Top e Flop, i protagonisti di martedì 19 settembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 19 settembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 19 settembre 2023

TOP

DANILO CAMPANARI

L’avvocato Francesco Scalia con l’abate emerito dom Bernardo D’Onorio e l’ex sindaco Danilo Campanari

È stato sindaco di Veroli e da molti è considerato uno tra i primi cittadini più empatici di sempre della cittadina ernica. Danilo Campanari è stato il regista emotivo, lo scenografo e il principale fan della recente Festa dell’Unità che il Partito Democratico ha tenuto ad inizio mese. Da allora (anzi, da molto prima di allora) Campanari è tornato “in auge” come uno degli uomini chiave della renaissance dem di Veroli.

Attenzione: al di là del suo ruolo strategico, che avrà modo di palesarsi nei prossimi mesi, Campanari è un totem. E’ la prova provata che a Veroli si possono fare e “dire” cose di sinistra anche a prescindere dalle declinazioni competitive di questo periodo. Da esse e dalle rotte legittime, sacrosante e spesso eccellenti che oggi hanno i percorsi di una Francesca Cerquozzi o di una Assunta Parente.

Campanari, che in questi giorni è tornato ad essere snodo politico attivo dei dem ernici, è un po’ il Mentore della situazione locale. Una sorta di “medicine man” che ha messo a regime le frequenze emotive di una parte politica della città. Ha organizzato, è stato presente a presentazione e festa, si è commosso ed anche tanto. E lo ha fatto in particolar modo quando ha visto che in città giravano auto che annunciavano la kermesse. Come si faceva una volta, quando per le Feste dell’Unità e per quelle dell’Amicizia si saliva sul ring guareschiano di chi aveva la tromba più forte.

O le “costatelle” migliori (pecora al sugo permettendo) O il cantante più quotato. Ma non è solo seta da amarcord quella di Campanari, è anche lo smalto di una guida politica in retrovia da cui prescindere nei prossimi mesi sarà davvero difficile. Se non impossibile. Perché a Veroli retrovia e prima linea sono molto , ma molto poco distanti.

Campanari a festa.

SIMONE DIGENNARO

Simone Digennaro

Mens sana in corpore sano. Ma anche Università sana in territorio che cresce. Spieghiamola. Il primo nucleo universitario a mettere piede a Cassino è stato l’Isef, l’Istituto Superiore di educazione Fisica. Era  era un istituto universitario che dal secondo dopoguerra ha formato gli insegnanti di Educazione fisica. Poi sorse il Sol per Noctem, l’università di Cassino che la sua facoltà di Lettere e Filosofia e poi Ingegneria ed Economia. L’Isef venne riformato e trasformato in facoltà a tutti gli effetti: Scienze Motorie.

I suoi anni se li porta benissimo. In queste ore segna infatti un nuovo record: sono stati 316 gli iscritti alle prove d’accesso al corso di laurea. Sono arrivati a Cassino da tutto il Lazio, il Molise, la Campania. Avrebbero potuto bussare a tanti altri atenei: hanno scelto Cassino. E non per una questione di comodità.

Oggi c’è stato il primo dei tre concorsi: per selezionare le matricole del corso Triennale. Ad ottobre ci saranno le prove per le lauree magistrali: Sport Management (80 posti) e Scienze e tecnica dell’attività motoria (75 posti).

Tra gli aspiranti, per la prima volta in Italia ci sono stati 5 allievi detenuti nel carcere di Cassino. Hanno sostenuto i test direttamente nel penitenziario, valutati da una apposita commissione.

Al di là dell’aspetto didattico ed organizzativo del presidente del corso di laurea, Simone Digennaro c’è una valutazione che va fatta. I 316 aspiranti sono il segnale di un’università viva, capace di tenere in vita un territorio e rispondere alle esigenze di formazione che da quel territorio arrivano.

L’insegnamento dell’educazione fisica nella scuola Primaria sta creando molte prospettive e quindi ha aumentato l’interesse: ma Cassino ha avuto il merito di farsi trovare pronta all’appuntamento. Non solo con le cattedre ed i banchi, ma soprattutto con le strutture sportive, i campi, le palestre. Che consentono di essere competitivi con gli altri atenei. E di essere preferiti a loro. Registrando il record di aspiranti.

Università in corpore sana.

FLOP

ANSELMO ROTONDO

Anselmo Roondo

Ce l’ha messa tutta. E gli va riconociuto di esserci riuscito. Il sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo ha strillato, scritto, strepitato, battuto i piedi e telefonato. Alla fine il problema dell’ondata di furti sul suo territorio è stata al centro di una riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Cioè il massimo organo sulla sicurezza.

In Prefettura si sono riuniti il comandante provinciale dei Carabinieri, il questore, il comandante della Finanza. E lì è andato il sindaco per sentire quali iniziative gli avrebbero annunciato per proteggere il suo territorio. Ma…

Le forze dell’ordine gli hanno posto una domanda. Semplice e circostanziata. Quali furti, sindaco? Dove li hanno fatti? In caserma non risulta alcuna impennata, anzi il numero delle denunce è assolutamente nella media. Con il prefetto che bacchetta virtualmente sui polpastrelli Anselmo Rotondo: “Sindaco, inviti i suoi cittadini a denunciare i reati; in questo modo le Forze dell’Ordine potranno organizzare le opportune contromisure”.

Il bis c’è stato nelle ore scorse. Riunione a Pontecorvo con l’ufficiale dei carabinieri che comanda la compagnia. Quanti cittadini si sono presentati al confronto? Una decina. Tutto qui. Ed il baccano di questi giorni? Amplificato dai social e da whatsApp, con audio non proprio edificanti.

Dove vanno rinforzati i controlli, dove va aumentata la prevenzione? Nessuno ha saputo rispondere perché nessuno ha avuto elementi concreti da fornire. Se non i messaggi scambiati sui Gruppi. “Se invece di mettere i messaggi vocali su WhatsApp segnalassero al 112 la presenza di auto sconosciute, forse potremmo aspettarle all’uscita della strada” hanno fatto notare le forze dell’ordine.

Niente da segnalare.

ANDREA CRIPPA

Andrea Crippa

Il caso Vannacci non si sgonfia per due motivi: il primo è che il generale non demorde da un osso pubblicistico che gli sta portando tanta, ma tanta notorietà, tanta “trippa per gatti”, diciamo. Il secondo è più sottile anche se del primo sta a traino. L’alto ufficiale parà è di fatto la Preda Perfetta per gli appetiti di ogni partito che si rispetti tra quelli che mettono populismo e sovranismo in “vangelo”.

Poteva mancare perciò il Carroccio fresco di Pontida? A ben vedere no, a vedere meglio certo che sì, a contare che la Lega ha radici identitarie molto poco patriottiche, radici mai sopite del tutto. Ad ogni modo in politica quel non strozza ingrassa e il vice segretario leghista Andrea Crippa lo sa bene. Lo sa ed ha fatto una avance.

“Certo che per Vannacci le porte della Lega sono spalancate, lo dico da vicesegretario del partito. Averlo con noi sarebbe una cosa ottima, e penso che potrebbe dare pure un grande contributo all’interno delle Istituzioni”. Insomma, le tesi espresse nel libro ‘Il Mondo al contrario’ sono una calamita a cui è difficile sottrarsi, specie con i macro-collegi per le Europee 2024 che incombono, e che devono essere “coperti”.

Crippa è del parere che Vannacci abbia avuto “il coraggio di esprimere con chiarezza le sue opinioni sui fenomeni migratori, sul tema della patria, sull’ambientalismo, sul multiculturalismo e sulle politiche europee”. Fin qui il mainstream pubblicistico, poi la skill che piace a tutti: ”E pure sul problema dell’uranio impoverito, che mi sembra una cosa da approfondire”. Crippa si dice “praticamente d’accordo su tutto, a parte che sul tema del gender, dove non mi sento in sintonia.

Ma magari dimentica che il suo è un partito poco patriottardo. Che a Pontida un militante della Lega voleva “regalare Lampedusa all’Africa”. E che Vannacci è un totem evanescente. E che quindi tirarlo per la giacca, anzi per la mimetica, potrebbe rivelarsi un boomerang. Perché magari per Vannacci, e non solo per lui, Lampedusa è Patria.

Non c’è Crippa per gatti.