Latina ex città delle acque

Latina è la città dell'acqua. O meglio, lo era. Perché da tutti i programmi è scomparsa e non se ne parla. Eppure sarebbe una risorsa

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Latina era la città delle acque ma non quelle cristalline… Da bere ma dalle fosselle. Il sindaco di Latina Matilde Celentano nel suo discorso di programma trascura l’acqua. Non cita Acqualatina, non cita il consorzio di bonifica né le idrovore; del mare parla della costa, di erosione, di draghe: ma mai di acqua.

Che qui ci sia un problema idraulico è evidente nelle fontane a secco che a questo punto potremmo brevettare. Ma? La città delle acque è sparita: seccata, inaridita.

Sparito il mare, i canali ma anche i laghi. Pensate Riva del Garda che si dimentica il Garda, Parigi la Senna. Londra senza Tamigi, Bisanzio senza Cisternone. Lucio Dalla che canta Caruso a Sorrento senza che il mare luccica.

L’acqua è la nuova frontiera della politica prossima ventura ma qui si occupano di direzioni generali, di filiere di Governo senza fili, di feste senza allegria.

Alle opposizioni che chiedevano di discutere di acqua, per via dell’acquisto da parte di Italgas delle quote di Veolia in Acqualatina in cui il comune di Latina è maggiore azionista e con gli altri comuni ha il 51 per cento ha risposto… Direbbe Vincenzo Zaccheo, l’ex sindaco: mi ha risposto un grande silenzio. (Leggi qui: Acqualatina torna italiana, Italgas compra la quota francese).

La città delle acque baluardo identitario della destra di Latina da Ajmone Finestra in poi ora e’ a secco e fa un poco tristezza. Anche il romanzo identitario di questa città, quello di Antonio Pennacchi, parla di un canale. Ma in piazza del Popolo soffrono di amnesie. Ritentare sarete più fortunati.