Via alle Presidenze di Commissione. Si vota venerdì e lunedì. Sono 11 e a due mesi esatti dall'elezione di Matilde Celentano De Amicis fa quadrato sulla Lista della sindaca
Tutte convocate, tra venerdì 14 e lunedì 17 luglio. Tutte di mattina, a mezz’ora di distanza l’una dall’altra. Le 11 commissioni consiliari del Consiglio comunale di Latina si avviano a eleggere i rispettivi presidenti e vice presidenti, per entrare poi nel vivo della loro operatività politico amministrativa. Il tutto a due mesi esatti dall’elezione del sindaco, Matilde Celentano.
Le convocazioni, come da prassi, sono firmate dal presidente del Consiglio, Raimondo Tiero. Le presiederà fino ad avvenuta elezione del presidente titolare. Sarà poi quest’ultimo a procedere alla chiamata del voto per il suo vice.
Ieri il presidente Tiero ha emesso il proprio decreto di nomina dei consiglieri membri di ciascuno degli organi: 11 commissari per ciascuna commissione. Il tutto con uno schema che fotografa il rapporto 70%-30% con cui il centrodestra ha vinto le elezioni comunali di Latina. E allo stesso tempo rispetta il rapporto 23 consiglieri a 9 del Consiglio comunale in favore della maggioranza. In soldoni: il risultato finale nelle commissioni vede uno schiacciante 8 a 3 in favore della squadra di governo.
Non c’è un caso Licata
Scossoni per il passaggio di Emiliano Licata dalla Lista Celentano all’Udc? Ancora no. Dalla riunione di maggioranza di 48 ore fa non sono infatti emerse particolari fibrillazioni, e questo sarebbe dovuto a un motivo specifico: far partire in una modalità tranquilla l’attività dell’amministrazione. (Leggi qui: Celentano e il Re Nudo).
Come riferisce una fonte: «Ora ci si sorride: ci sarà tempo per discutere». Ma è un dato di fatto che la Lista Celentano appare, in maggioranza, come una miscellanea da cui potrebbero staccarsi altri elementi in un futuro non troppo lontano, per andare a rimpinguare altri gruppi consiliari. Infatti fanno parte della lista: Fare Latina, Rinascimento con Sgarbi, elementi ex FI e ex Pd solo per citarne alcuni. La loro migrazione ovviamente metterebbe a rischio anche gli equilibri delle commissioni. E forse della stessa giunta, dato che i calcoli di rappresentanza sono basati infatti sulla consistenza di ciascun gruppo consiliare.
Prova ne sia lo schema utilizzato per calcolare proprio i membri di commissione, circolato nei giorni scorsi: Fratelli d’Italia con 9 consiglieri ha diritto a 34 seggi in commissione; la Lista Celentano con i 5 consiglieri che aveva prima, aveva diritto a 19 seggi di commissione; la Lega con 4 consiglieri, ha 15 seggi; Forza Italia con 3 consiglieri, ha 11 seggi; all’Udc, con i suoi due consiglieri (prima del passaggio di Licata), ne spettavano 8.
Relativamente all’opposizione, Latina Bene Comune con 4 consiglieri ha 15 seggi; il Partito Democratico con 3 consiglieri, ne ha 11; il Movimento 5 Stelle con 1 consigliere, ne ha 4; la civica Per Latina 2032 con 1 consigliere, ne ha 4.
Il valzer dei consiglieri
Di fronte a questo, appare chiaro come “spostamenti” di consiglieri da un gruppo a un altro ledano i calcoli, e i seggi fin qui assegnati. A maggior ragione per il fatto che l’Udc, con i suoi 8 seggi, appare assente da tre commissioni “regine”: Bilancio, Lavori pubblici, e Attività produttive.
I vertici del Partito, nella conferenza stampa in cui sabato mattina hanno annunciato il passaggio di Emiliano Licata dalla Lista Celentano all’Udc, di fronte alle domande dei cronisti politici, si sono affrettati a chiarire che «lo schema delle commissioni va bene così, non chiediamo nulla e non abbiamo richieste: altrimenti, avremmo anche potuto anticipare la formalizzazione del passaggio di Licata». Formalizzazione che deve però avvenire, oltre che notificandola al presidente del Consiglio, anche in Consiglio comunale. E difatti, molti se l’aspettavano già nella seduta del 5 luglio. Ma l’annuncio – pur nell’aria – è avvenuto solo tre giorni dopo.
Al momento, dunque, non sono attese sorprese neanche nello schema delle presidenze annunciate: tre commissioni per Fratelli d’Italia (Bilancio, Attività produttive e, soprattutto quella nuova di zecca, creata appositamente per il controllo dei progetti Pnrr e per far sì che FI potesse avere due presidenze, denominata Pianificazione strategica), per le quali il gruppo indicherà come presidenti rispettivamente Dino Iavarone, Renzo Scalco e Mario Faticoni.
Due commissioni per la Lega, Urbanistica e Turismo, con possibili presidenti Roberto Belvisi e Federica Censi. Due per Forza Italia, Lavori pubblici e Pubblica istruzione, con le indicazioni di Fausto Furlanetto e Giuseppe Coriddi. Due per la Lista Celentano, Ambiente e Sport, con presidenti Claudio Di Matteo e Alessandro Porzi. Una, infine, per la Dc-Udc: Servizi sociali, che potrebbe essere presieduta da Nicola Catani. Da quanto emerge dalla maggioranza, “movimenti politici” potrebbero però esserci nelle vice presidenze, al momento ancora in fase di valutazione.
La “vedetta” De Amicis fa quadrato
Intanto, oggi il capogruppo della Lista Celentano, Enzo De Amicis, è tornato sul movimento di Licata, affermando che non solo «il gruppo Consiliare Lista Civica Celentano fa quadrato al proprio interno e nei confronti del Sindaco».
Ma anzi sottolineando che «l’episodio della fuoriuscita del Consigliere Licata ha rafforzato la compattezza del Gruppo politico, forte del grande consenso ricevuto in occasione delle elezioni amministrative. Sarà pronto ad affrontare la sfida della buona politica e della buona amministrazione. Ed in questo senso va l’elaborazione che sta portando avanti il Gruppo Consiliare, di proposte amministrative pronte ad un dibattito e confronto con le altre forze politiche della maggioranza, assumendosi la responsabilità di punti di governo e riferimenti alla pubblica opinione».