La via di Tagliaboschi verso l’unità

Il gesto di Bondatti di fare un passo indietro è stato salutato da Tagliaboschi come un atto di generosità. Sono segnali pratici per la ricostruzione del dialogo nel Pd. Il modello del Congresso regionale per costruire una sintesi. Il nuovo Segretario del PD avrà il compito di portare avanti questa unificazione.

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Quello di Bondatti? Un gesto di grande generosità. Che, soprattutto, servirà a sgomberare il campo da ogni possibile equivoco. Ed aiuterà il nuovo Segretario del Pd a lavorare verso l’obiettivo finale dell’unità. È quello che, se mi fossi trovato nelle sue condizioni, avrei fatto io”. Non sono parole di poco conto quelle che poche ore fa hanno commentato la scelta dell’ex componente del direttorio del Pd di Anagni Maurizio Bondatti. Che, come è noto, qualche giorno fa ha deciso di farsi da parte. (Leggi qui: Bondatti si dimette: via libera a Sordo).

Un gesto, quello di Bondatti, legato agli equilibri ancora molto fluidi del Partito Democratico cittadino. Che dopo le dimissioni di Egidio Proietti arrivate dopo la batosta elettorale alle scorse Comunali, ha un bisogno disperato di ritrovare unità di intenti ed un orizzonte concreto verso cui marciare.

Non sono solo parole

Aurelio Tagliaboschi

Perché non si tratta di parole qualunque? Perché a pronunciarle è una delle figure più rilevanti di quell’area negli ultimi anni: ovvero, Aurelio Tagliaboschi, ex candidato ( per qualche ora) a sindaco di qualche elezione fa, assessore al Bilancio della giunta Bassetta, fatto poi fuori dallo stesso sindaco per gli effetti di una fibrillazione interna a quella maggioranza. Un gesto che portò poi il Partito a ritirare l’appoggio al primo cittadino. Innescando una crisi che avrebbe riportato dopo pochi anni di stop la destra in città.

Aurelio, notoriamente, è uno che non parla mai troppo a caso. E dunque le sue parole sul gesto di Bondatti significano una cosa sola; che ad Anagni si sta portando avanti un’operazione pesante per ridare unità ad un Partito finora spaccato e diviso per bande.

Basta mettere in fila le cose: Bondatti non si può certo definire un tagliaboschiano di ferro e nemmeno di alluminio, anzi. Per cui, le parole pronunciate dall’ex assessore al Bilancio vanno lette come un tentativo per recuperare quell’unità di cui sopra. E del resto, se ci fosse ancora qualche dubbio, si potrebbero ascoltare le parole pronunciate ancora da Tagliaboschi. Che, sul futuro del Pd di Anagni, sottolinea la necessità di trovare un indispensabile “equilibrio”; nel quale ci dovrà essere spazio “per tutte le sensibilità”; usando il metodo “del recente Congresso Regionale”. Tradotto: braccia aperte a Bondatti.

La road map

Francesco Sordo

Dunque, la ricerca dell’unità. Ma con quale iter? Una possibilità, anche se nelle ultime ore viene considerata piuttosto improbabile, è quella di individuare una persona terza. Che possa garantire un percorso il più morbido possibile verso il Congresso che si dovrebbe tenere entro il 30 novembre, al massimo la prima settimana di dIcembre. Un garante autorevole, che dovrebbe gestire le inevitabili frizioni prima della nomina del nuovo Segretario. Un figura, ad esempio, come quella del sindaco di Ferentino Piergianni Fiorletta come ipotizzato da qualcuno.

Oppure, se si volesse scegliere un’altra strada, si andrà rapidamente, nelle condizioni in cui si è adesso verso il congresso cittadino per scegliere il nuovo Segretario. È l’ipotesi più probabile. Chi sarà?

Come detto, tutto è molto fluido e le cose potrebbero ancora cambiare. Ma l’ipotesi di Francesco Sordo emersa negli ultimi giorni è davvero forte in questo momento. Nell’eventualità di una sua elezione, la direzione di marcia sarà chiara; rimettere assieme le anime del Partito. Provando a far ragionare persone che hanno spesso bisticciato, per usare un eufemismo. E farlo anche in fretta; perché la data delle elezioni Provinciali non è poi così lontana. E non sarebbe male per il Pd, anche a livello provinciale, arrivare a quella data con un’immagine di unità. Merce rara negli ultimi tempi.

Questione di equilibri

Francesco De Angelis e Daniele Leodori

In che modo rimettere tutti insieme? Il riferimento fatto da Aurelio Tagliaboschi non è causale. Il Pd del Lazio post elezioni Regionali era più frammentato della situazione presente in Libia. Oggi c’è un equilibrio. Costruito grazie a quel Congresso: senza un listone, tutti schierati sul nome di Daniele Leodori Segretario ma ognuno con una sua lista. I voti portati ai seggi hanno determinato il nuovo assetto in maniera concreta ed incontrovertibile.

Tra le sensibilità diverse con le quali costruire una sintonia ci sarà anche l’area che fa riferimento a Luca Santovincenzo. L’esponente di LiberAnagni (coalizione di cui alle urne ha fatto parte il Pd) qualche giorno fa ha fatto il punto sui suoi primi 100 giorni all’opposizione. Chiarendo che la sua è e resta un’opposizione diversa dalle precedenti. Senza sconti, ma costruttiva. Lontana da “snobismi”, “personalismi” e toni troppo duri. Più di qualcuno ha pensato a qualche ex consigliere donna delle ultime consiliature. L’idea, neanche troppo velata, è che Santovincenzo abbia già fatto partire la corsa per un posto in prima fila alle prossime comunali.

In che modo la nuova segreteria anagnina del Pd dovrà gestire tutto questo, provando a fare sintesi, toccherà deciderlo al nuovo segretario.