Quel messaggio di Pace lanciato da Ferentino fino ad Aleppo

Biagio Cacciola

Politologo e Opinionista

Biagio Caccioladi BIAGIO CACCIOLA
Politologo, Opinionista

 

Il protocollo d’amicizia approvato tra Ferentino e Aleppo rappresenta una vera e forte risposta al terrorismo del fondamentalismo islamico di marca saudita e turca. Infatti tutto il consiglio comunale di Ferentino, all’unaniminità, ha deciso che solo attraverso la solidarietà e la cultura si possono compiere azioni tese a sconfiggere la violenza di questa terza guerra mondiale a pezzettini , come la definisce papa Francesco.

Aleppo è stata infatti la sede, per una decina di anni. del vescovo cattolico francescano Mons Guerino Picchi. Chi e’ andato qualche volta ad Aleppo, come il sottoscritto, rimaneva stupito dalla capacita’ di questo figlio della Ciociaria piu’ vera e povera, di stare al servizio di tutto il popolo siriano. Lo stesso che grazie alla guida illuminata di un regime laico retto dal Baath, partito d’ispirazione socialista nazionale, amava la convivenza tra diverse culture, religioni, etnie.

Tutto questo non stava bene alle petromonorchie del Golfo che nella loro follia di islamizzazione dei regime laico di Assad in Siria, hanno reclutato, 5 anni fa, piu’ di centomila terroristi da tutto il mondo, pagandoli per poter instaturare un califfato a Damasco e Baghdad. Cio’ non e’ riuscito per la resistenza del popolo siriano, del suo esercito, del suo governo e, soprattutto, per la discesa in campo di nazioni illuminate come la Russia e l’Iran.

Monsignor Picchi amava in modo incredibile il popolo siriano. Non aveva dimenticato Ferentino, la sua modesta casa nei pressi della Stazione e quando tornava, parlava un italiano ormai piegato ai toni arabi. Uno spettacolo di inculturazione e di amore.

In nome suo questo protocollo di amicizia e’ stato approvato dall’amministrazione tutta di Ferentino. I prossimi passi sono l’approvazione da parte di Aleppo del protocollo e lo scambio di delegazioni. Un atto di grandissima civilta’ e di vero segnale di pace, anche nei confronti di un governo, come quello italiano che grazie a un ministro non all’altezza, come Gentiloni, ancora non ha ripristinato le relazioni diplomatiche con il governo legittimo di Damasco, favorendo cosi’ oggettivamente il fondamentalismo islamico.

Speriamo che questo piccolo atto sia uno schiaffo anche a chi fa della sua azione politica solo un mezzo d’immobilismo e di potere fine a se stesso.