La ragnatela di Pallone per imbrigliare il Pd

Alfredo Pallone aveva posizionato la contraerea con largo anticipo, intuendo prima di tutti che con il Pd lo scontro sarebbe stato inevitabile. Adesso che Matteo Renzi ha liquidato Angelino Alfano per via del sistema elettorale simil-tedesco, il meno sorpreso è proprio il coordinatore regionale di Alternativa Popolare. Il quale in campagna elettorale a Frosinone ha portato prima il ministro Beatrice Lorenzin e adesso il capogruppo a Montecitorio Maurizio Lupi. Evitando i comizi per consentire al sindaco Nicola Ottaviani di essere presente in entrambi i casi.

A Frosinone Alfredo Pallone ha gettato le basi di manovre diverse, non necessariamente finalizzate ad un accordo con Forza Italia. Perché la politica italiana non si esaurisce in un sistema elettorale che ha tre obiettivi: sbarrare la strada ai piccoli partiti con uno sbarramento del 5%, garantire i big nazionali con le pluricandidature in diversi collegi, favorire i leader locali nei listini bloccati.

Dopo le elezioni politiche però ci saranno le regionali, poi le provinciali, quindi ancora le comunali.

All’inizio c’era stata la frattura tra Alfredo Pallone e Francesco De Angelis, adesso destinata ad allargarsi anche alle altre aree del Pd. Iniziando da quella di Francesco Scalia e Nazzareno Pilozzi.

Alla Provincia senza Andrea Amata e Massimiliano Mignanelli, i consiglieri di Alternativa Popolare, il Pd potrebbe non avere la maggioranza. Creando non pochi problemi al presidente Antonio Pompeo. Stesso schema all’Asi, al Cosilam, alla Saf, dovunque.

Se poi alle comunali di Frosinone Alternativa Popolare dovesse ottenere un risultato in doppia cifra, allora i rapporti con Forza Italia anche nella prospettiva delle politiche, potrebbero cambiare.

Magari con un’alleanza che preveda perfino la candidatura di Alfredo Pallone.

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