Scomunicati. Il Papa ha dichiarato fuori dalla Chiesa i fedeli del gruppo ‘Bambino Gesù di Gallinaro’. La decisione porta la firma del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’ex Sant’Uffizio che ha il compito di tutelare la dottrina sulla fede ed i costumi in tutto il mondo cattolico.
L’Ufficio Disciplinare della Congregatio pro dottrina ha giudicato colpevoli del delitto di scisma gli aderenti alla ‘Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme’. Una posizione talmente grave – hanno stabilito i membri dell’Inquisizione – da applicare l’immediata scomunica latae sententiae. In pratica la scomunica è automatica e non è necessario che venga esplicitamente comminata: chi ha aderito a quella chiesa è scomunicato automaticamente e immediatamente.
La posizione del gruppo è stata ritenuta «dichiaratamente contraria alla fede cattolica, in quanto obbliga i fedeli a non frequentare i sacramenti,a disapprovare gli insegnamenti e la stessa autorità del Papa, a non avere relazioni con i sacerdoti e le rispettive comunità parrocchiali, a trasgredire la disciplina ecclesiastica».
Da oggi i fedeli del Bambinello di Gallinaro sono esclusi dalla comunione di Santa Romana Chiesa, vengono privati dei diritti di ricevere i sacramenti.
La scomunica è stata disposta a norma del canone 1364 del Codice di Diritto Canonico, Articolo 2 comma I, applicando il Motu proprio Sacramentorum sanctitatis tutela.
Al fine di «Salvaguardare l’integrità della fede, della comunione ecclesiale e dell’azione pastorale della Chiesa a favore del popolo di Dio» vengono scomunicati «tutti coloro che aderiscano consapevolmente ed in maniera formale a tale associazione, condividendone la dottrina e le idee». Invece, chi l’ha frequentata per caso, in maniera occasionale, o per curiosità, ma non ha aderito alla nuova religione, rimane nella Comunità di Santa Romana Chiesa.
Il Sant’Uffizio ha ritenuto che «Le iniziative della sedicente organizzazione pseudo – religiosa denominata ‘Chiesa cristiana universale della Nuova Gerusalemme’ sono in assoluta opposizione alla dottrina cattolica e pertanto nulla hanno a che fare con la grazia della fede e della salvezza affidate da Nostro Signore Gesù Cristo alla Chiesa fondata sulla salda roccia dell’apostolo Pietro».
La comunicazione ufficiale verrà letta durante tutte le Messe di domenica ed affissa all’ingresso di ogni chiesa.
La nota verrà firmata dai vicari generali della diocesi di Sora – Cassino – Aquino – Pontecorvo, i monsignori Antonio Lecce e Fortunato Tamburrini. Perché al vescovo Gerardo Antonazzo, la Congregazione per la dottrina della Fede ha dato competenza per la remissione della scomunica. Chi si pente è immediatamente riammesso. Ma a condizione che (ai sensi dei canoni 1322 e 1324 del Codice di Diritto Canonico) «vi siano vero pentimento e la volontà di abbandonare definitivamente il suddetto gruppo, prima di concedere la remissione della censura e l’assoluzione, ammonendo della gravità degli abusi commessi».
Il Sant’Uffizio ha disposto che «al ravveduto, purché rammaricato e mortificato, venga imposta adeguata penitenza».