Giorgio Gori torna a mettere in discussione la leadership del segretario del Pd, insorgono Andrea Orlando e Goffredo Bettini. Mentre Zingaretti si concentra sul Governo e chiude tutti gli spazi per un congresso
Goffredo Bettini
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Per il Pd si pone un problema diverso dal governo. Si tratta di capire se il maggior partito della sinistra italiana intende tornare a parlare a settori abbandonati da anni. Oppure no. Il rischio è quello di trovarsi Giuseppe Conte presidente della Repubblica.
Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore
Come va letta la nota di otto righe con cui nelle ore scorse Goffredo Bettini ha chiuso ogni possibilità al sostegno per Virginia Raggi. È un ‘Non possumus’ che va molto più in là di Roma. E punta a rimettere il Partito in posizione d’attacco
Alitalia, Ilva e i Decreti sulla sicurezza: i Democrat fissano i paletti per l’accelerazione nel Governo. In mancanza della quale il segretario prenderà altre decisioni per non finire all’angolo. Intanto spunta il lodo Bettini.
Il padre nobile del Pd scarica il presidente del consiglio e fa capire che con Nicola Zingaretti c’è piena intesa: «Se non avessimo fatto il governo ad agosto, avrebbe governato la destra sovranista e avremmo fatto la fine degli Stati Uniti, del Brasile e dell’Inghilterra e di tutti i Paesi che hanno affrontato la crisi in modo ideologico e approssimativo»
Il primo immagina un partito spostato a sinistra e alleato stabilmente con una parte dei Cinque Stelle. Il segretario nazionale ha altre prospettive. Nel frattempo si fa sentire Walter Veltroni, richiamando anche l’esperienza di Ignazio Marino.
Il segretario Nicola Zingaretti sta per organizzare la più grande riunione telematica di sempre per blindare il partito alle sue condizioni. Sostengo a Conte e strategia per evitare le manovre di Gianni Letta. Mentre per il sindaco di Roma avanza l’ipotesi Enrico Letta.
La candidatura a sindaco di Roma scalda già gli schieramenti. La stagione di Virginia Raggi volge al tramonto. Il centrosinistra prova a riorganizzarsi e dietro le quinte si muove Bettini. Salvino pensa alla Bongiorno, ma dovrà fare i conti con Fratelli d’Italia.
Dopo aver “affondato” l’ipotesi di Mario Draghi presidente del consiglio, il leader del Pd blocca sul nascere l’operazione Vittorio Colao ministro. In meno di un anno ha messo all’angolo prima Matteo Salvini e poi Matteo Renzi. Ora nel mirino potrebbe finire Giuseppe Conte. Ma…
La quarantena a cui il coronavirus ha obbligato il segretario ha fatto emergere la forza della classe dirigente del Pd. E questo è un merito di Zinga, anche alla Regione. Nella Lega e in Fratelli d’Italia cosa sarebbe successo con Salvini e Meloni ai box? Per non parlare di Berlusconi e Renzi.
Il leader del Partito Democratico fa sapere che il ministro dell’economia Roberto Gualtieri sta già facendo quello che l’ex Governatore Bceha annunciato. L’obiettivo è evitare una “safety car” che rimetta in gioco Salvini e Meloni.
L’attacco del Capitano della Lega nel corso di un comizio. Mentre Matteo Renzi valuta il sostegno del suo gruppo (Marietta Tidei ed Enrico Cavallari) al Governatore del Pd. Intanto la “gaffe” di Giuseppe Conte e Rocco Casalino spiazza Goffredo Bettini e irrita il Quirinale.
Le parole di Goffredo Bettini rappresentano l’inizio di una fase nuova e “cruenta”: l’obiettivo è rottamare il rottamatore e sostituirlo con i “responsabili” in Parlamento e con le Sardine nel Paese. Ma il leader di Italia Viva reagirà. E il Governo Conte continuerà a ballare.
Bettini scatenato nell’analisi dell’ultimo dell’anno: nuovo endorsment a Giuseppe Conte, con invito a fare una sua lista. Ma soprattutto l’uomo di fiducia di Nicola Zingaretti fa capire che il Pd non ha più paura delle elezioni anticipate.
La nomina di Gaetano Manfredi come ministro dell’Università mette in luce la capacità strategica del segretario del Pd. E il termometro è rappresentato ancora una volta dalle parole di Goffredo Bettini. Emilia Romagna e Calabria: ora si sogna in grande.
La durissima presa di posizione di Goffredo Bettini evidenzia il pensiero del segretario nazionale del Pd. Tolleranza zero verso le “bizze” di Luigi Di Maio e Matteo Renzi, asse privilegiato con il premier Giuseppe Conte. E grande attenzione nei confronti delle Sardine.
Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.
Matteo Renzi non partecipa al vertice decisivo, mentre arriva l’ultimatum di Goffredo Bettini. Maggioranza giallorossa appesa a un filo. E in provincia di Frosinone Lega, Fratelli d’Italia e Pd si preparano all’appuntamento con le urne. Ecco chi scalda i motori.
Il segretario nazionale del Pd non ha alternative se vuole provare a battere Matteo Salvini alle elezioni: al Campidoglio e alla Pisana c’è bisogno di un’intesa vera con i pentastellati. Impresa più facile a dirsi che a farsi. E poi bisognerà convincere anche Renzi…