L’ex difensore giallazzurro è il volto nuovo della Serie A: il Verona lo ha promosso dalla Primavera per provare a salvare la squadra precipitata in zona retrocessione. La carriera del neo tecnico scaligero è legata indissolubilmente al club ciociaro che nel 2007 lo ha preso da sconosciuto valorizzandolo fino alla cessione al Genoa
Inquadrato e disciplinato come un tedesco. E poi lo sguardo deciso, i piedi educati per essere un difensore e tanta tanta cazzimma. È il ritratto di un ragazzo di Secondigliano che nel 2007 a 21 anni arrivò a Frosinone da perfetto sconosciuto e nel giro di una stagione e mezza è esploso volando in Serie A al Genoa, prima tappa di una carriera prestigiosa. A distanza di 3 lustri e con tanto calcio di mezzo quel ragazzo è diventato un uomo e nelle ultime ore tecnico del Verona, promosso dalla Primavera a furor di presidente e spogliatoio. Salvatore “Sasà” Bocchetti a sorpresa è diventato il volto nuovo della Serie A.
Un predestinato, nato allenatore per la forma mentis. A 35 anni la grande chance ma è sempre stato più maturo della sua età. Come ha dimostrato a Frosinone.
Bocchetti, una scoperta di Graziani
Salvatore Bocchetti è stato lanciato nel grande calcio dal Frosinone dove è stato valorizzato prima da Ivo Iaconi che ha avuto l’intuizione d’impiegarlo da centrale e poi da Alberto Cavasin in una stagione nella quale ha avuto una maturazione incredibile.
Ma il primo a credere fortemente nelle qualità di Bocchetti è stato l’ex direttore generale Enrico Graziani, un maestro nello scovare giocatori finiti nel dimenticatoio delle rose chilometriche dei club di categoria superiore. In questo caso l’Ascoli che nel 2007 militava in Serie A. Lo stesso percorso in pratica fatto da Eder e Lodi, pescati all’Empoli e poi lanciati nel calcio che conta.
Cresciuto a Napoli nella scuola calcio di Piscinola e nell’Internapoli, Bocchetti nel 2001 si è trasferito all’Ascoli dopo un provino. Poi un’esperienza in prestito a Lanciano in Serie C1. La svolta a gennaio del 2007 quando il Frosinone, impegnato nel suo primo campionato di Serie B, lo ha acquistato in prestito con diritto di riscatto sulla comproprietà. In Ciociaria Bocchetti ha trovato il clima ideale per esprimere al meglio il suo valore. A partire dalla società con in testa il presidente Maurizio Stirpe che ha sempre creduto nelle sue potenzialità. Il cambio di ruolo poi è stato l’altro fattore decisivo.
Gol-salvezza e l’esplosione
Ingaggiato nel mercato invernale, Bocchetti si impone presto all’attenzione del tecnico Iaconi. Oltre alle qualità tecniche ed atletiche, il difensore campano dimostra grande serietà, applicazione ed attaccamento alla maglia. Tanto da essere soprannominato il “tedesco”.
Colleziona 17 presenze con un doppietta nella vittoria del Frosinone a Crotone, decisiva per la salvezza. Nel campionato successivo l’esplosione in un Frosinone molto competitivo, guidato dalla “Panchina d’oro” Alberto Cavasin. Come compagno di squadra ritrova tra l’altro il cugino Antonio Bocchetti, oggi direttore sportivo.
Salvatore cresce a vista d’occhio e conquista la ribalta: è uno dei migliori difensori centrali della Serie B. Inevitabilmente diventa uomo-mercato dopo 38 gare e 2 reti. Diversi club lo seguono, nel frattempo il Frosinone lo riscatta. Alla fine la spunta il Genoa che nell’estate del 2008 acquista la sua comproprietà per oltre 2 milioni. E’ la prima plusvalenza di un certo peso del Frosinone come ha sottolineato recentemente Stirpe.
Dal Genoa (60 partite in Serie A) inizia una carriera importante: 11 anni in Russia tra Rubin Kazan e Spartak Mosca (1 scudetto, una Coppa ed una Supercoppa nazionale), una parentesi al Milan e poi Verona e Pescara. In Russia ha anche trovato l’amore, la moglie Ekaterina con la quale ha avuto 3 figli. Ed ha imparato le lingue: oltre al russo, conosce il francese, l’inglese e lo spagnolo. In Nazionale invece 5 presenze e la partecipazione ai Mondiali del 2010 senza scendere in campo.
Un’ascesa rapida: tutto in un anno
Appesi gli scarpini al chiodo dopo l’avventura al Pescara, Bocchetti inizia ad allenare a luglio dell’anno scorso. E lo fa al Verona nel settore giovanile (Under 18) guidato dall’ex bomber Massimo Margiotta, guarda caso suo compagno nel Frosinone. Poi con l’avvento di Igor Tudor passa in prima squadra come collaboratore tecnico.
Nonostante l’addio dell’allenatore croato, Sasà resta al Verona per guidare la Primavera. Il resto è storia recente. Gli scaligeri, affidati a Gabriele Cioffi, rimediano 4 sconfitte di fila e precipitano al terz’ultimo posto con 5 punti. L’esonero del trainer toscano arriva puntuale. Il diesse Francesco Marroccu punta su Diego Lopez ma viene sconfessato dal patron Maurizio Setti che invece dirotta su Bocchetti investendo sul presente e sul futuro.
Sarebbe stato decisivo il parere dello spogliatoio, anche se Setti ha smontato questa ricostruzione. “Bocchetti non è stato scelto dai giocatori ma dal sottoscritto e da Marroccu”, ha precisato il patron che crede molto nel tecnico campano per la conoscenza dell’ambiente, l’attaccamento alla società e la voglia di emergere. L’ufficializzazione è arrivata nelle ultime ore dopo il via libera del Settore tecnico che ha concesso una deroga per farlo allenare malgrado sia privo del patentino.
Allievo di Gasp, nel solco di Juric e Tudor
Bocchetti è stato allenato al Genoa da Gianpiero Gasperini. E quindi i principi del suo calcio s’avvicinano a quelli del tecnico dell’Atalanta ed anche di Juric e Tudor. Il suo modulo di riferimento è il 3-4-2-1. Aggressiva, verticale, compatta e veloce a ribaltare l’azione: così proverà a giocare il nuovo Verona. Avrà l’arduo compito di salvare una formazione in seria difficoltà. E l’esordio sarà durissimo contro il Milan al “Bentegodi”. Tuttavia nelle intenzioni di Setti potrebbe rappresentare il tecnico della ripartenza in caso di retrocessione.
“Sono onorato di essere stato scelto – ha sottolineato Bocchetti durante la presentazione – È mia intenzione portare un calcio fatto di intensità, pressing, sacrificio. Metterò tutto me stesso, ho entusiasmo e tanta voglia di cominciare. Dobbiamo ritrovare morale, stiamo lavorando per tornare a giocare come la stagione scorsa. Domenica avremo tanti assenti ma sono convinto che daremo il massimo”.
I suoi modelli. “I metodi di lavoro di Juric e Tudor mi hanno segnato profondamente, sia come calciatore che come allenatore – ha chiosato – E’ chiaro che metterò anche del mio per uscire da questa situazione. Ha tutto per dare molto, il mio compito è sfruttarne al meglio le qualità”.
L’ascesa del “tedesco” di Secondigliano.