“A fare il manager a Frosinone non ci voglio andare, non se ne parla proprio“: Giuseppe Quintavalle ha schierato le sue truppe cammellate. Hanno preso d’assedio la stanza di Nicola Zingaretti dicendo che il direttore generale non deve essere spostato da Civitavecchia per prendere il posto di Isabella Mastrobuono a Frosinone. E chi non è potuto andare all’Eur ha telefonato per impedire quel trasferimento. A dire no sono sindaci dei Comuni che ricadono nella Asl Roma F, i primari delle varie strutture sanitarie, i politici del territorio.
Giuseppe Quintavalle è un manager di primissimo ordine: esperienze in vari ospedali d’Italia, diplomatico, è stato per un periodo al Ministero della Salute ed ha competenze internazionali che lo hanno portato ad incarichi Nato per il teatro Mediterraneo. E’ considerato vicino al già sindaco di Civitavecchia e già senatore Pd Pietro Tidei che ha gli ha fatto da scudo quando nel 2010 è arrivata in Regione Lazio Renata Polverini ed ha rivoluzionato la selva dei manager indicati dal centrosinistra. Non fu necessario fare le barricate: era uno bravo. All’epoca, proprio per questo, gli unici due a salvarsi dall’epurazione furono Giuseppe Quintavalle e Vitaliano De Salazaar che oggi guida la Asl Roma B.
Ma perchè un manager di questo livello non vuole mettere piede a Frosinone? Perché il territorio della Ciociaria viene considerato ‘morto’ dal punto di vista sanitario: non ha eccellenze, non ha grandissimi nomi tra i suoi medici ed i suoi primari (mentre negli anni Settanta e Ottanta ci si spostava da Roma per avere un consulto a Cassino o Frosinone, con medici che in quel tempo hanno fatto scuola nel loro campo). E poi c’è il problema della conflittualità: bisogna avere a che fare con una selva di 91 sindaci, i politici locali hanno la tendenza a mettere il naso ed il becco nelle scelte aziendali. Altro elemento decisivo: non sono previste grandissime risorse finanziarie.
In Regione c’è chi è pronto a giurare che il no di Quintavalle sia stato solo il primo ed il più autorevole. E che abbiano declinato l’offerta anche gli altri manager ai quali è stata chiesta la disponibilità a trasferirsi a Frosinone.
Alla fine, la soluzione potrebbe essere un nome locale. Giusto il tempo di arrivare alle prossime elezioni regionali. E poi, nel 2016 procedere alla fusione con Latina. Ma questo non si può dire.