Il vescovo Antonazzo Vicario di Roma? No, l’ipotesi è Pompili

Le manovre sono in corso da tempo. Al punto che in Vaticano si era creato addirittura un equivoco. Le voci secondo le quali un ‘ciociaro’ potesse essere chiamato con un alto incarico al Vicariato di Roma avevano concentrato l’attenzione su Gerardo Antonazzo, vescovo di Sora. Anche perché l’oscura diocesi sulle rive del Liri è diventata un trampolino dai tempi di monsignor Filippo Iannone, predecessore dell’attuale vescovo. Il prelato partenopeo aveva lasciato Sora per accomodarsi a Roma nell’ufficio del ‘Vice Gerente della Diocesi’. In pratica, il numero tre nella diocesi di Roma: al primo posto c’è il Papa, che è vescovo della diocesi romana; il Pontefice delega l’esercizio del ministero episcopale al cardinale vicario, che de facto esercita le funzioni di vescovo di Roma. Ed è il numero due. Come per ogni diocesi, anche il cardinale vicario è coadiuvato da un vicario generale, chiamato “arcivescovo vicegerente”, che «esercita la giurisdizione in stretta comunione con il Cardinale Vicario».

La scorsa estate, durante gli esercizi spirituali tra i parroci delle diocesi del Lazio, la chiacchiera era diventata molto insistente. Sbagliavano. Il ‘ciociaro’ che è finito nella ristretta cerchia degli osservato speciali è un altro. Si tratta infatti di monsignor Domenico Pompili. Originario di Acuto, studente al Leoniano di Anagni, sacerdote nella diocesi ai tempi del vescovo Luigi Belloli, poi parroco a Vallepietra, quindi titolare della concattedrale di Alatri. Poi il trasferimento a Roma: alla Comunicazione della Conferenza Episcopale Italiana. Alla quale ha fatto seguito la nomina a sottosegretario della CEI ed infine la chiamata diretta di Papa Francesco che lo ha nominato vescovo e gli ha assegnato la diocesi di Rieti.

Di monsignor Pompili si parla per il Vicariato di Roma. L’ufficio è occupato al momento dal Cardinale Agostino Vallini. Ma in primavera è previsto l’avvicendamento. Con chi? Al momento c’è una terna di nomi. Il primo è proprio quella dell’ex diacono di Anagni, forgiato da monsignor Belloli e cresciuto sotto la guida attenta del cardinale Angelo Bagnasco Cardinale presbitero della Grande Madre di Dio, Arcivescovo Metropolita di Genova, presidente dei vescovi italiani. Domenico Pompili è stato notato più volte a Santa Marta, soprattutto all’ora di cena «in Sacra compagnia».

Chi non lo vuole a Roma gli rimprovera «il difetto d’essere troppo giovane» e «di mancare della necessaria esperienza pastorale». Qualche alto prelato ha messo le mani tra i capelli commentando «E’ diventato adesso vescovo di Rieti come si fa a mettergli Roma in mano?». Chi lo giudica adatto invece ribatte con le parole del Cardinale Stefan Wyszyński: «La gioventù è un difetto dal quale ci si libera presto». Viene considerato un giovane già maturo ed esperto.

Proprio per questo, gli viene contrapposto un altro dei nomi presenti nella terna. E’ quello di don Angelo De Donatis, attuale Vescovo Ausiliare di Roma: uomo semplice, molto preparato, amato dal Clero Romano.

Il pezzo più pesante nella terna però è Bruno Forte arcivescovo metropolita di Chieti – Vasto. E’ un teologo di primissimo piano, moderatamente progressista, talvolta criticato per le sue posizioni teologiche. Dialoga con i più grandi filosofi contemporanei: da Bultmann a Levinas, da Heidegger a Jaspers e Mounier.

E Antonazzo? Si continua a parlare di località di mare. Ma lui, sornione, è ben lungi dal preparare le valigie. La rivoluzione della diocesi Sora – Cassino non è ancora completata: soltanto dopo si potrà parlare di spostamenti. Lì dove arriva la brezza del mare.

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