Il diario della collega Mimma Panaccione, scomparsa nei giorni scorsi. Ma più viva che mai grazie agli appunti che aveva fatto in tempo a scrivere e pubblicare.
Nei giorni scorsi ha smesso di scrivere la collega Mimma Panaccione. Ci ha lasciato una serie di articoli che la rendono più viva che mai. Sono quelli proposti sul suo blog all’interno di Repubblica.it Li riproponiamo per consentire, anche a chi non la conosceva, di capire quale straordinaria persona fosse.
di Mimma PANACCIONE
Vi sopporto avanti negli anni strizzate in abitini succinti e corti, con rughe in evidenza in posti inimmaginabili.
Vi sopporto con ombelichi più o meno sporgenti anche sotto la neve.
Vi sopporto con gli stivali d’estate, i calzini corti e bianchi e le infradito. Con gli occhiali da sole sulla testa o dietro la nuca perfino in chiesa.
Vi sopporto oversize strizzate nei leggins.
Vi sopporto con le gambe storte e i femori di fuori perché credete che magro è bello a prescindere.
Vi sopporto su tacchi e plateau già a 9 anni quando non ci sapete camminare nemmeno a 90. Sopporto ventri opini e pingui maschili ingabbiati in magliette a righe su ridicole gambine ossute.
Vi sopporto truccate peggio di Moira Orfei nei suoi anni migliori.
Vi sopporto con le tette al vento e i labbroni a canotto.
Vi sopporto in mille selfie nel bagno con la bocca a culo di gallina… insomma, vi sopporto da tempo, da quando il buon gusto e l’amor proprio sono andati in pensione per colpa di un democraticissimo cattivo gusto più redditizio al marketing.
Pertanto siete tutti in debito con me. E non ho alcuna intenzione di coprire la mia testa spelacchiata dalla chemio di turno per essere “socialmente accettabile”, terminologia politically correct per dire che non vi suscito un brutto pensiero.
Purtroppo il cancro metastatico non è solo un brutto pensiero, ma per molti di noi è una realtà. E non vedo perché dovrei autocensurarmi per alimentare la vostra ipocrisia. Se ciò vi strappa dalle mani la vostra coperta di Linus, vuol dire che mi dovete anche un favore. Qualcuno dovrà suonarvi la sveglia prima o poi.
Dovrete prendere atto che dovete cercare di difendervi dal cancro e magari aiutare noi a starci dentro. Dopo la perdita dei capelli ho la testa tenerella: la sento delicata e ipersensibile.
Sarà solo per questo motivo che la coprirò con cappelli, foulard, parrucca e bandane, solo per proteggerla.
Mai per ritrarla. Perché io combatto sempre mentre voi siete distratti, e lo faccio sempre a testa alta.