Latina, “città delle donne” in nome di Giulia, Martina, Oriana, Teresa…

Latina è stata proclamata "città delle donne" all'unanimità. La mozione approvata include l'obiettivo di ridurre il divario di genere e aumentare l'autonomia delle donne. L'iniziativa ricorda Giulia Cecchettin e altre vittime di violenza.

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Davanti allo scranno, il grande cuore rosso creato durante la manifestazione del 25 novembre; i volti – femminili – sui dipinti che affollano l’aula quasi ovunque; le 32 firme sotto la mozione. Latina è “città delle donne”. All’unanimità, ovviamente.

Oltre tre ore di dibattito su quella mozione, sottoscritta da tutti i consiglieri comunali del capoluogo pontino e letta a più voci, femminili: di maggioranza e di opposizione. Una mozione lunga quasi quattro pagine che prende le mosse dalla necessità – globale – di annullare il gender gap. Ovvero di abbattere le differenze di genere che impediscono alle donne di essere realmente autonome, che era stata immaginata per il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e rafforzata dal femminicidio di Giulia Cecchettin.

Silenzio in memoria di Giulia

Un minuto di silenzio ha aperto la seduta. Un minuto in memoria di Giulia e di tutte le altre vittime femminili. Tanti i punti previsti nella mozione, che impegna sindaco e giunta al rinnovo del comitato unico di garanzia, all’aggiornamento del piano triennale delle azioni positive per la rimozione degli ostacoli alla realizzazione delle pari opportunità; alla creazione di un tavolo di partecipazione aperto a istituzioni, forze dell’ordine, Asl, organizzazioni del terzo settore, scuole e università; al conferimento del mandato alle pari opportunità a una consigliera.

E poi organizzazioni di eventi e convegni, sensibilizzazione sui tumori femminili, campagne sull’educazione finanziaria, realizzazione di percorsi sicuri nelle zone periferiche ad alto rischio, con videosorveglianza e illuminazione pubblica incrementata.

Tutti punti che la sindaca, Matilde Celentano, si è impegnata a realizzare «e in tempi brevi, a partire dall’assegnazione della delega, non solo questa, ai consiglieri». Li ha chiamati «amori tossici», la sindaca: «Purtroppo, Giulia si fidava del fidanzato. E come Giulia, prima di Giulia, ci sono state Sara, Angelica, Maria, Daniela… una donna su 3 è vittima di violenza, sta diventando un’escalation e noi come amministrazioni dobbiamo prendere provvedimenti».

Una via per Pennacchi

E pone l’accento anche su un’altra situazione, quella dei «bambini che non hanno più la mamma, uccisa dal padre, e non hanno più il papà, che si è suicidato: questi bambini, sono figli di tutti noi». 

Approvata la mozione all’unanimità, il dibattito in aula prosegue con il voto definitivo per l’intitolazione allo scrittore Antonio Pennacchi, Premio Strega 2010 per “Canale MussolinI“, del tratto di via del Lido dall’incrocio con via Nascosa fino a Capoportiere. «Era un figlio di Latina, amato da tutti e rappresentante della nostra terra, dei nostri tempi, un simbolo, pluripremiato per la sua produzione letteraria».

«Il suo “Canale Mussolini” è uno spaccato di storia che racconta dei nostri coloni, venuti qui a bonificare la palude», ha spiegato la sindaca che ha narrato anche un episodio personale: «Era mio paziente, lui stava sempre con la sigaretta in bocca e io gli dicevo “Buttala”, ma non c’era niente da fare: era amante della vita, ma anche sprezzante allo stesso tempo».