Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 16 agosto 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 16 agosto 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 16 agosto 2023.

TOP

MATTEO ZUPPI

Matteo Zuppi (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Quel cardinale ed arcivescovo che è cittadino onorario di Veroli perché di origini erniche ha “colpito ancora”. E lo ha fatto come sa fare solo lui, perché se c’è una cosa che Matteo Zuppi sa fare quella è colpire dritto nel cuore delle persone. E mettere la fede a servizio delle fiducia che gli uomini devono (o dovrebbero) avere nella bontà primeva che ci compete. Come dovere etico e civico, prima ancora che come palpito religioso.

Nel giorno dedicato all’Assunta ed in quella che laicamente più di tutti incarna l’ozio dei beati occidentali, il Ferragosto, Zuppi ha voluto ricordare. Ricordare e ricordarci che la Madonna è tema di un cantico che scandisce anche le rotte peregrine delle donne che soffrono. Il “canto di tutte le donne senza nome, le donne che nessuno ricorda, le donne che vengono considerate inutili se non sono proprietà di un uomo”.

E quelle “che vengono umiliate per la loro scelta materna, che vengono consegnate ad una vita di seconda scelta – o anche senza alcuna scelta – che l’economia mondiale tiene saldamente in ostaggio. Non sono sole, quelle donne, per Zuppi, non lo sono perché il Cielo le guarda e perché chi il cielo lo scruta deve ricordarsi di loro. E guardare le loro miserie per poterle lenire, non censirle per poterle raccontare soltanto.

“Queste donne, oggi, sono abbracciate da mani affettuose e forti che le sollevano e le conducono sino al cielo. Sì, oggi è anche la festa dell’assunzione delle donne, violate e consumate, ferite nella dignità della loro condizione e umiliate nella loro cura della generazione.

Poi il pugno forte alla bocca dello stomaco di un uomo che conosce il vigore dell’Etica: “È anche l’assunzione di Dosso Fati e della piccola Marie, sua figlia, morte di stenti nel deserto”.

Assunzione di responsabilità.

MATTEO RICCI

Matteo Ricci (Foto: Marco Cremonesi © Imagoeconomica)

La campagna politica di Matteo Ricci per i Dem ha due pregi: è puntuale e non appare come uno scarrocciamento laterale dalla linea del partito. Anche a contare che il Partito Democratico di linee pare ne abbia più di Telecom lui, Ricci, riesce ad equalizzare sempre tutte le anime che dietro a quei temi si celano.

E a dare l’impressione non di tramare per una corrente, ma di fare gli interessi del Partito tutto, e solo quelli. Ovviamente non è vero, ma Ricci appartiene a quella razza di rara perizia per cui quello che si pensa in sotto sistema diventa foraggio ecumenico per tutto il “bigoncio”.

La riprova? Eccone una, la più recente ed incisiva nel merito: “Ormai il Governo ha deciso di rimandare tutto rimandare a settembre”. Su cosa? Su un vecchio rovello del sindaco di Pesaro ed esponente di punta del Nazareno. “Dopo Salario Minimo e PNRR, si è aggiunta anche l’Autonomia Differenziata.

Il coordinatore dei sindaci PD è stato netto, impietoso e per nulla didascalico, vecchio vizio di forma, quest’ultimo, che al Nazareno ci ha preso casa assieme alle chiavi del portone. “La riforma voluta da Calderoli, ormai, è un rebus. Ancora non si vedono risorse per garantire i LEP, su temi importanti e già in difficoltà come sanità, trasporti e scuola. Non arrivano buoni segnali dalla maggioranza, che è già in vacanza.

Poi la summa, che è anche summa del pensiero dem.Arrancano su tutti i tavoli più importanti, rimandano e temporeggiano. Non sfuggiranno così al dibattito: è una riforma con troppe opacità che spezza l’Italia. Non possiamo permettercelo, non passerà”.

Addendo e additivo.

FLOP

MARCELLO FOA

Marcello Foa (Foto: Canio Romaniello © Imagoeconomica)

In realtà lui è “incolpevole”, ove mai beccare un Flop secondo una semplice lettura di opinione corrispondesse ad una qualunque forma di reità. No, Marcello Foa è in una posizione imbarazzante più per quello che è stato che per quello che è, come uomo e come professionista di pregio assoluto. Però è andato di fatto in una caselle molto scomoda e questo è un dato, dato oggettivo.

Innanzitutto rinfreschiamoci la memoria. Marcello Foa è ex presidente Rai e secondo quanto si apprende in questi giorni che preludono alla ripresa della stagione mediatica in purezza rientrerà in azienda. Come? Lo farà da conduttore di un programma radiofonico d’approfondimento su Radio1 e lo farà a discapito di due professionisti che loro malgrado erano finiti nella solita bufera da “epurazione” che in questi mesi accompagna ogni domino, turnover e casella in Rai.

Da Viale Mazzini avevano già dato una mezza conferma ad Adnkronos a inizio mese e adesso la notizia pare confermata in toto. Il nuovo programma di Foa andrà a prendere il posto del ‘Forrest’ condotto da Luca Bottura e Marianna Aprile.

E dove sta il problema? Nel fatto che Foa, che è un ex generalone della Rai, tra l’altro di pregio assoluto (per alcuni il migliore in 30 anni) si troverà nella posizione scomoda di “uno di casa” che andrà a prendere il posto di “due sgraditi”. Anche se Bottura e Aprile non erano affatto sgraditi e non sono stati affatto “messi alla porta”.

La Rai aveva già sottolineato che il contratto con i due professionisti esterni all’azienda era giunto a regolare scadenza “senza chiusure forzate”. Tuttavia oggi Foa è di fatto quello che dovrà parlare in un microfono “chiacchierato”, e in Italia le chiacchiere hanno sempre contato più del fatti.

Suo malgrado.