C’era una volta il venditore di enciclopedie. Eri a casa, suonava il campanello e appariva lui. Ben vestito, in giacca e cravatta, con una valigetta di pelle che conteneva un tomo di presentazione. Una meraviglia. Pagine patinate, che profumavano di stampa e ti aprivano a quel mondo che solo tanti anni dopo (ma tanti) sarebbe stato a portata di un clic. L’esterno del magico libro era in pelle e stoffa. Colori tenui, caratteri gotici. Impossibile non sentirsi attratti da quel bagaglio di formazione che pesava davvero. Firmare la velina dell’ordine era un tutt’uno. Non c’era da soffermarsi troppo sulla bontà dell’acquisto. La cultura è già un investimento di suo.
Poi sul pianerottolo è arrivato il venditore di aspirapolvere. Se colto è bello, lindo e profumato è dignitoso. Come non apprezzare quelle dimostrazioni fiume con tutti gli accessori che stavolta uscivano non più da una valigetta ma da un trolley. Ogni arnese si monta, si sdoppia, si snoda. Il braccio si allunga, il finale a sorpresa si fa in quattro: vetri, pavimenti, divani e materassi. C’è anche la polvere magica che serve per dimostrarti che tu, massaia tutta d’un pezzo, vivi nel lerciume. Prova ne è quel pannetto colmo di polvere stratificata che l’uomo venditutto ti mostra con sadico orgoglio. La reazione è immediata. Firma di 36 comode rate per lavare l’onta del sospetto.
Adesso, a parte i testimoni di Geova, i truffatori seriali che si spacciano per assistenti sociali o controllori dell’Enel e i postini-testimonial di Equitalia, nulla più. Non bussa nessuno. Non c’è trippa per gatti, non si vende? Macché. Al contrario, siamo diventati tutti agenti di commercio. Ognuno, nel proprio lavoro, cerca di mollare qualcosa al prossimo. Gli esempi non mancano. In banca: investimenti e assicurazioni per tutti i gusti (tetto, micio, incendi, morso di cane, bond, derivati, laurea del neonato e fuga di gas o terremoto).
Al supermercato: vorresti un etto di prosciutto e mezzo chilo di pane, ti sottopongono all’acquisto, nell’ordine la porchetta, la mozzarella di bufala, il pane con il pepe e noci, i mille formaggi stagionati che danno diritto ad una ricotta in omaggio.
Dall’estetista: mentre fai la ceretta ti presentano le offerte del mese. Sei entrato per spendere 30 euro, se hai il portafogli pieno prenoti per 300.
Dal parrucchiere: bene che va, di sicuro ti cadono un po’ di capelli. Ed ecco pronta la soluzione che prevede una scatola di fiale e un comodo shampoo da utilizzare ad ogni appuntamento. E via.
Sei begalino da lenti a contatto? Non si usa più comprarle a coppie. Meglio la scatola da tre. Che tre più tre fa sei, pacco scorta e porta a casa.
Al supermercato è una pacchia continua. Il giorno del bagno schiuma, quello dell’olio per auto, il totano day. Otto cosce di pollo e quattro petti di tacchino tutti in fila per due. Prendi tre, paghi sempre tre. Ma non lo sai. E sei contentissimo.
Hai risparmiato cinquanta centesimi al banco frigo, ne spendi due in più nello scaffale dei dolci. Ti hanno indotto ad acquistare quello che non ti serviva. E non te ne sei neanche accorto. Piazzista di te stesso, hai superato ogni limite. Evviva.
A proposito….se passate in edicola anche oggi c’è di nuovo L’inchiesta. E costa solo un euro, con o senza stiletto. Au revoir!