In attesa del risultato delle elezioni provinciali di Latina. Come è cambiato il quadro. E come il risultato potrebbe avere riflessi sulle decisioni di Gerardo Stefanelli. Che dalla Leopolda vorrebbero candidato alle Europee
Ore 20 di domenica sera: i seggi sono chiusi. Ed al loro interno ci sono le schede con i nomi dei nuovi 12 componenti il Consiglio Provinciale di Latina. Le operazioni di voto erano cominciate alle 8 del mattino nei locali della Provincia: il tagliando biennale previsto dalla controversa riforma Del Rio, si vota solo per il rinnovo del solo Consiglio provinciale, hanno votato solo sindaci e Consiglieri comunali.
Non è in discussione però il presidente: per lui c’è una votazione a parte, sfalsata rispetto a quella del Consiglio. Roba da seduta psichiatrica. Per il presidente in carica Gerardo Stefanelli intanto è periodo di scelte. Da un lato c’è Felice Casini, presidente regionale di Italia Viva la formazione creata da Matteo Renzi dopo essere uscito dal Pd: gli fa auguri per la candidatura in Europa. Dall’altro lato c’è lui che si schernisce.
Il dubbio Europee
Candidarsi alle Europee si o no? Per Gerardo Stefanelli, presidente della Provincia di Latina per altri due anni e sindaco di Minturno per altrettanto, molto potrebbe dipendere dall’esito delle elezioni di oggi per il rinnovo del Consiglio provinciale di Latina. Elezioni di secondo livello come si sa, in cui sindaci e consiglieri comunali dei 33 Comuni della provincia pontina votano per loro stessi. Tra qualche ora ci saranno i risultati.
Le notizie però si rincorrono. In particolare da Firenze, dove Gerardo Stefanelli è in queste ore per partecipare alla Leopolda, dove è intervenuto. È lì che Casini, in un evento parallelo, gli fa pubblicamente gli auguri per la candidatura. Ma il presidente della Provincia, interpellato, risponde che «Me lo stanno chiedendo, ma ancora non c’è nulla di deciso».
Sono ore di fibrillazione, dunque, E, per esaminare la situazione che potrebbe venirsi a creare ci sono diversi dati. Il primo è rappresentato dalle dichiarazioni di Matteo Renzi giunto a Latina qualche giorno fa per promuovere il suo libro “Palla al centro“. Che Stefanelli sia non solo di Italia Viva ma anche molto legato all’ex premier non è un mistero, e ulteriori dimostrazioni sono stati gli abbracci fraterni di quella sera. Una sera in cui Renzi ha detto chiaramente che Italia Viva candiderà alle Europee esponenti pontini e che «Gerardo Stefanelli, non soltanto è un caro amico, ma è una colonna per Italia Viva e le istituzioni del territorio e lo sarà sempre di più nei prossimi mesi».
C’è traffico a Latina
E le voci che Stefanelli potrebbe candidarsi per un posto a Bruxelles si intensificano sempre di più. Con quali possibilità di elezione è difficile a dirsi: Latina in questi ultimi cinque anni di legislatura europea ha espresso per la prima volta nella sua storia ben 3 europarlamentari, eletti però in alcuni casi anche in virtù della scelta per altri collegi di chi era loro davanti. O della rinuncia fatta dai deputati del Regno Unito che hanno imboccato la via della Brexit. Ripetere l’exploit nel 2024 non sarà semplice.
Cosa potrebbe far decidere Stefanelli? Intanto c’è da precisare che la carica da europarlamentare non sarebbe compatibile con quelle attuali: dovrebbe lasciare il Comune di Minturno e conseguentemente la Provincia. Tolto questo, molto della sua decisione potrebbe derivare dall’esito del rinnovo del Consiglio provinciale. Per due anni, Stefanelli ha governato con un’ampia maggioranza composta da otto consiglieri su dodici (Pd, FI e Civiche pontine, lista questa composta da alleanze civico-M5S), frutto, ancora nel 2021, di una spinta civico-cinque stelle che ormai va esaurendosi e soprattutto dell’intesa di questi con Pd e FI che portò nell’ottobre 2021 all’anatra zoppa che governò – per pochi mesi – Latina.
La geografia cambiata
Una situazione nei principali Consigli comunali della provincia, e un’alleanza, che lo portarono nel dicembre 2021 allo scranno più alto di via Costa, con un’assise in suo favore. Ora la situazione è completamente ribaltata, in una situazione di una legge di riforma del 2014 bislacca, che porta il presidente a durare 4 anni e il Consiglio solo 2, con un rinnovo più ravvicinato; e che oltretutto non prevede la possibilità di sfiducia del presidente stesso.
Oggi a Latina non ci sono più i civico-dem-azzurri; ad Aprilia non ci sono più i civici. I primi cinque Comuni della provincia (Latina, Aprilia, Terracina, Fondi, Formia) sono tutti saldamente in mano al centrodestra, e questo, nel voto ponderato per il Consiglio provinciale, potrebbe avere il suo peso. La spinta civico-Dem-cinquestelle è ancora presente nei Comuni. Stefanelli tra una settimana potrebbe trovarsi di fronte al rischio di un Consiglio di parte avversa. Fermo restando che Stefanelli in questi due anni ha sempre cercato di governare con unanimità dell’assise, attraverso decisioni e atti condivisi e che nella maggioranza dei casi sono passati con il voto di tutti i consiglieri, o al massimo con qualche astensione.
Fino a quando
Ma c’è un altro tema: quanto durerà ancora questa forma di Provincia riformata, dato il dibattito nazionale per ridare dignità piena a questi enti, superando a dieci anni di distanza una riforma che avrebbe dovuto cancellarli ed è poi rimasta nel limbo di un referendum costituzionale bocciato dalla popolazione che contribuì anche a decretare la fine dell’allora Governo Renzi nel dicembre 2016? Un’incognita che pesa come un macigno su queste elezioni.
Il centrodestra ha provato a riformare la riforma. Salvo poi scoprire che mancano i soldi. Perché riportare indietro le Province e restituire loro le competenze che avevano dieci anni fa significa assumere circa tremila persone. Per rimpiazzare che se n’è andato alla Regione e da lì non tornerà indietro: c’è troppa differenza tra i due contratti. Bisognerà assumere formare. E pagare. Per tutti quegli stipendi non c’è capienza nei conti. Non adesso.
E a dimostrarlo è anche il fatto che le liste presentate per le elezioni sono state solo cinque e – soprattutto – la circostanza che neanche tutte sono a 12 candidati: complete sono infatti solo le liste FdI e FI, mentre già quella Lega-Udc (Prima la provincia di Latina) è a otto candidati, quella del Pd a nove candidati, le Civiche pontine (civici e M5S) è a sei candidati. Se dipenda da scelte di lista o dalla difficoltà di trovare candidati disponibili a impegnarsi è da vedere. Soprattutto se questa seconda ipotesi dipenda dai molti impegni da sindaco o da consigliere comunale oppure dall’orizzonte molto incerto per gli enti provinciali.
In qualità di presidente della Provincia, Stefanelli è anche a capo dell’EgAto che governa il ciclo dell’acqua, un altro governo Fi-Dem-Civici fissato nel lontano 2016, che ora potrebbe subire revisioni. Infine, anche come sindaco di Minturno, dove è stato rieletto nell’ottobre 2021, Stefanelli ha una maggioranza Dem e Cvici. Un incastro politico articolato, dunque, tra Provincia, Comune e acqua.
Il quadro precedente
Trattandosi di elezioni di secondo livello, a votare sono stati chiamati i 33 sindaci ed i 494 consiglieri comunali della provincia di Latina. Cinque le liste presentate (non tutte a 12 candidati), per un totale di 47 candidati per i 12 seggi da consigliere provinciale. Si tratta delle liste di Fratelli d’Italia (12 candidati), Forza Italia (12 candidati), Partito Democratico (9 candidati), Prima la provincia di Latina (Lega e Udc insieme, 8 candidati), Civiche pontine (Azione, civici e Movimento 5 Stelle insieme per 6 candidati).
L’elezione fotografa ovviamente la situazione delle amministrazioni comunali della provincia di Latina, dove già solo i primi quattro Comuni (Latina, Aprilia, Terracina, Fondi) sono ora saldamente in mano al centrodestra, a differenza di quanto avvenne all’epoca della precedente elezione nel dicembre 2021, quando Latina era in mano alla coalizione civico-FI-Pd e Aprilia era civica, situazione che portò allora all’elezione di Gerardo Stefanelli (sindaco di Minturno) quale presidente, in carica per ancora altri 2 anni, con una maggioranza FI-Pd-Civici-M5S.
Tra i 47 candidati consiglieri provinciali c’è un solo sindaco (Gianluca Taddeo di Formia per FI), consigliere uscente.