L’ex Rottamatore non farà cadere il Governo sulla prescrizione e sposta l’attenzione sul… Festival di Sanremo. Con i Cinque Stelle all’angolo e con il premier Conte fuori gioco, oggi c’è un solo “padrone” nella maggioranza di governo: il Pd zingarettiano.
Il cinguettio di Renzi a prima mattina è all’insegna della leggerezza e infatti riguarda il Festival di Sanremo. Scrive Matteo Renzi su Twitter: “A me Sanremo è piaciuto. Quanto avremmo bisogno di più leggerezza nella nostra vita, amici. Buona domenica!”.
Ma sì, molto meglio Amadeus e Fiorello di Zingaretti e Bonafede. Però l’ex rottamatore ha due caratteristiche: commenta tutto (dal calcio alla politica, dalla musica alla fisica nucleare) ed è straordinariamente bravo a usare armi di distrazione, anche se non di massa. Perché quello che invece sta succedendo sul piano politico lo illustra alla perfezione La Stampa.
Spiegando: “E alla fine se non sarà un disarmo bilaterale tra Matteo Renzi e Alfonso Bonafede, ci assomiglierà molto. Per capire: il governo non presenterà un decreto ad hoc con il nuovo accordo sulla prescrizione, per non mettere le dita negli occhi a Italia Viva: «Noi siamo contrari a questo accordo, ma se presentate un decreto legge la consideriamo una provocazione», ha avvertito la Boschi nel vertice della discordia con Conte.
Dunque il governo trasferirà la mediazione in un emendamento al decreto «milleproroghe», veicolo immediatamente adoperabile all’uopo. Ma il disarmo bilaterale si materializzerà invero sul percorso successivo: Matteo Renzi ha deciso che i deputati di Italia Viva non voteranno in Commissione l’emendamento con il «lodo Conte Bis» sulla prescrizione, ma voteranno la fiducia al decreto milleproroghe in aula alla Camera.
Dunque nessun colpo basso al governo, «anche se a loro piacerebbe che non votassimo la fiducia», commenta sarcastico Ettore Rosato”.
Un capolavoro di scuola democristiana, dalla quale alla fine “pescano” tutti. Matteo Renzi non può far cadere il Governo perché sa che alle urne perderebbe l’unico punto di forza che gli è rimasto: la pattuglia parlamentare.
Che il Governo andasse avanti Nicola Zingaretti lo aveva capito bene prima. Tanto è vero che aveva rilasciato questa dichiarazione all’AdnKronos: “Il Pd dice basta polemiche e picconi, è il tempo di costruire, fare comunità e dare certezze. Da lunedì si apre il confronto per una fase nuova nel governo. La priorità assoluta è riaccendere i motori dell’economia: scuola e conoscenza, investimenti verdi, digitale, semplificazione e lotta alla burocrazia per creare lavoro e benessere“.
Una specie di “pax zingarettiana”. Con i Cinque Stelle decimati elettoralmente e all’angolo politicamente e con Italia Viva con le polveri bagnate, non resta che il Pd a rappresentare e dettare la linea della maggioranza. Giuseppe Conte negli ultimi giorni neppure compare.