Il primo No ad d un'ipotesi di Giletti in campo alle Comunali di Roma arriva da Fratelli d'Italia. Dalla Regione Lazio, Roberto Buonasorte dice "Non ne abbiamo bisogno”
Lui non smentisce. E lascia così aperte le chiacchiere su una sua possibile discesa in campo alle prossime comunali di Roma. Se Massimo Giletti dovesse farlo davvero non troverebbe l’appoggio di Fratelli d’Italia. E nemmeno i suoi voti. A sbarrargli la strada è stato Roberto Buonasorte, già consigliere regionale del Lazio ed oggi capo della Segreteria del consigliere Regionale Sergio Pirozzi. È l’uomo che insieme all’avvocato Marco Di Andrea partì all’attacco di Gianfranco Fini per via della famosa casa di Montecarlo; era stato infatti proprio Buonasorte anni prima a presentare all’allora Presidente di Alleanza Nazionale la Contessa Colleoni. Oggi dice: “Non abbiamo bisogno di prestati alla politica: i danni che hanno fatto li abbiamo già visti”.
di Roberto Buonasorte
Venti giorni fa lo davano quasi certo candidato sindaco di Torino (sua città natale) per il centrodestra, da qualche giorno per quello di Roma; una specie di Stefano Parisi: un candidato buono per tutte le stagioni perdente sia a Milano che nel Lazio. Massimo Giletti da qualche tempo vive sotto scorta per via di alcune minacce ricevute dai boss della mafia a seguito di inchieste sugli stessi.
Bravo giornalista, Massimo Giletti, senza dubbio; anche molto abile aggiungiamo noi. Approdato in Rai giovanissimo, diviene molto amico di Fabrizio Del Noce, fa tutta la trafila per poi giungere a condurre trasmissioni di successo. I maligni gli attribuiscono anche una storia con l’affascinante eurodeputata del Pd Alessandra Moretti. Da qualche anno – dopo aver rotto con la Rai dove conduceva “L’Arena” – approda alla corte di Urbano Cairo su La7 per condurre “Non è l’Arena”.
Giornalista per vocazione
Avrebbe potuto fare l’industriale, Giletti, ed occuparsi della florida azienda paterna e fare la vita da ricco – si dice che la famiglia viva addirittura in un castello – e invece no; la passione per il giornalismo lo porta altrove.
Pur di fare audience è disposto a tutto, usa magistralmente la telecamera, gli va incontro battendo gli occhi – una sorta di Gianfranco Funari in chiave moderna – che è sempre molto efficace e se vogliamo anche un po’ chic…
Da una cultura che si potrebbe definire liberale, negli anni del craxismo rampante si avvicina a quella socialista affiancando Giovanni Minoli a “Mixer”, ma quando prende piede il Movimento 5Stelle Giletti diventa populista e giustizialista, una specie di Marco Travaglio della televisione…
Oggi che i seguaci di Grillo e Di Maio sembrano caduti in disgrazia, il nostro si è spostato su Salvini. Il quale però, a sua volta, sta meditando di mollare la Le Pen per virare – come ha detto lui stesso qualche giorno fa – verso un approdo di tipo liberale.
Ma cosa c’entra?
Ora qualcuno, tornando alle imminenti comunali di Roma, dovrebbe spiegare cosa c’entra l’idea di proporre Sindaco di Roma il neo populista-giustizialista Giletti con la rivoluzione liberale invocata dal “Capitano”, come ha bene ricordato qualche giorno fa lo storico esponente socialista Donato Robilotta.
Non abbiamo bisogno di prestati alla politica: i danni o l’inefficienza di ex imprenditori, ex attori, ex calciatori, ex pornostar, ex giornalisti, ex sindacalisti/e li abbiamo visti e in alcuni casi anche toccati con mano.
Per chi ancora crede nella buona politica, stia meno sulla rete, dietro i guru dei sondaggi, e un po’ più tra le persone; Partiti e movimenti che possono vantare una buona classe dirigente giovane e fresca presente sui territori, la valorizzi, la faccia crescere e i buoni risultati arriveranno, sia per Roma che per il Lazio.
La politica non deve vergognarsi di se stessa anzi, proprio facendo tesoro degli errori del passato, deve ripartire da lì: dai Municipi, dai Consiglieri di Roma Capitale, da quelli Regionali.
Così come non rimpiangiamo i giornalisti prestati alla politica tipo Michelini, Badaloni o Marrazzo, diciamo con chiarezza che il candidato per Roma “non è Giletti”, continui a condurre “Non è l’Arena”, gli si addice molto meglio.