Federlazio è stata sconfitta sia all’Asi che al Cosilam. Sta cercando di riorganizzarsi, stretta nella morsa della Camera di Commercio di Marcello Pigliacelli e di Unindustria di Davide Papa.
Rientra in questa strategia, finalizzata a recuperare terreno sul fronte dell’immagine, l’offensiva del presidente Alessandro Casinelli: ha deciso di uscire allo scoperto, attaccando frontalmente il bando dell’Acea sui 50 milioni di euro di investimenti per il rifacimento di reti idriche e fognature. Una posizione che coincide, per esempio, con quella del sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani e della senatrice Maria Spilabotte. Ma pure del presidente dei costruttori edili Domenico Paglia.
Il punto è che dovevano essere favorite le imprese locali negli appalti. Cosa che non è successa.
A questo punto, però, viene da domandarsi se l’assemblea dei sindaci ha letto il documento che poi ha approvato, se ha approfondito il testo, se ha messo dei vincoli per quello che doveva essere il bando. Evidentemente no, se ancora una volta si chiudono le stalle quando i buoi sono scappati.
Acea è una società privata e si muove secondo logiche di mercato. Ma i sindaci, dopo che per anni non hanno definito la tariffa (esponendo i contribuenti a salassi da panico), leggono almeno quello che votano?