Il bomber dell’Arce, uno dei personaggi del momento nel calcio dilettantistico laziale. Spera di ripercorrere le orme del padre che è stato un attaccante tra i più popolari ed apprezzati in Serie C. “Tutte le reti le dedico a lui che mi ha sempre supportato e trasmesso la passione per questo sport”.
Chiamatelo pure “battaglia junior”. Sulle orme del padre a suon di gol e con tanta tigna ciociara. E’ la storia di Manuel De Carolis, figlio di Tommaso (detto appunto “battaglia”) che tra la fine degli anni 80’ ed i primi del 2000 è stato uno dei bomber più amati e apprezzati in Serie C con oltre 300 gare ed una settantina di gol. Manuel, centravanti anche lui, è uno dei giocatori del momento nei campionati dilettantistici laziali. Nell’Arce in Promozione ha segnato 10 reti in 8 gare ufficiali con 4 doppiette in campionato e 2 sigilli in Coppa Italia e firmato anche 3 assist.
Ventisei anni, un passato con tanta Serie D ed un po’ di C, si è rimesso in gioco ad Arce per cercare nuove motivazioni e risalire la china magari a braccetto del club gialloblu. Guidato sempre dal faro di papà Tommaso, sua fonte d’ispirazione ed al quale dedica ogni gol. “Mi ha trasmesso la passione per il calcio e grazie al suo continuo supporto non ho mai mollato. Papà mi ha sempre motivato”, ha detto Manuel con un pizzico di emozione.
Figlio d’arte
Tommaso De Carolis, 54 anni, originario di Roccasecca, ha vestito le maglie di diverse squadre come Isernia, Frosinone, Sora, Ischia, Monopoli, Castel di Sangro, Turris, Catania, Nardò, Catanzaro e Cavese. Un attaccante forte in una Serie C che all’epoca valeva come o quasi la B di oggi. E’ sempre stato molto amato dai tifosi e non a caso è stato soprannominato “battaglia” per il suo spirito da combattente. Suo figlio Manuel ha sempre sognato di emularlo. E non ha smesso di farlo neppure oggi.
“E’ vero, papà non è mai stato dimenticato da nessuna tifoseria e da chi ha sempre seguito il calcio – ha raccontato De Carolis jr – È stato un grande calciatore ed è una persona eccezionale. Ho iniziato a giocare sin da piccolo grazie a lui che mi ha trasmesso la passione per il calcio. Papà mi ha sempre portato a vedere le sue partite. Ho un ricordo di un grandissimo calciatore dove fame, cattiveria, voglia di fare gol e di vincere non mancavano mai. Poi porto dentro di me sempre l’esultanza (la mitraglia ndr). Quando segno la dedica è per lui perché mi ha sempre sostenuto”. Malgrado il legame forte, Manuel ammette di avere qualità diverse rispetto al padre: “Abbiamo caratteristiche differenti: io sono più tecnico e generoso e lui è stato più forte a livello fisico e con un fiuto per il gol che in pochi hanno”.
Una carriera con qualche rimpianto
Se papà Tommaso ha giocato oltre 300 partite nei professionisti, Manuel ancora non è riuscito a fare il definitivo salto di qualità. In Serie C ha avuto solo una breve parentesi alla Vibonese. “Per giocare nei “prof“ mi sono mancate la maturità e la sicurezza che ho oggi e sicuramente la continuità che non ho mai avuto”, non si nasconde De Carolis jr che ripercorre la sua carriera. “Sono stato nei Giovanissimi nazionali dell’Isolaliri e dopo due anni sono passato al Pescara giocando negli Allievi nazionali e nella Primavera – ha ricordato – Poi ancora la Primavera a Latina dove ho avuto la fortuna di allenarmi per sei mesi in Serie B”.
Lasciate le giovanili ha militato in Serie D (Isolaliri, Gladiator, Vibonese, Varese) fino a settembre 2018 quando ha coronato il sogno di approdare tra i professionisti con la Vibonese, facendo l’esordio in Serie C con tanto gol. “Poi a gennaio sono andato alla Torres in Serie D dove ho avuto delle difficoltà fisiche che mi hanno compromesso la stagione”, ha chiosato Manuel che è stato fermo per alcuni mesi.
La ripartenza dall’Eccellenza proprio con l’Arce (“Il presidente mi ha voluto fortemente”, ha sottolineato il bomber) ma lo stop per il covid ha frenato la sua voglia di rilancio. Nel campionato successivo ancora un trasferimento, al Sora, una delle squadre di papà Tommaso. Dopodiché Trasacco e di nuovo Arce.
Un inizio scoppiettante
L’avvio di stagione è stato a dir poco positivo. Sia a livello personale che di squadra (l’Arce è quarta a 10 punti). Per certi versi sorprendente. “Se devo essere sincero, non me l’aspettavo di partire così. Però sapevo di avere le potenzialità ed una squadra alle spalle che mi permette di fare gol. Ritengo che grazie al gruppo si possono ottenere risultati” ha spiegato Manuel De Carolis.
“L’obiettivo di tutti è di disputare un grande torneo cercando di vincerlo. Ad Arce mi sto trovando benissimo anche perché già conoscevo l’ambiente per averci giocato e sapevo che persone ci sono. Avere una società solida che ti mette in condizioni di dare il meglio ad oggi è dura e mi ritengo orgoglioso e felice di farne parte. E spero in futuro di continuare per riconquistare insieme palcoscenici più importanti”.
Gioie, dolori e quel gol in rovesciata
Nonostante abbia solo 26 anni Manuel traccia un primo bilancio su cui fare tesoro in vista dei prossimi anni. “Il momento più bello della mia carriera è stato quando ho firmato il primo contratto professionistico con la Vibonese segnando alla prima giornata a Bisceglie davanti a mio padre e mio fratello. È stata un’emozione indescrivibile – ha rivelato De Carolis – Il periodo più brutto è stato dopo l’anno vissuto nella Torres dove sono rimasto svincolato per sei mesi”.
Il gol più bello? Tutti come risponderebbe ogni bomber che si rispetti. “Diciamo che le reti le reputo tutte importanti – ha spiegato – Per un attaccante sono il pane quotidiano ma se devo scegliere metto il gol in rovesciata fatto a Morolo: venivamo da un inizio non brillante e quella prodezza ci ha dato la scossa per puntare ai piani alti”.
Chiamatelo pure “battaglia junior”.