Le grandi penne del calcio nazionale si inchinano di fronte ai tifosi del Frosinone ed alla loro lezione di stile alla Serie A.
Quei tifosi del Frosinone che applaudono la squadra in B sono da Pallone d’Oro
XAVIER JACOBELLI per IL CORRIERE DELLO SPORT
Il Frosinone è aritmeticamente retrocesso in B con una giornata d’anticipo sulla conclusione del campionato, ma i suoi tifosi sono da Pallone d’oro. Quegli applausi, quegli striscioni, quell’ovazione che il pubblico del Matusa ha riservato alla squadra di Stellone dopo la fine della partita, confermano ancora una volta quale sia la componente più preziosa e più importante del nostro calcio. Sono i sostenitori veri, appassionati, autentici come la gente della Ciociaria che ha sostenuto i propri giocatori e i propri allenatori sino alla fine del sogno. E quando il campo ha emesso il suo verdetto l’hanno accettato con una civiltà e con una cultura sportiva che fa loro onore. Il club è retrocesso, ma, conoscendo Stirpe, è certo che egli stia già pensando a come riconquistare la serie A. La dimensione dove i tifosi del Frosinone sono rimasti e ci rimarranno per sempre.
La lezione degli applausi a chi va in B
GIANNI MURA per REPUBBLICA
Inizio con un omaggio al Frosinone. Se vediamo in tv una squadra retrocedere nel suo stadio, tra gli applausi, siamo sicuri che non si tratta di uno stadio italiano. Invece no, è accaduto a Frosinone. Una lezione di serietà, sportività e dignità.
In una settimana di sogni in libera uscita, sull’onda del Leicester, naufragano sogni più piccoli, come quello di salvarsi al primo anno in A. Quello del Frosinone è crollato ieri e con tutta probabilità anche quello del Carpi. Non gli servirebbe nemmeno vincere a Udine, se il Palermo batterà il Verona, retrocesso da tempo. Come il Levante, che però ha affondato un altro sogno, quello dell’ Atletico Madrid. Anche il cholismo, gol in contropiede di Pepito Rossi al 90°, ha i suoi alti e bassi. Vero che Simeone, squalificato, non era in panchina, e che forse ha privilegiato la finale di Champions, ma resta una discreta botta.
Qualcuno, in casa nostra, dirà che aveva ragione Lotito sulle squadre di provincia. Un anno e tolgono il disturbo. No, Lotito ha torto perché Carpi e Frosinone hanno dimostrato di poterci stare, insieme ai ricchi e potenti. Cedono a una giornata dalla fine.
Il Frosinone ha il torto di aver perso in casa col Palermo, che poi ha trovato avversarie molto comprensive in Samp e Fiorentina. E Carpi paga i due rigori falliti da Mbakogu ma anche prima il temporaneo siluramento di Castori. Il Frosinone non ha mai pensato di rimuovere Stellone, i giocatori hanno dato tutto quello che avevano, i tifosi l’hanno capito. Nessun processo sotto la curva nessuna aggressione giocatori, solo tifo a favore. Sotto questo aspetto, sarebbe bello se il calcio di provincia fosse imitato dal calcio metropolitano. E’ una speranza piccola, come piccolo ma vero e pulito è il calcio di provincia.
Se c’era una squadra che meritava di pagare colpe non sue ma, tantissime, troppe, del suo presidente, era il Palermo che si salverà battendo il Verona. Ma Stirpe è un presidente da cui si può imparare qualcosa. Zamparini no.
Retrocessi e applauditi
CRISTIANO GATTI per IL CORRIERE DELLA SERA
È tutto relativo, anche il dramma della retrocessione. Per la gioia dei Lotiti, il Frosinone toglie il disturbo, ma nei paraggi del Matusa non esiste traccia di dramma. Chi calasse da Marte penserebbe di essere a Leicester, Ciociaria british che ha appena irretito e irritato le big, vincendo lo scudetto di Sua Maestà. Stessa baraonda, stessi cori, stessi striscioni. Uguale grazie collettivo. Difatti lo chiamano già pomeriggio all’inglese, ma è una stupida frase fatta. A pieno titolo è un fantastico pomeriggio alla ciociara, con un festoso omaggio popolare alla retrocessione. Questa gente potrebbe fare del vittimismo all’italiana, visti i trattamenti subiti da certi arbitri. Invece niente di amaro riesce a rovinare l’happening rovesciato, che celebra una sconfitta. Si vedono persino gli avversari della Sassuolo applaudire. Tutto è relativo: ci sono fallimenti che valgono quanto i tronfi. Si può tornare in B, ma con la consapevolezza di averle comunque provate tutte. Frosinone ha cullato il suo sogno, tanto può bastare e si ricomincia da capo. Il più forte, nella vita, non è chi vince sempre. Come dice Kipling, è chi sa reggere allo stesso modo le due potentissime bugiarde, la vittoria e la sconfitta. Appunto, in Ciociaria ci sanno fare. Al Frosinone lo scudetto della saggezza. Dopo tutto, è per questo che già ci manca.