Ore cruciali per il destino dell’esecutivo Conte. Goffredo Bettini apre a Forza Italia, ma soprattutto ribadisce che servirebbe l’ingresso dei big. Zingaretti su SkyTg24 dice no alla crisi. E no ad un suo ingresso al Governo
Goffredo Bettini
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L’eminenza grigia del Pd torna ad escludere una crisi al buio, ma intanto si affaccia una clamorosa ipotesi nel caso di rimpasto: lui stesso nel Governo. E in questo caso il presidente della Regione Lazio potrebbe arrivare senza problemi alla fine del mandato.
L’altro Pd della Regione Lazio che è modello operativo contro il Covid e quello governista nazionale che frena Nicola Zingaretti. Con il semestre bianco che incombe, con il Rosatellum che domina e con il centrodestra in pole per vincere.
La prospettiva di Formia per il 2021. La prima certezza è che si tornerà al voto. La seconda è che Paola Villa si ricandida a sindaco (lo ha detto lei l’altro giorno). Temeraria. Forse napoleonica. Ma certo una mossa non sciocca. Per demerito degli altri. Ecco perché
Nel Partito Democratico c’è la consapevolezza che l’esperimento è fallito, che mai potrà esserci una vera alleanza con i Cinque Stelle. E tanti ministri non ne possono più della subalternità a Conte e Di Maio. In questo quadro il segretario non può rischiare il logoramento.
Lo stallo sul Mes, il nervosismo dei ministri del Pd, gli eterni veti dei Cinque Stelle e le profezie di Goffredo Bettini: il segretario Democrat punta al rimpasto di Governo a gennaio, ma la situazione potrebbe precipitare.
Goffredo Bettini sventola la bandiera rossa di chi proviene dall’esperienza del Pci e ricorda che il segretario è stato eletto a grande maggioranza. Bonaccini, Gori e Franceschini non esternano. E Zingaretti rilancia con i Cinque Stelle.
Il cardinale Richelieu del Partito Democratico aveva capito in anticipo quali potevano essere gli unici spazi percorrbili. Adesso che il risultato delle urne è stato ampiamente positivo, ci sono degli spazi che Zingaretti può percorrere alle sue condizioni.
Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore
Il Cardinale Richelieu del Pd prova a “fortificare” il Governo. E dice: “Tanto che a questo nostro profilo si oppone il ‘salotto buono’ del capitalismo italiano che agisce anche comprando i giornali. E poi la Confindustria di Bonomi, molto aggressiva”
Stefano Bonaccini sta preparando la scalata alla segreteria Pd e potrebbe perfino esserci un accordo con Matteo Renzi (Boschi presidente). Il segretario prepara le contromosse, ma intanto il “cardinal Goffredo” rincara la dose sul referendum.
Dopo che nel recente passato il “consigliere principe” del segretario aveva aperto ai Cinque Stelle, ora parla della necessità di una “gamba” centrista guidata da Renzi. Ma in questo modo verrebbe meno la vocazione dei Democrat. E il segretario lo sottolinea: “Devo dire che su questo punto con lui non la pensiamo allo stesso modo”.
I leader di Pd e Cinque Stelle lavorano agli scenari settembrini, nei quali potrebbe non esserci posto per Giuseppe Conte. Dall’accordo lungo l’asse Palazzo Chigi-Quirinale ad un governassimo guidato da Mario Draghi. Ma resta “l’odio” tra il leader Dem e la sindaca di Roma. Però Grillo e Bettini non demordono.
Il segretario del Pd non considera più il nome del premier come quello di un “garante”. Il pasticcio sulla riforma elettorale ha pesato. Le parole dette oggi da Zingaretti. Su Conte ed il M5S. E adesso dopo l’election day può davvero succedere di tutto.
Nel centrodestra la scelta più forte sarebbe quella di Giorgia Meloni, che però si è sfilata. Come Fabio Rampelli e Francesco Lollobrigida. Nella Lega Giulia Bongiorno ha perso slancio, il Pd ha incassato il no di Enrico Letta e il silenzio di David Sassoli. Così resta soltanto Virginia Raggi.
Nomi pesantissimi per le candidature a sindaco di Roma. Il presidente del Parlamento europeo metterebbe d’accordo il Pd. Il presidente della Lazio convince il centrodestra. Intanto per la Regione Fratelli d’Italia potrebbe lanciare Francesco Lollobrigida.
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Indiscrezione dell’informatissimo sito Dagospia.Giacomo D’Amico (si delega di Zingaretti) e Stefano Donnarumma (delegato da Di Maio) al lavoro per trovare un candidato sindaco di Roma che sia unitario. Goffredo Bettini smentisce
E in questo modo potrebbe ridimensionare definitivamente Matteo Renzi e Luigi Di Maio. L’indiscrezione succulenta di Dagospia apre scenari imprevedibili. La benedizione di Goffredo Bettini: “Potrebbe funzionare”.
Il candidato ideale del centrosinistra come sindaco di Roma, per Ytali esiste già: ‘senza scervellarsi molto: è Walter Tocci’. Vicesindaco di Rutelli, papà della ‘cura del ferro’ che ha alleggerito Roma dal traffico, deputato e senatore. Soprattutto, nauseato dai vecchi riti bizantini della politica nostrana.