Seno nuovo e pancia piatta per lei, ritocco anti-età per lui: ecco i regali più richiesti nella coppia. Parla Giulio Basoccu, il mago della chirurgia estetica, per anni a Veroli e ora a Grottaferrata
di Valentina ARCOVIO
per LA STAMPA
Quest’anno molti italiani troveranno sotto l’albero di Natale regali che non possono essere scartati. Almeno non nell’immediato e non in modo tradizionale. Perché, come sta accadendo non di rado negli ultimi anni, molti nostri connazionali riceveranno in dono uno o più «ritocchini» dal chirurgo estetico.
Ci sarà quindi il marito che regalerà un seno nuovo e prosperoso alla propria moglie. La moglie che regalerà un trattamento contro la calvizie al proprio compagno. O addirittura genitori che regaleranno un naso «alla francesina» alla propria figlia.
«Negli ultimi anni è esplosa la moda di regalare interventi di estetica», dice Giulio Basoccu, chirurgo plastico, responsabile della Divisione di Chirurgia plastica estetica e ricostruttiva presso l’Istituto neurotraumatologico italiano di Grottaferrata e docente all’Università di Tor Vergata di Roma.
PANCIA PIATTA E UN SENO NUOVO
«Alle mogli si regalano sempre più spesso trattamenti riempitivi, filler, per la bocca e gli zigomi», riferisce Basoccu. «Oppure veri e propri interventi chirurgici – aggiunge – che vengono però concordati prima di finire sotto l’albero. Come una liposuzione o una mastoplastica additiva».
Molto dipende dalle singole preferenze, ma anche dalle tasche. «Per i filler si parte da un costo di 500-600 euro fino ai circa 10mila euro per un intervento al seno», specifica il chirurgo.
Nella lista dei desideri di Lui ci sono trattamenti estetici che hanno l’obiettivo di ringiovanire la figura. «Devo dire che, nonostante le richieste da parte degli uomini siano aumentate negli ultimi anni, per Lui è più difficile ammettere di voler cambiare qualcosa del proprio aspetto e di conseguenza è più difficile che esterni alla propria partner un desiderio di questo tipo», spiega Basoccu.
«Ma anche se più rari, gli uomini che vogliono il “ritocchino”ci sono – continua – e chiedono trattamenti biorivitalizzanti, peeling, trattamenti per la salute dei capelli e blefaroplastica».
Tutti trattamenti che servono a riportare indietro le lancette dell’orologio.
DONNE, RITOCCHI GIA’ DA GIOVANI
A essere diversa è anche l’età media di coloro che vogliono sottoporsi a un intervento estetico. «Gli uomini chiedono trattamenti estetici per ringiovanire e quindi ci arrivano più in là con gli anni. Mentre le donne – sottolinea il chirurgo – hanno mediamente 35 anni d’età. Sono mogli, ma anche figlie».
A volte però si inizia anche troppo presto, specialmente con interventi decisamente più invasivi. «Quando si parla di chirurgia estetica bisogna distinguere tra chirurgia dei difetti e chirurgia dell’invecchiamento», dice Basoccu.
«Nel primo caso purtroppo si inizia anche molto presto: se di solito ci si rivolge al medico intorno ai 32-35 anni, quando si vuole intervenire su un naso particolarmente irregolare o su un seno non sviluppato spesso le pazienti hanno anche 18-20 anni. Nel secondo caso, invece, le donne – prosegue – che richiedono l’intervento di un esperto perché temono i segni dell’età sono quelle che si affacciano ai 40 anni».
MA 2 SU 3 SONO GIA’ BELLE
Ma c’è una cosa che accomuna le pazienti sul lettino del chirurgo: la bellezza. «Nell’immaginario collettivo sono le donne che non si vedono belle a rivolgersi al chirurgo plastico, nella realtà è vero esattamente il contrario», ammette Basoccu.
Infatti, secondo il chirurgo, tra le italiane che ricorrono alla chirurgia estetica 2 su 3 sono belle e piacenti. «Le più inclini sono le più abituate a confidare nella propria bellezza, a considerarla come un valore prezioso da preservare. Proprio perché sono belle – prosegue – dovrebbero avere più senso della misura, invece spesso il meccanismo si esaspera, si ragiona in termini matematici: se una punturina mi ha migliorato, due mi miglioreranno ancora di più. Si entra in un vortice di insoddisfazione – conclude – e si continua a cercare il chirurgo, con un risultato che da buono diventa grottesco».