La discarica di Roccasecca? Nessuno certifica che inquina. La Selva? C’è già il progetto

Se il sindaco di Roma Capitale Virginia Raggi non si sbriga a prendere le decisioni necessarie ad evitare il caos rifiuti su Roma, se Nicola Zingaretti non interviene surrogandola attraverso i suoi poteri sostitutivi, allora lo faccia il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.  Lo ha detto giovedì sera il sindaco di Roccasecca, Giuseppe Sacco, intervenendo alla trasmissione A Porte Aperte su Teleuniverso.

 

L’APPELLO AL MINISTRO

In mattinata, subito dopo avere guardato la replica della trasmissione, l’avvocato Sacco ha impugnato la tastiera ed ha scritto l’appello al minsitro. Sgomitando così sia sulla sindaca che sul Governatore. Ricordando insomma che stanno facendo tardi e così circa 100 tonnellate al giorno di rifiuti romani stanno continuando ad arrivare in provincia di Frosinone.

 

Una nota di poche righe. Tra le quali ha scritto: «La situazione della gestione del ciclo rifiuti romana va risolta, altrimenti a farne le spese saranno sempre le province ed in particolare a pagare in termini di impatto ambientale rischia di essere sempre la bassa Ciociaria».

Poi la doppia gomitata: per Sacco c’è un «il rimpallo di responsabilità tra Regione e Comune di Roma, ecco che si adottano soluzioni temporanee ma nessuno si assume mai la responsabilità di risolvere definitivamente il problema. Roma ha bisogno di impianti ma non vuole individuare i siti. La Regione accusa Roma di non provvedere, ma nello stesso tempo non adotta i poteri sostitutivi che le consentirebbero di surrogarsi nei poteri attribuiti alla capitale. A questo punto l’unica speranza è che intervenga il Ministro. In aderenza alla Legge può adottare poteri sostitutivi nel caso di inadempienza ed inattività degli enti locali e delle Regione».

 

 

LA DISCARICA NON PUO’ CHIUDERE

Nel corso della puntata. Giuseppe Sacco ha sottolineato che al momento non esistono le condizioni per poter chiudere la discarica provinciale gestita dalla Mad sul territorio alla periferia di Roccasecca. Le analisi dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente un anno fa avevano registrato livelli di due metalli superiori ai limiti consentiti. Una controperizia della Saf (la società pubblica che lavora i rifiuti in territorio di Colfelice, ma di fatto attaccata alla Mad) rispose che la colpa era della particolare natura dei terreni. Ricchissimi di quei metalli. Quindi bastava poco per far sballare il risultato.

«La Regione, quando c’era la precedente amministrazione comunale, ha deciso di affidarsi al al Consiglio Nazionale delle Ricerche che sta monitorando l’area e lo farà per un periodo complessivo di un anno: sarà il Cnr a dirci se c’è inquinamento o non c’è » ha detto il sindaco.

Bisognerà aspettare un anno per sapere se l’area è inquinata?

«No, stiamo ricevendo una relazione ogni tre mesi».

Cosa dicono quelle relazioni?

«Che rispetto ad alcuni valori viene confermato il superamento di alcune soglie»

Colpa dei rifiuti o del terreno?

«La relazione non lo dice. C’è scritto che bisogna approfondire  per delineare le cause. E per verificare se ci sono agenti esterni che possono in qualche modo influire sui risultati analitici».

Allora perché non chiude la discarica?

«Perché ad oggi non c’è un’autorità che abbia accertato un pericolo per la salute pubblica. Un sindaco non può chiudere a piacimento una discarica. La norma non glielo consente. Può intervenire quale massima autorità sanitaria locale se c’è un pericolo per la salute pubblica. Nonostante abbiamo consultato tutti gli enti competenti su questo profilo, nessuno ci ha certificato che quella discarica rappresenti un pericolo per la salute pubblica. Nessuno certifica che esista una relazione tra i valori oltre soglia e la discarica».

 

 

RISORGE LA SELVA

Una buona notizia l’ha portata il sindaco di Paliano, Domenico Alfieri. Ha annunciato che la settimana prossima ci sarà una conferenza stampa «insieme ai nuovi proprietari della Selva». E’ lo storico parco uccelli appartenuto al principe Antonello Ruffo di Calabria che per decenni ha attratto i visitatori da tutta l’Italia. «La nuova proprietà annuncerà i suoi piani di sviluppo. Posso solo dice che dopo anni di abbandono, la Selva risorgerà. Si tornerà a fare turismo».

Perché la Regione non ha comprato la Selva, come invece aveva promesso?

«Perché nel 2016 è intervenuta una legge che vieta agli enti pubblici di incrementare il loro patrimonio immobiliare».

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