Quella “sfiga” in appalti e forniture

Ritardi su ritardi. Nella realizzazione del nuovo centro Al Karama. E per il parco falcone e Borsellino. Il Codice degli Appalti non contempla la sfiga. Ma un po' di buona sorte non farebbe male

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

A volte non basta controllare Durc e capacità tecnica delle ditte. A volte c’entra – forse – anche la sfiga. Che però non è contemplata nelle gare per appalti pubblici. Certo però al Comune di Latina ne sono capitate negli ultimi mesi. 

La sfortuna su Al Karama

Il campo Al Karama

Si parte con la realizzazione del nuovo campo dell’ospitalità per nomadi, altrimenti conosciuto come “il nuovo Al Karama“. Nato una trentina di anni fa come centro di accoglienza per nomadi, su iniziativa della Cgil e poi passato alla Regione Lazio. Sito nel Comune di Latina, in via Monfalcone, tra borgo Montello, borgo Bainsizza, borgo Santa Maria a poche centinaia di metri dalla discarica, il centro ha visto negli anni un degrado sempre maggiore.

Tra 2009 e 2010 i primi protocolli di intesa tra Comune e Regione per modificare la situazione e a una decina di anni fa risalivano i primi progetti di risanamento, che passavano tutti per il trasferimento su un sito accanto, dove costruire nuove strutture più moderne. Era il periodo dell'”emergenza nomadi” con un commissario nazionale che stanzia appositi fondi.

Ma tre gare per la fornitura dei moduli abitativi prefabbricati erano andate a vuoto per un prezzo offerto troppo basso. L’emergenza passa, i fondi vanno sbloccati. E c’era comunque da risolvere il braccio di ferro con la Regione sulla bonifica del sito precedente, sulle utenze e altro ancora. Fino all’incendio, del 2 luglio 2022, che distrusse quasi completamente il campo, rendendolo inutilizzabile: gli ospiti sono stati trasferiti “temporaneamente” presso la ex Rossi Sud sulla via dei Monti Lepini, di proprietà della Provincia di Latina.

E cadde pure l’amministrazione

Damiano Coletta

Doveva durare solo pochi mesi, quel trasferimento. Poco giorni dopo, l’amministrazione comunale venne “sospesa” in virtù dei ricorsi al Tar che imposero una parziale ripetizione delle elezioni del 2021; dopo il nuovo insediamento del sindaco Damiano Coletta l’8 settembre 2022, il 28 dello stesso mese l’amministrazione cadde nuovamente per le dimissioni dei consiglieri di centrodestra: tornò il commissario straordinario, Carmine Valente, che accelerò le procedure per il nuovo campo. Si chiamerà “Centro di autonomia abitativa non monoetnico” e per gestirlo si firma anche un protocollo con l’associazione 21 Luglio per favorire l’integrazione degli ospiti nella società pontina.

Il progetto di fattibilità per la riqualificazione viene approvato nell’ottobre 2022 e il nuovo protocollo tra Comune, Regione (competente per la bonifica del campo vecchio) e Prefettura viene siglato nel marzo 2023. Nell’estate 2023 le gare per la fornitura dei moduli e infine per i lavori. E la promessa: «Campo nuovo pronto entro natale 2023 e trasferimento degli ospiti». Così non è stato.

È passato dicembre. E sono passati gennaio, febbraio, marzo. A metà aprile, la commissione Servizi sociali esegue il sopralluogo: due moduli – su 19 totali – sono stati tirati su, e dentro devono essere ancora completati. Per avere il primo lotto degli 11 necessari al trasferimento delle persone ancora alla ex Rossi Sud (che la Provincia rivuole libera già da mesi) occorrerà fine maggio. E per tutti e 19 – forse – fine luglio. Ritardi su ritardi, dovuti alle lavorazioni preparatorie (come i basamenti in cemento), dovuti alla ditta incaricata del montaggio, dovuti agli allacci, dovuti alle forniture. Con l’assessore ai Servizi sociali, Michele Nasso che, sconsolato, dice «Date non ne do più»

Il parco chiuso

Massimiliano Carnevale

Altra gara, altri lavori. Stavolta è il parco Falcone e Borsellino, interessato da lavori di riqualificazione per 5,5 milioni di euro finanziati da Pnrr. Il 18 dicembre l’affidamento del cantiere: il parco è chiuso, ma le recinzioni vengono violate; fino a che non viene interamente blindato. Ma i lavori non iniziano.

C’è un ricorso al Tar da una ditta esclusa, tocca aspettare. Passano 30, 45 giorni, finalmente si parte. Si scarifica l’asfalto presente sulle strade interne, prima operazione da fare. Poi di nuovo rallentamenti. Due giorni fa, un cambio interno al consorzio: via una consorziata, ne arriva un’altra. Sperando che si corra. «Ci sono 400 giorni di tempo per finire», ripete l’assessore ai Lavori pubblici, Massimiliano Carnevale. Si è facili profeti a supporre che si useranno tutti. Intanto però, nel parco – chiuso – l’erba viene tagliata. «Questione di decoro e sicurezza». 

Già, l’erba alta, croce di ogni amministrazione. In primavera cresce. E a Latina cresce tanto. Sarà per l’aria buona da ex palude, sarà per il clima umido e temperato, sarà per l’alternanza di sole e pioggia (pioggia? Quale?). Il Comune utilizza la formula dell’accordo quadro biennale, roba da importo limite da milioni di euro (però ne vengono messi alla bisogna qualche centinaia di migliaia). E quindi gara europea. Partecipano – e si aggiudicano i lotti (la gara è divisa in sei di questi) – ditte da un po’ tutta Italia. Che sono impegnate anche in altre città. E l’erba cresce.

La sfiga non è contemplata nelle gare pubbliche. Ma a volte un po’ di fortuna non guasterebbe.