Si moltiplicano le voci di un incontro tra Matteo Salvini e Matteo Renzi, organizzato da Denis Verdini. Nel frattempo Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno messo sotto scacco Beppe Grillo e Giuseppe Conte. A Natale, come da tradizione, potrebbero esserci i fuochi artificiali. Magari dopo l’intesa sul sistema elettorale proporzionale.
Secondo i retroscenisti (autorevolissimi però) un incontro tra i due Matteo (Salvini e Renzi) ci sarebbe stato. Organizzato da Denis Verdini, “suocero” del Capitano e da sempre in ottimi rapporti con l’ex Rottamatore.
In ogni caso da qualche giorno si notano delle strane alchimie. Matteo Salvini, dopo aver raccolto le firme per un sistema maggioritario puro, ha detto al Corriere della Sera che non si può fermare l’Italia per una legge elettorale, che per lui potrebbe andare bene anche il proporzionale. Purché sia “corretto”, nel senso che chi vince governa.
Matteo Renzi, dal canto suo, ha iniziato a dire che se si va avanti così il voto è più vicino. Spiazzando tutti coloro che pensavano che sarebbe rimasto asserragliato nel Palazzo pur di non andare alle urne. In realtà i sondaggi su Italia Viva non entusiasmano Renzi, che però con una legge proporzionale vedrebbe garantita la sua rappresentanza.
Nel Movimento Cinque Stelle i due sconfitti, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, hanno unito le debolezze riuscendo a capovolgere la situazione e a mettere sotto scacco il premier Giuseppe Conte, blindato qualche mese fa (lo è ancora?) da Beppe Grillo. Nel frattempo Forza Italia rimane alla finestra e nei sondaggi avanzano le Sardine.
Un quadro politico completamente sfilacciato. Va aggiunta la crescita netta di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Natale, contrariamente a quello che si crede, rappresenta un periodo nel quale spesso avvengono i ribaltoni nella politica nazionale. O perlomeno vengono preparati. A questo punto basta ragionare. Una legge elettorale proporzionale “corretta” starebbe bene alla Lega. E anche a Fratelli d’Italia. Ma sarebbe gradita pure ai Cinque Stelle, a Italia Viva e a Forza Italia. Resta il Partito Democratico: a Nicola Zingaretti certe opzioni non piacciono.
Ma il segretario del Pd nella sua lunga carriera politica ha dimostrato di avere pazienza e di aspettare che gli altri commettano un errore. Potrebbe farlo anche stavolta.