio dopo un anno di smart working. La soluzione di Morgan

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Poco alla volta, tutte le regioni italiane stanno tornando verso il colore bianco. E per molti – scopriamo solo ora – questa non è una bella cosa. Dopo un anno e mezzo tra lockdown, coprifuochi, settimane colorate, ci siamo abituati alla sicurezza della tana domestica. Per tanti, il ritorno alla vecchia vita, è fonte di angoscia.

Gli psicologi hanno addirittura coniato il termine “Sindrome della Capanna”. Abbiamo sviluppato una nuova paura: di stare insieme, toccare gli altri, poggiarci sulle superfici dove potrebbe essersi poggiato qualche sconosciuto, lasciando potenzialmente un virus.

C’è anche questo nella tendenza a voler restare a casa in smart working, manifestata da tanti lavoratori. Non solo in Italia ma nel mondo, non solo tra gli impiegati pubblici ma anche nel privato.

È un problema. Al quale la psicologia sta cercando una soluzione con cui curare questa legittima paura.

La soluzione di James

Foto: Ajay Suresh

Morgan Stanley è una banca d’affari americana: un colosso. È tra quelle talmente grosse che non possono fallire: un suo collasso condizionerebbe l’economia in troppi Paesi.

Il suo amministratore delegato James Gorman si occupa di strategie finanziare, non di psicologia. Ma ha individuato lo stesso una soluzione ragionevole al problema dei dipendenti che resistono all’idea di abbandonare la capanna per tornare a lavorare in ufficio.

In una conferenza ha detto: Se vi sentite tranquilli nei ristoranti, allora potete tornare a lavorare in ufficio: è sicuro più di un ristorante.

Tanti auguri: ci faccia sapere.

Senza Ricevuta di Ritorno.