Il 21 marzo l’assemblea dei “puri” eleggerà l’ex presidente della Figc, già commissario. Sponsorizzato da Gabriele Gravina, dovrà rialzare un movimento in ginocchio dal punto di vista economica e segnato da faide interne
Le grandi manovre dei Dilettanti dovrebbero portare Giancarlo Abete alla presidenza della Lega di cui è già commissario al posto del dimissionario e sfiduciato Cosimo Sibilia. Il conto alla rovescia è già iniziato: il 21 marzo l’assemblea dei “puri” dovrebbe eleggere l’immarcescibile dirigente, 71 anni, due volte presidente della Federcalcio, democristiano doc, deputato per 3 legislature dal 1978 al 1992.
La sua elezione è fortemente sponsorizzata da Gabriele Gravina, numero uno della Figc, che lo vuole come punto di equilibrio e di forza all’interno del Consiglio federale e di un movimento litigioso, troppo variegato ma il più numeroso con 12.032 società e 1.050.451 di tesserati.
Intanto i Comitati regionali e le varie componenti si stanno riunendo per designare il candidato: Abete sta riscuotendo consensi su consensi e si dovrebbe arrivare ad una candidatura unica. Così come ha sempre sostenuto Gravina.
Sabato l’assemblea del Lazio
A Tivoli alle 10 nel salone del Gran Hotel Duca d’Este si terrà l’assemblea straordinaria del Comitato regionale presieduto da Melchiorre Zarelli.
All’ordine del giorno la designazione del candidato alla presidenza della Lega. Saranno nominati anche i papabili vicario e vice sulla base dell’area territoriale di appartenenza (area centro). Inoltre l’assemblea dovrà eleggere un membro del consiglio direttivo.
Anche il Lazio (quasi 100.000 tesserati distribuiti in 1165 club) dovrebbe scegliere Abete. Nelle settimane scorse insieme allo stesso Gravina ha incontrato Zarelli e i dirigenti del Comitato nella sede di via Tiburtina a Roma. “Per me oggi è un po’ come tornare a casa” ha sottolineato l’ex presidente federale Abete ricordando la fondazione del club aziendale a metà anni ’50 e militante proprio nelle categorie dilettantistiche.
“Siamo impegnati nel ristabilire centralità alla LND attraverso un programma che vede la concertazione e il coinvolgimento di tutti i Comitati regionali. Abbiamo accorciato le distanze con i territori e ristabilito le priorità dell’agenda della Lega Dilettanti”.
La sfida di Abete
Non sono tutte rose e fiori. L’imprenditore e dirigente romano avrà un compito arduo. Dovrà governare e rialzare un movimento in ginocchio. Segnato da faide interne (altrimenti Sibilia non sarebbe stato silurato), dalla crisi economica e dalla pandemia.
Le iscrizioni saltate hanno colorato di rosso i conti. I 3,2 milioni di euro elargiti dalla Figc non sono stati altro che un pannicello caldo. Le società aspettano buone nuove dal Governo dopo la richiesta della Figc di un ristoro di 100 milioni di euro per il caro energetico. Senza parlare della spada di Damocle del bilancio non approvato.
Insomma in questi mesi di commissariamento Abete ha potuto constatare come la tensione sia alta tra i dilettanti. I problemi sul tappeto tanti, le risposte finora poche.
Ma Abete è dirigente di grande esperienza, uomo di rapporti che conosce i palazzi del calcio e della politica come pochi. E per questo ha voluto girare l’Italia per incontrare i comitati, cercando soprattutto di rassicurare grazie al suo prestigio e alla sue “arti diplomatiche”. Esponendo il suo programma che punta a restituire ai Dilettanti la dignità che meritano. Da sciogliere inoltre il nodo dei 3 vice presidenti con molti aspiranti tra i presidenti di Comitato. Sarà battaglia. Tra i candidati ci sarà anche Carlo Tavecchio, l’ex massimo dirigente della Figc.
L’imprimatur di Gravina
Il presidente federale è convinto che Abete possa alla fine mettere tutti d’accordo e traghettare i dilettanti in acque più tranquille. Anzi secondo Gravina è l’unico dirigente che abbia l’esperienza e la competenza per mediare e districarsi in una Lega da sempre complicata ma che ha un peso imprescindibile in Federazione.
In definitiva è il presidente giusto per garantire i dilettanti dopo il defenestramento di Sibilia. Ma il presidente federale ha voluto al suo fianco Abete per avere maggiore forza in Consiglio federale.
In questi mesi il commissario ha partecipato alle riunioni del Consiglio come invitato senza potere di voto ma ha fatto sentire e valere la sua voce. Una volta eletto Gravina avrà una sorta di “nume tutelare” oltre ai 6 voti che porterà in dote.