CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI
Elezioni comunali, servizio idrico, situazione interna al partito. Il presidente della Provincia Antonio Pompeo a tutto campo.
Presidente, ma al congresso provinciale non si decise una linea unitaria del Pd? A Cassino, però, ci sono due candidati a sindaco.
«Abbiamo lavorato molto per ricomporre il quadro anche a Cassino. Non è stato possibile arrivare ad una sintesi per spaccature a livello locale. Peccato. Detto questo, però, il Pd è nella condizione di vincere dappertutto, a Cassino, Alatri e Sora. Ci sono tre sindaci uscenti che hanno operato benissimo».
Senta Pompeo, il Movimento Cinque Stelle attacca e il deputato Luca Frusone ha detto chiaramente che il fallimento governativo del Pd è ad ogni livello: Paese, Regione, Provincia, Comuni.
«È facile parlare quando non si è al governo, quando non si devono assumere iniziative amministrative. I Cinque Stelle criticano e basta. Il Pd, invece, sta dando risposte. Il Patto per il Lazio tra Governo e Regione testimonia l’attenzione che si ha nei confronti della provincia di Frosinone. I pentastellati stanno semplicemente cavalcando dei momenti di disaffezione nei confronti della politica. Ma non sono una forza di governo».
Presto incontrerà l’amministratore delegato di Acea Ato 5 Paolo Saccani. È cambiato qualcosa?
«Non è cambiato nulla, su questa vicenda c’è una strumentalizzazione enorme. Certamente incontrerò presto l’ingegner Paolo Saccani. Chi ha delle responsabilità pubbliche ha l’obbligo di dialogare con tutti per cercare le soluzioni migliori per i cittadini. Ma qui nessuno si sta “calando le brache”, basta con questa superficialità imbarazzante. Quanto è stato approvato dall’assemblea dei sindaci non è in discussione, i percorsi da seguire sono chiari e non si torna indietro. Una volta per tutte anche sulla storia del conguaglio da 75 milioni di euro: i cittadini si trovano a pagare per errori fatti da altri, non certo dal sottoscritto. Quando dico (e confermo) che la strada del contenzioso deve essere l’extrema ratio, intendo affermare due principi. Il primo: il gestore deve prendere atto di una volontà politica forte emersa in sede di assemblea dei sindaci. Il secondo: chi amministra la cosa pubblica dovrebbe cercare sempre altre strade prima di partire in quattro con lo “scontro frontale” che produce contenziosi. I 75 milioni di euro verranno pagati dai cittadini, il punto è questo».
Che ne pensa dell’ipotesi di candidare a sindaco di Frosinone Fabrizio Cristofari. Il presidente dell’ordine dei medici ha detto che l’ipotesi migliore per scegliere lo sfidante di Ottaviani è rappresentata dalle primarie aperte. Lei che dice?
«Intanto Fabrizio Cristofari è una risorsa ad ogni livello: come professionista, della coalizione di centrosinistra, del Partito Democratico. La sua presa di posizione ha smosso le acque e credo che a Frosinone il centrosinistra debba indicare il candidato sindaco il prima possibile. Abbiamo bisogno di entusiasmo e programmazione».
Quanto sarà importante il referendum costituzionale d’autunno?
«Sarà fondamentale. Tutto il Pd è mobilitato: c’è solo la vittoria. Perché soltanto così si può cambiare davvero l’Italia».
Dopo il 5 giugno affronterà il tema dell’alleanza tra Pd e Forza Italia alla Provincia? «No. Questa non è una priorità. E poi soltanto dopo l’esito del referendum si conoscerà il futuro delle Province».
Se passa il sì, però, verranno abolite. O no?
«Guardi, la Provincia resta un ente fondamentale e centrale. Su temi come l’acqua, il lavoro, le scuole, recita un ruolo decisivo. Non soltanto di coordinamento. Senza considerare le iniziative che abbiamo assunto sulla riqualificazione delle strade perimetrali allo stabilimento Fca di Piedimonte. Non è un ente di secondo livello».