Gallinaro, «Giuseppina si sta rivoltando nella tomba»

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GIANLUCA TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Enigmatico ed elegante. Così viene descritto Samuele Morcia, nato a Parma nel 1972, ex insegnante, ora profeta “anti-Papa”. Dice di aver ereditato i poteri dalla suocera; da quella Giuseppina di Gallinaro che affermava di aver visto Gesù Bambino adagiato su una nuvoletta a forma di culla.

Avvicinare il professore non è semplice. Difficile trovare una sua foto. Per lui la scomunica di Santa Romana Chiesa non ha alcun valore. Sostiene che la presa di posizione del Santo Padre è arrogante e fuori tempo. Che «l’istituzione guidata da Bergoglio prima era, e ora non è più». Alla decisione della congregazione per la dottrina della fede ha risposto con un comunicato stampa di quattro pagine, spiegando che nulla hanno in comune i devoti del Bambinello e il Vaticano. Usando 1302 parole ha cercato di demolire le accuse mosse dal Sant’Uffizio. «Spero che la gente capisca quel che sta accadendo».

Replica monsignor Antonio Lecce, firmatario della lettera di scomunica inviata ai parroci della diocesi di Sora, Cassino, Aquino, Pontecorvo. «Sono molti i fedeli che conosco personalmente. Si tratta di brava gente che non si rende neanche conto di quel che sta avvenendo. Il rischio è che qualcuno possa allontanarsi dalla vera fede per seguire uno pseudo profeta».

È amareggiato il vicario generale diocesano. Ma non demorde. Non intende tradire la missione che Dio gli ha affidato: recuperare le pecorelle smarrite. «Il comunicato che la Nuova Gerusalemme ha diffuso – argomenta – si condanna da sé. Fa capire che chi frequenta quel gruppo sta prendendo definitivamente le distanze dalla chiesa cattolica. Noi dovevamo far chiarezza per dare un’indicazione precisa. È un diritto dei fedeli sapere la verità».

Fa notare che qualcuno inizia a pentirsi. «Un sacerdote mi ha riferito di persone che chiedono chiarimenti. La scomunica, lo ribadisco, non è per quanti episodicamente si sono recati a Gallinaro. Riguarda coloro che fanno parte, consapevolmente, di quel sodalizio».

Un passaggio lo riserva a Samuele e ai suoi adepti. «Fin quando c’era Giuseppina, anche se le posizioni non erano condivise, la situazione era tollerabile». Sulla veggente, infatti, la Chiesa non si è mai pronunciata nel merito, anche per la ritrosia dei parenti ad affrontare la questione come avvenuto in casi simili. «Lei diceva alla gente di andare a messa e di recitare il rosario. Sono sicuro che quello che stanno combinando questi signori – conclude il monsignore – la sta facendo rigirare nella tomba».

 

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